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Questi sono gli interventi del mese di Febbraio 2005
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TUTTI GLI ARGOMENTI
trattati da Aprile 2000 (avvio del sito) ad Agosto 2005

Gli indici coprono il periodo che va fino ad Agosto 2005, mentre da Settembre 2005 gli Argomenti possono essere seguiti, in progressione cronologica, accedendo agli ARCHIVI (mensili) che si trovano in questa pagina, sotto l'elenco degli interventi.
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Blog di dialoghi sull'innovazione "poiesis intensive"

[25 maggio 2005]
"Rinnovare, cambiare o innovare?" è la nuova domanda apparsa in DiaBloghi!

[10 settembre 2005]
Leggi il "commento" scritto da Gavino Massidda in relazione al dialogo Cosa vuol dire che una cosa vale, e che vale poco o tanto?

BIBLIOGRAFIE
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Gli aggiornamenti nei BLOG - BLOG Updates

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lecture di Daniel Callahan: testo e fotografie -- Daniel Callahan's Lecture: text and photos [08/03/05 ; 04/03/05]

( 26 Febbraio 2005 )

Alcune immagini dell'incontro con Daniel Callahan promosso dalla Fondazione G. Bassetti presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (21 febbraio 2005).

The implications of innovation in the health field, questo il titolo della lecture di Daniel Callahan, introdotta dal Magnifico Rettore dell'Università La Cattolica, Lorenzo Ornaghi e da Piero Bassetti, presidente della Fondazione G. Bassetti. A commentare la lecture sono stati invitati Cesare Catananti, Direttore Sanitario del Policlinico A. Gemelli e Giuseppe Remuzzi, Coordinatore ricerche dei Laboratori Negri (Bergamo). Giulio Tremonti, Professore di Diritto Tributario dell'Università degli Studi di Pavia, invitato a concludere l'incontro, ha dovuto rinunciare all'ultimo momento.

Tratto dalla lecture, ecco un brano dove risalta particolarmente il cambiamento di visione proposto dall'autore:

«[...] a change from an infinite to a finite model of medicine would have to embody a different attitude toward human aging and death. Even if it is well understood in daily medical practice that people get old and die, that is by no means the case in the medical research community. In that community every lethal disease is a candidate for a cure and the phenomenon of aging often treated as some kind of preventable condition, itself a kind of disease. Few people want to die and not many welcome aging. But those realities are part of the human life cycle, which has yet to be repealed despite a great deal of talk about doing so. Medicine must increasingly shift its focus from length of life to quality of life, from the cure of disease to caring for those who can not be cured. A medicine that keeps people alive too long, burdening their life with technological treatments that may bring them much pain with little health gain, is not a decent and human medicine.»

Il Call for Comments collegato alla Lecture di Daniel Callahan.

Il programma della giornata.

L'articolo del 18 gennaio con la presentazione dell'intera iniziativa.

Nella Rassegna stampa di Vittorio Bertolini:
- Medici e innovazione tecnologica: un sondaggio del Censis e del Forum biomedico
- La Lecture di Daniel Callahan sulla stampa (1)
- La Lecture di Daniel Callahan sulla stampa (2)
- [8 marzo] La Lecture di Daniel Callahan sulla stampa (3)

(clicca sulle immagini per vederle più in grande)
Daniel Callahan
L'apertura di Lorenzo Ornaghi
21 febbraio 2005: The implications of innovation in the health field, lecture di Daniel Callahan
Daniel Callahan
L'introduzione di Piero Bassetti
La lecture di Daniel Callahan
La lecture di Daniel Callahan
Il commento di Cesare Catananti
Il commento di Giuseppe Remuzzi

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Nuova scienza e nuova politica (testo di Piero Bassetti) -- New science and new politics (by Piero Bassetti) [1/03/05]

( 22 Febbraio 2005 )

( scritto da Redazione FGB Cliccare sul link per scrivere all'autore )

In English [1/03/05] :
see below, in the column at the right side

Aggiornato il 23/02/05 nei riferimenti riguardanti il Principio di precauzione:
 VAI all'aggiornamento 


«L'istante dopo Alice attraversava lo specchio»
(fai clic sul link per andare al capitolo del libro)
Titolo originale: "Through the Looking-Glass and What Alice Found There".
Quest'opera di Lewis Carroll, del 1871, riprende l'eroina di "Alice's Adventures in Wonderland" in un ulteriore viaggio di fantasia.
Il testo integrale di "Attraverso lo specchio" (grazie a Liber Liber)
(le due immagini qui a fianco sono illustrazioni di John Tenniel, dell'edizione originale).

«Through the Looking-Glass»
(click on the link to go to the chapter of the book)
Original title: "Through the Looking-Glass and What Alice Found There".
This book, written by Lewis Carroll in 1871, takes the heroine of "Alice's Adventures in Wonderland" on another journey into the world of the imagination.
Unabridged text of "Through the Looking Glass" (courtesy of Liber Liber)
(the two illustrations at the side are by John Tenniel, from the first edition).

Le immagini qui sopra rappresentano alcune citazioni presenti nel saggio "Nuova scienza e nuova politica", che Piero Bassetti ha scritto per il quinto e ultimo volume, intitolato "Scienza e tecnologia al di là dello specchio", della collana La Nuova Scienza a cura di Umberto Colombo e Giuseppe Lanzavecchia (Libri Scheiwiller, Milano 2004).
"Al di là dello specchio" è il libro di Lewis Carroll dal quale sono tratte le due illustrazioni che rappresentano Alice e che evidentemente ha ispirato il titolo del volume della Scheiwiller. Attorno ad Alice che passa attraverso lo specchio sono rappresentati: il cannocchiale di Galileo e il ritratto del celebre scienziato; a destra in alto Ulrich Beck e, subito sotto, Richard R. Nelson; a sinistra Joseph Schumpeter e, più sotto, Bruno Latour (tutti citati nel saggio di Bassetti).

Per leggere il testo del saggio fai clic qui.

Qui di seguito trovi invece una scelta di alcuni suoi brani.

Buona lettura !



The above images illustrate some of the references made in the essay "New science and new politics" written by Piero Bassetti for the fifth and last volume, "Scienza e tecnologia al di là dello specchio", of the series La Nuova Scienza, edited by Umberto Colombo and Giuseppe Lanzavecchia (Libri Scheiwiller, Milan 2004). "Through the Looking Glass" is the book by Lewis Carroll from which the two pictures of Alice are taken. It is evidently the inspiration behind the title of the book published by Scheiwiller. Around Alice as she passes through the looking glass we can see: Galileo's telescope and a portrait of Galileo himself and, at the top right, Ulrich Beck, with Richard R. Nelson immediately underneath. To the left we have Joseph Schumpeter and, lower down, Bruno Latour (all mentioned in Bassetti's essay).

To read the essay, click here

Below, you can find a selection of excerpts from the essay.

Enjoy your read !



Brani tratti da "Nuova scienza e nuova politica":

E' ormai sicuramente matura l'esigenza di abbandonare una visione della scienza tutta costruita sulle sue ragioni interne, con conseguenti forti rischi di autosufficienza e introversione

[...]

Resistere alle manipolazioni del potere, mantenersi al servizio della sola verità sperimentale è, da sempre, l'assoluto deontologico della scienza. Ciò non è dovuto soltanto a una comprensibile aspirazione alla purezza; per fortuna la scienza sa anche rendersi interprete di paure diffuse al suo esterno, in una società turbata dagli abusi del potere sulla verità. E' su questo e in questo modo che la scienza ha costruito quell'incomparabile patrimonio di fiducia di cui disponeva fino a qualche tempo fa.
Ed è proprio per questo che ha così a lungo ritenuto di poter trovare nello "specchio", nel quale poteva vedersi riflessa senza essere vista, sicurezza e protezione. Sapeva, in questo modo, di esporsi al rischio dell'autoreferenzialità. Ma non lo temeva. Anzi.
Sennonché, le condizioni che hanno originato quella scelta non sussistono più.
Oggi lo specchio rischia di abbagliarla senza affatto proteggerla.
Attraversarlo senza ferirsi è per lei ormai indispensabile.

[...]

Quando la conoscenza, tramite la tecnologia si incarna in concreti strumenti che ne esaltano la funzionalità, questi condizionano lo sviluppo dell'umanità e trasformano il loro autore in portatore di potere, sia pure strumentale; quando l'innovazione irrompe, essa costringe la scienza a occuparsi non solo di mezzi ma anche di fini modificando così profondamente il ruolo dello scienziato che passa a una corresponsabilità paritaria: da fornitore di mezzi a co-decisore.

[...]

Fare il cannocchiale per vedere come è fatta la Luna senza darsi carico di sapere che uso ne avrebbe voluto fare il potere oggi non è più proponibile.

[...]

Dal conseguente crescente bisogno dello scienziato di inserirsi in strutture organizzative adeguate nasce, quindi, l'alleanza con l'impresa. Quest'ultima è stata infatti prontissima a scorgere nelle novità assolute di molte scoperte della scienza una nuova risorsa utile per il perseguimento di quell'apporto aggiuntivo al suo profitto che è l'innovazione. Ha capito che per realizzarla l'apporto della scienza, seppur fondamentale, non bastava e che occorreva aggiungere all'ipotesi scientifica, alla tecnologia, al capitale altri fattori quali creatività, disponibilità al rischio, capacità manageriali; fattori che era in grado di procurarsi affiancando allo scienziato l'imprenditore con il compito di realizzare appunto l'improbabile.
L'innovazione è infatti un fenomeno complesso nel quale scienza, tecnica, finanza, management, imprenditorialità, istituzioni confluiscono per realizzare un obiettivo che non è propriamente scientifico ma imprenditoriale e politico. Essa ha i suoi luoghi di definizione finale fuori dalla scienza, pur avendo degli apporti della scienza un grande bisogno.

[...]

La scienza si è ormai resa conto di tutto questo.
Ha capito che la sfida che la società moderna lancia a questa scienza che ama definirsi nuova è, in ogni caso, quella di abbandonare arcaiche separatezze, avvicinarsi ai luoghi dove il suo concreto potenziale di cambiamento è utilizzato e realizzato uscendo da una condizione adolescenziale per familiarizzarsi col potere e così divenire matura.
Perché vale anche per la scienza quanto vale per le persone: si è adulti solo quando, oltre a sapere, si può e si sa di potere.
Vuol questo dire che la scienza nuova è una scienza che ha perso, con la sua autonomia, la purezza?
In un certo senso sì, perché rispondere a questi stimoli conservando il massimo di autodeterminazione e senza rifugiarsi in oniriche separatezze, vuol certo dire essere pronta a compromettersi, a sporcarsi un po' le mani. In un altro senso no, perché non ci può essere vera purezza fuori dall'assunzione delle proprie responsabilità.

[...]

In termini di etica del potere, ciò che è importante non è che cosa si sa, ma cosa si fa accadere. Lo scienziato moderno non può più ricavare solo dalla sua lealtà all'evidenza la soluzione, a priori, di ogni suo coinvolgimento morale. Se è partecipe di un'operazione di potere non può ignorare che, scegliendo tra le diverse evidenze quella che decide di perseguire, fa scelte politiche.

[...]

Vedi, più in basso, i riferimenti interni a questo sito

Sarà proprio un imperativo etico quello di introdurre anche nella "governance" l'innovazione necessaria per poter disporre di procedure che non si trincerino dietro principi semplici (ad esempio: il principio di precauzione, l'euristica della paura, lo stesso principio di responsabilità), ma sappiano affrontare con coraggio il rapporto esistente tra complessità, esercizio della responsabilità, eticità delle scelte individuali e collettive.
E' questo il tema della cosiddetta "democrazia deliberativa", cioè di quei metodi democratici innovativi (consensus conferences, scenario work shop, citizens juries) nel cui ambito è proprio la procedura ad essere presa in considerazione come fonte di legittimazione anche etica, in scelte complesse da fare in condizioni di conoscenze --anche morali-- limitate. A questo proposito basta richiamare il quadro di complessità e incertezze etiche che avvolge i processi decisionali e regolatori in materie come quelle che le bioscienze o le nanotecnologie già ci hanno proposto: dalla clonazione alle staminali, dagli OGM ai nano-chips.



Excerpts from "New science and new politics":

So what does it mean then to look at science from the other side of the looking glass? [...] It means being aware, precisely because we are awake, of the need to abandon a view of science constructed entirely on its own internal reasoning, with the consequent high risk of self-sufficiency and introversion, which are truly potentially dream-inducing.

[...]

Power - be it political, economic, ideological or religious -- has always been a threat. Science's highest ethical ideal has been to resist manipulation by the powers that be, serving experimental truth alone. This is not only due to an understandable aspiration to purity. Fortunately, science is also able to interpret the widespread fears that surround it in a society disturbed by the abuse of truth by the powerful. On this basis science built up the incomparable heritage of trust that it enjoyed until recently.
It is precisely for this reason that science has for so long believed it possible to find safety and protection in the "looking glass" in which it could be mirrored without being observed. It was aware that, in this way, it was exposing itself to the risk of being self-referential, but it was not afraid of that. Quite the opposite.
But the conditions which gave rise to this choice no longer obtain.

[...]

When knowledge, thanks to technology, is personified in concrete tools that exalt its usefulness, these condition the development of humanity and confer power on their author, even if only instrumentally. When innovation breaks through, it forces science not only to address the means but also the ends, thereby profoundly altering the scientist's role, which becomes one of equal joint responsibility: from supplier of the means to joint decision-maker.

[...]

Acting as the telescope to see what the Moon is made of without trying to find out what use today's powers would want to make of this knowledge, is no longer possible.

[...]

The alliance with enterprise has emerged therefore from the scientist's growing need to work in adequately organised facilities. Companies have been very quick to identify in the absolute novelty of many scientific discoveries a new resource -- innovation - that could contribute to profit. They understood that for innovation, the contribution of science, while fundamental, was not enough and it was necessary to build on the scientific hypothesis, technology and capital, adding other factors such as creativity, willingness to take risks, managerial capabilities; factors that it was able to acquire, teaming up the scientist with the entrepreneur with the goal of achieving the improbable.
Innovation is a complex phenomenon combining science, technology, finance, management, enterprise and organisations to achieve a goal that is not only scientific but also entrepreneurial and political. Its ultimate use will be outside science, even though it greatly needs the contribution of science. However innovation is a continuous process.

[...]

Today, science is fully aware of this.
New science has understood the challenge offered by modern society, to abandon archaic divisions and move towards areas where potential for change is concrete, to leave its adolescence behind and reach maturity by familiarising itself with power. What is true of people is also true of science: adulthood is attained only when, with the knowledge we have acquired, we can - and realise that we can -- exert power.
Does this mean that new science has lost its innocence along with its freedom?
To a certain extent the answer is "yes", because to respond to these stimuli while maintaining as much self-determination as possible and without taking refuge in unrealistic divisions, certainly means a readiness to compromise, to get one's hands a bit dirty. In another sense though, the answer is "no", because there is no true purity without responsibility.

[...]

In terms of the ethics of power, what is important is not what is known, but what can be made to happen. Modern scientists can no longer justify, a priori, their moral involvement in innovations simply by being loyal to the truth. They cannot ignore the fact that they are taking part in something that has to do with power. In choosing one truth over another, they make a political choice.

[...]

See below the links inside this site

It really is an ethical imperative to introduce innovations into governance to provide procedures that do not entrench themselves behind simple principles (for example: the principle of precaution, the heuristics of fear, the very principle of responsibility), but ones that can boldly confront the existing relationship between complexity, exercise of responsibility, and the ethics of individual and collective choices.
This is the concern of what is called "deliberative democracy ", that is, innovative democratic methods (consensus conferences, scenario workshops, citizens' juries) where precisely those procedures need to be taken into consideration as the source of legitimisation (also ethical) for complex choices to be made in conditions of limited knowledge (also moral). This mix of ethical complexity and uncertainty is already affecting decision-making and regulatory processes in areas such as the biosciences or nanotechnology, from cloning to stem cells, GMOs and nano-chips.

Riferimenti interni a questo sito -- Links inside this site

[23/02/05]
Altri articoli sul Principio di precauzione, o che lo menzionano, interni a questo sito:

Nel blog di Segnalazioni:
- Il principio di precauzione in "Scienza Esperienza" (18/07/03)
- CRASL, Brescia 22 gennaio 2004 ore 14.00 (17/01/04)
- Sul concetto di "precauzione": uno studio di taglio giuridico (21/05/04)
- Nano-etica cercasi (03/09/04)
Nel blog di Rassegna stampa
- Marcello Cini e la manipolazione della vita (10/04/03)
- Come (non) si parlano scienza e politica (30/8/03)
- Rassegna stampa sulla conferenza che Bruno Latour ha tenuto a Milano il 17 novembre 2003 (11/12/03)
- Conoscere (e coinvolgere) per deliberare (6/12/04)

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Biografia di Giannino Bassetti: immagini della giornata di presentazione del libro [25/10/05]

( 8 Febbraio 2005 )

[25/10/05]

Nel sito del Centro per la Cultura d'impresa è stato realizzato uno spazio dedicato alla giornata di presentazione del libro, che comprende una scheda del volume, i testi e le registrazioni degli interventi, una galleria fotografica, nonché a una Rassegna stampa

Alcune immagini della giornata di presentazione del libro "Giannino Bassetti. L'imprenditore raccontato", di Roberta Garruccio e Germano Maifreda (postfazione di Giulio Sapelli), edito da Rubbettino.

Alla presentazione sono intervenuti, Piero Bassetti (Fondazione Giannino Bassetti), Giorgio Rumi, (Università degli Studi di Milano) e Giulio Sapelli (Centro per la Cultura d'impresa); Pier Andrea Chevallard (Camera di Commercio di Milano) ha fatto da moderatore.
In linea col tono del libro stesso, l'incontro ha tracciato uno sguardo sulla vita e l'operato di Giannino Bassetti in modo non apologetico, affrontando l'uomo e l'imprenditore in relazione al suo tempo, mettendo l'accento sulla innovativa concezione di un imprenditore responsabile.

Si veda anche la Segnalazione della presentazione del libro (a Milano il 20 dicembre 2004), dove si trova anche un elenco delle librerie in cui è possibile acquistare il volume.

Alcuni brani del libro sono stati citati in "Argomenti" il 15 dicembre 2004

(clicca sulle immagini per vederle più in grande)
Giulio Sapelli, Piero Bassetti, Pier Andrea Chevallard, Giorgio Rumi
L'intervento di Piero Bassetti
L'intervento di Giorgio Rumi
La presentazione del libro: "Giannino Bassetti. L'imprenditore raccontato"
La presentazione del libro: "Giannino Bassetti. L'imprenditore raccontato"
La presentazione del libro: "Giannino Bassetti. L'imprenditore raccontato"
L'intervento di Giulio Sapelli
La presentazione del libro: "Giannino Bassetti. L'imprenditore raccontato"
L'intervento dell'autrice Roberta Garruccio

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Innovazione, Salute e Sanità: Lecture di Daniel Callahan -- The implications of innovation in the health field: a Lecture by Daniel Callahan

( 3 Febbraio 2005 )

( scritto da Redazione FGB Cliccare sul link per scrivere all'autore )

Daniel Callahan
«A essere in gioco sono gli scopi stessi della medicina, non solo i suoi mezzi. È nostra convinzione, che tali scopi oggi debbano essere riesaminati ex novo?.»

Con queste parole Daniel Callahan, fra i maggiori esperti internazionali di bioetica, sostiene la necessità di una nuova concezione del malato e il controllo sostenibile della tecnologia sanitaria.

Callahan è stato fra i primi a richiamare l'attenzione su limiti e scopi dell'innovazione in campo medico, e sulla sfida decisionale che si impone nel delicato settore della salute.

Il suo intervento del prossimo 21 febbraio ( v. il PROGRAMMA) si inquadra nella serie di Lectures organizzate con cadenza annuale dalla Fondazione Giannino Bassetti in collaborazione con le più prestigiose istituzioni universitarie milanesi.

Dopo l'economista Richard Nelson (Università Bocconi, giugno 2002), intervenuto sulla disparità di sviluppo del know-how scientifico, tecnologico e industriale, il sociologo Bruno Latour (Politecnico di Milano, novembre 2003), che ha affrontato il problema della governance dell'innovazione e le sue ricadute in termini di partecipazione democratica, quest'anno, grazie alla collaborazione dell'Università Cattolica, l'impatto dell'innovazione sulla salute e la sanità saranno affrontati da Daniel Callahan.

Daniel Callahan, one of the world's leading experts in bioethics, stresses the need for a new concept of illness and sustainable control over health technology. As he sees it, what is at stake here are the ends pursued by medicine, not just the means used. These ends, he is convinced, need to be reviewed from a completely new perspective.

Callahan was one of the first commentators to draw public attention to the limits and aims of innovation in the health field, and to the decision-making challenges now being posed in this delicate sector.

His talk on 21 February ( see PROGRAMME) is part of the series of lectures organised each year by the Giannino Bassetti Foundation in collaboration with Milan's most distinguished universities and academic institutions.

After the economist Richard Nelson (Università Bocconi, June 2002), who spoke on the uneven development of scientific, technological and industrial know-how, the sociologist Bruno Latour (Politecnico di Milano, November 2003), who addressed the governance of innovation and its repercussions in terms of democratic participation, this year, as a result of our collaboration with the Università Cattolica, Daniel Callahan will be addressing the question of the impact of innovation in the health field


Si vedano anche:

Il Call for Comments collegato alla Lecture di Daniel Callahan

- Articolo del 18 gennaio

Le Lectures precedenti:

- Lecture di Bruno Latour e il Call for Comments collegato

- Lecture di Richard Nelson

See also:

The Call for Comments for Daniel Callahan's lecture

- The article of 18 January

The previous Lectures:

- Lecture by Bruno Latour and its Call for Comments

- Lecture by Richard Nelson

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