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Tutti gli interventi di Dicembre 2004
(sotto questo elenco trovi anche gli ARCHIVI mensili)
  • DiaBloghi ! (T. Correale Santacroce - 31 Dicembre 2004)
Questi sono gli interventi del mese di Dicembre 2004
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TUTTI GLI ARGOMENTI
trattati da Aprile 2000 (avvio del sito) ad Agosto 2005

Gli indici coprono il periodo che va fino ad Agosto 2005, mentre da Settembre 2005 gli Argomenti possono essere seguiti, in progressione cronologica, accedendo agli ARCHIVI (mensili) che si trovano in questa pagina, sotto l'elenco degli interventi.
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e i
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che orbitano attorno a questa sezione

DiaBloghi
Blog di dialoghi sull'innovazione "poiesis intensive"

[25 maggio 2005]
"Rinnovare, cambiare o innovare?" è la nuova domanda apparsa in DiaBloghi!

[10 settembre 2005]
Leggi il "commento" scritto da Gavino Massidda in relazione al dialogo Cosa vuol dire che una cosa vale, e che vale poco o tanto?

BIBLIOGRAFIE
presenti in questo sito

Gli aggiornamenti nei BLOG - BLOG Updates

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DiaBloghi !

( 31 Dicembre 2004 )

Inaugurare uno spazio come DiaBloghi è aprire una sorta di scommessa. DiaBloghi ha diversi aspetti che possono accendere discussioni. A cominciare dal tema di fondo, ovviamente: l'innovazione "poiesis intensive".
Che tipo di innovazione è? Credo che non esista un'innovazione che non abbia una forte presenza di poiesis. La capacità di dare forma tramite azione ad una visione, ad un'invenzione, ad un'idea.
Se ogni innovazione possiede questo aspetto, l'intenzione è, con DiaBloghi, di osservarlo con attenzione, di mettervi l'accento e farlo risaltare.
Esistono innovazioni in cui la poiesis abbia la predominanza sugli altri aspetti, sul carattere scientifico, tecnologico, economico, sociale...?

Si parla di innovazioni con un "driver" (ad es. design driven), cioè con qualcosa di "tangibile" che trascina il tipo, il carattere dell'innovazione; con la poiesis, invece, si tratta di "intangibilità", qualcosa che piuttosto permea e permette l'innovazione, qualcosa che rende densa l'idea e l'azione innovativa, intensa appunto.

Richard Normann in "Reframing business" parla di density, e un'azione innovativa è densa quando riunisce tempo, spazio e attori. Normann vede l'innovatore come colui che riesce a "combinare" elementi non più provenienti o filtrati dalla fabbrica, ma elementi provenienti dalle parti più diverse, con una visione il più globale possibile... è in questa capacità "combinatoria" la poiesis dell'imprenditore attuale?

Ma il discorso allora si sposta sull'individuo; sulle sue potenzialità intangibili, di pensiero e creatività, e sulle sue capacità di metterle in azione. Allora l'innovazione poiesis intensive è quella che più di altre innovazioni, mette in gioco l'individuo e la sua capacità creativa di ristrutturare il mondo o la visione di esso?

Come dicevo in principio, DiaBloghi propone diversi spunti di discussione. Oltre al suo tema di fondo, è la forma di scrittura, la forma in dialogo, che caratterizza l'iniziativa.


La struttura di DiaBloghi
(fai clic per vederla ingrandita)

Rispetto ad altri semplici blog o ai forum di discussione, che già impegnano coloro che vi partecipano ad un'attenzione diacronica particolare, DiaBloghi aggiunge una forma inusuale di scrittura, e struttura gli interventi più che in maniera temporale in nuclei di discorso attorno agli scritti in forma dialogica.
Chi scrive un dialogo (vedi le modalità per partecipare a DiaBloghi) non solo parla di innovazione poiesis intensive e dei temi ad essa connessi, ma fa un'azione creativa molto raffinata.
Bateson, i cui scritti hanno partecipato ad ispirare DiaBloghi, parla di metalogo quando l'argomento trattato nel dialogo è scritto in una forma tale da richiamare in modo metaforico la cosa di cui si parla. In DiaBloghi si propone di fare una cosa simile: si parla di creatività nell'azione innovativa e lo si fa con un gesto creativo.

DiaBloghi è una sorta di scommessa perché non si pensa che scrivere un dialogo sia una cosa facile, e più la cosa è difficile più la gente si chiede "perché lo devo fare, cosa mi dà scrivere un dialogo?". La scommessa non è vedere quanti avranno l'energia per scrivere un dialogo (ogni forum o blog collettivo nasce con questa domanda), la scommessa in verità, si pone fra chi scrive e le sue stesse idee. Qui infatti si tratta di provare. Perché scrivere in forma di dialogo è in sé un'esperienza, perché facendola si scopre in modo evidente che la forma non è slegata dal contenuto, che ti costringe a porre il discorso in modo inusuale. Se si parte, ad esempio, con una dichiarazione che si considera acquisita o di cui pensiamo di avere nelle nostre mani il senso, si va sempre a scoprire qualche aspetto che non si era notato, cui indebitamente non si era data importanza. Perché giocare il gioco dei ruoli e dei personaggi, diventa facilmente una specie di partita a scacchi.

La Pagina iniziale di DiaBloghi si può raggiungere velocemente cliccando qui. Da lì si può visitare una serie di altre pagine con scritti di supporto all'iniziativa: una breve Presentazione (ci si va direttamente cliccando qui), oppure la pagina dei materiali. Nella pagina dei materiali ci sono esempi, note informative riguardo a dialoghi illustri che hanno ispirato l'iniziativa, link interni al sito della Fondazione e link ad altri siti, se si volessero approfondire alcuni argomenti. Per andare direttamente alla pagina dei Materiali, fai clic qui.
Infine, è importante dare un veloce sguardo alle "sette regole" per partecipare, non perché se non le si segue non si venga ammessi in DiaBloghi, ma perché danno un'utile traccia da percorrere per scrivere un dialogo (per andare direttamente alle "Sette Regole" fai clic qui).

Allora, arrivederci in DiaBloghi!

T.C.S.

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Aggiornamenti in Collaborate

( 28 Dicembre 2004 )

( scritto da Gian Maria Borrello Cliccare sul link per scrivere all'autore )



Il 31 Dicembre Collaborate chiude, lasciando il posto a una nuova iniziativa: DiaBloghi, un blog collettivo sull'innovazione "poiesis intensive".

Collaborate

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Innovazione relazionale (dalla biografia di Giannino Bassetti)

( 15 Dicembre 2004 )

( scritto da Redazione FGB Cliccare sul link per scrivere all'autore )

Alcuni brani del libro Giannino Bassetti. L'imprenditore raccontato, di Roberta Garruccio e Germano Maifreda (postfazione di Giulio Sapelli), edito da Rubbettino, interpolati e integrati col contenuto di alcune delle note a piè pagina (grassetti nostri)

Biografia di Giannino Bassetti

Gli autori

Roberta Garruccio è ricercatore di Storia economica presso il Dipartimento di scienze della storia e della documentazione storica dell'Università degli studi di Milano. Da tempo collabora con il Centro per la cultura d'impresa ai progetti che riguardano la costruzione e collezione di fonti orali. Nella stessa collana ha pubblicato: Minoranze in affari. La formazione di un banchiere: Otto Joel, 2002.

Germano Maifreda è ricercatore di Storia economica presso il Dipartimento di scienze della storia e della documentazione storica dell'Università degli studi di Milano. Si occupa in particolare di storia dell'impresa. Nella stessa collana ha pubblicato: Governo e rappresentanza degli interessi: Angelo Villa Pernice (1827-1892), 2001.

Giulio Sapelli è docente di Storia economica e Analisi culturale dei processi organizzativi presso l’Università degli studi di Milano ed è presidente del Centro per la cultura d’impresa. Nella stessa collana ha curato: Storia dell’Unione italiana delle Camere di commercio, 1997; Persona e Impresa, 1999; Tra identità culturale e sviluppo di reti, 2000; Profili di Camere di commercio italiane all’estero, 2001.

Si veda anche la Segnalazione della presentazione del libro (a Milano il 20 dicembre 2004), dove si trova anche un elenco delle librerie in cui è possibile acquistare il volume.

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Dalla Introduzione, intitolata Dalla memoria alla storia di un imprenditore, di Roberta Garruccio, alle pagine 9 - 31.

Tra gli anni trenta e gli anni cinquanta le strategie commerciali della Bassetti agiscono sulla percezione del prodotto da parte del consumatore e cambiano in particolare la natura del "prodotto-biancheria-per-la casa": se il corredo della sposa (parte importante della sua "dote"), nella lunga tradizione in cui le lenzuola erano state manufatte dalla ragazze e dalle loro madri, aveva conservato un forte contenuto simbolico, nella trasformazione e nella proposta del lenzuolo come merce questo viene desacralizzato. Giannino Bassetti sembra appartenere a un'anima dell'industria del Novecento che è più vicina a quella dell'ideatore del rasoio di sicurezza a lama intercambiabile, King H. Gillette, che a quella di Henry Ford: proprio perché il rasoio usa e getta è stato un oggetto che trasformava non solo l'arte e l'abitudine quotidiana del radersi, ma anche il carico simbolico e affettivo di quella pratica e di quella abitudine, radicate nell'idea stessa e nei rituali della mascolinità, laddove la lama del vecchio rasoio tradizionale era passata, magari per generazioni, da padre in figlio assieme a quei rituali legati all'ingresso nell'età adulta.

"[Gillette] sensed that he and other men were willing to give up the masculine rituals not only for the sake of convenience in the domain of removing facial hair but also for the sake of having a different relation to things in general. Gillette sensed that masculinity could - and would, thanks in part to him - be understood as commanding things and getting rid of them when they ceased to serve rather than caring for and cherishing useful and well-engineered things. Gillette entrepreneurial convintion did not rest on a skilful balancing of technical know-how and needs; he sensed the dullness of his [old] razor, the dullness of the blade as unusual, as something to be changed in the way he dealt with things generally. [...] The entrepreneurial question was: what did his annoyance at the dullness of the old razor mean? Did it mean that he just wanted a better crafted straight-edge razor that kept the edge longer? Or did he want a new way of dealing with things? We shall argue that genuine entrepreneurs are sensitive to historical questions, not the pragmatic ones, and that what is interesting about their innovations is that they change the style of our practices as a whole"
(C. SPINOSA, F. FLORES e H.L. DREYFUS, Disclosing New Worlds. Entrepreneurship, Democratic Action and the Cultivation of Solidarity, Cambridge (Mass.), MIT Press, 1997, p. 40).

Giannino Bassetti intuisce che anche l'acquisto e il consumo della biancheria potevano diventare un mezzo di identificazione e di comunicazione personale e afferra parimenti che quella che andava innovata era la relazione con il consumatore: «Era quel tipo di innovatore --dice di lui Piero Bassetti-- cioè un innovatore dei comportamenti e delle relazioni; l'innovazione dei costumi, del resto, è sempre un'innovazione di tipo relazionale»


 
Il rapporto fra innovazione, mercato e svolte nel costume è anche accennato in altri punti di questo sito, per esempio --e all'interno del tema dei rapporti tra responsabilità politica nell'innovazione, rischio sociale e ruolo deresponsabilizzante del mercato-- in questo punto della Relazione che Piero Bassetti ha svolto nel Seminario tenuto alla London School of Economics il 14 maggio 2003

Si tratta anche di attenzione verso il consumo, anzi verso un nuovo soggetto di consumatrice femminile, che si vuole detentrice di potere e di autonomia di spesa e, per questo, non più soggetta alla figura maschile paterna o maritale, o almeno non più tale in quel comportamento di acquisto. Dopo aver condotto pionieristiche indagini motivazionali, è questo il messaggio che viene sintetizzato dalle prime affiches pubblicitarie, che ritraggono madre e figlia chine insieme nella scelta del corredo. L'immagine è poi affidata ai periodici a larga diffusione popolare degli anni cinquanta e sessanta, in particolare ai fotoromanzi come "Bolero". Piero Bassetti, insieme alla nuova generazione famigliare, già partecipa alla gestione dell'azienda (pur "tra dentro e fuori", come vedremo dalla sua testimonianza: [ndr: a p. 148 del volume e, per una citazione, qui oltre]) e afferma che in questa scelta di comunicazione vi è in nuce l'idea, condivisa da Giannino, di contribuire a una prima emancipazione della donna, per quanto parziale, di contribuire ai «molti femminismi, perché la mia idea è che di femminismo non ce n'è uno solo».

L'innovazione relazionale

e

la responsabilità dell'innovatore

L'innovazione messa in atto da settori come il tessile-abbigliamento e dal sistema "moda" che ne è alimentato, ha radicalmente trasformato la natura del prodotto industriale introducendovi una nuova dimensione, una dimensione che oggi è detta relazionale: dopo l'orientamento alla produzione e dopo l'orientamento al mercato si parla infatti di orientamento verso il consumatore finale. Il sapere di chi acquista è aumentato, è aumentata la sua capacità di apprendere, così la particolare attitudine del venditore a utilizzare incroci di conoscenze che valorizzano i prodotti e l'intelligenza applicata allo sviluppo di competenze in questa direzione sono diventate cruciali. Innovazioni non-labour-saving innovazioni skill enhancing, le quali sottolineano l'importanza dei sistemi all'interno dei quali si manifestano, troverebbero nella leadership il loro driver essenziale, reintroducendo il ruolo delle persone e delle individualità nel processo innovativo. Ma reintroducendo di conseguenza anche l'urgenza della riflessione sulla responsabilità dell'innovazione stessa. E' questo dunque il collegamento con gli obiettivi della Fondazione Giannino Bassetti: la biografia che qui viene presentata afferma il pionieristico contributo di questo imprenditore alla introduzione nel mercato e nella società italiana di questo tipo di sensibilità commerciale e di questo tipo di capacità di relazione.

L'innovazione "soffice"

Un saggio recente, scritto a più mani da tre scienziati sociali di diverse competenze, reca il significativo titolo: Disclosing New Words. Entrepreneurship, Democratic Action and the Cultivation of Solidarity e promette un passo in avanti rispetto alla concezione schumpeteriana dell'imprenditore e dell'innovazione. Secondo questi autori resta ancora da scandagliare larga parte dell'innovazione "soffice", realizzata dagli imprenditori che sono in grado di sintonizzarsi con i modi e gli stili di vita delle persone, di intuire come e che cosa rende questi modi e questi stili pervasivi e che per questo sono in grado di generare innovazione.

"The changes they bring about are changes of historical magnitude because they change the way we see and understand things in the relevant domain. Such an entrepreneur senses that he in on the scent of such a problem when he senses that the product or service he will have to produce will change the general way we handle things or people in some domain. Such skills are quite different from our other skills. These are the skills that define the genuine entrepreneur".

--- --- ---

Dall'intervista a Piero Bassetti, alle pagine 148 - 162 del libro

Dal ritratto che di Giannino Bassetti fa Piero Bassetti nella Presentazione della Fondazione pubblicata in questo sito web:
«Non gli sfuggiva affatto che il vero ruolo di un imprenditore responsabile si definisce e completa anche per il contributo dato allo sviluppo civile della società in cui opera.»

La Bassetti, in Italia, ha fatto una parte non trascurabile del "costume" e in particolare del costume femminile. Potremmo arrivare a sostenere che ha assunto una funzione di educazione di massa delle donne e anche una funzione di avanguardia nelle battaglie del femminismo. Questo perché faceva "sovrana" la donna. La donna come consumatrice dei prodotti Bassetti non era più soggetta all'uomo, per esempio non era più soggetta al padre nell'acquisto del corredo. Certo questa è una visione che non potrà essere condivisa da tutto il pensiero femminista, perché la sovranità che le si concedeva era pur sempre relegata al ruolo tradizionale di ménagère... ma non di meno si trattò di un passo avanti nel costume italiano che non era di poca portata.

[...]

Certo, tutto interno al sistema di valori della società di allora. Si trattava di un femminismo non dialettico, era un "femminismo evolutivo", che semmai si agganciava alle tradizioni dei femminismi precedenti, cioè della reggiora delle società agricole, o delle posizioni di potere di fatto della donna, dell'alleanza madre e figlia. Che poi è quella che ha preluso e che era già partecipe dei primi segni di quel femminismo della donna come consumatrice, cioè detentrice del potere di acquisto e di determinazione dei consumi, che è stata eredità di origine americana.

[...]

Da alcuni di questi colloqui con lo zio Giannino è nata la sua disponibilità a legare le risorse per avviare una fondazione --quella che è oggi la "Fondazione Giannino Bassetti"-- la cui missione doveva essere la ricerca e l'azione sul tema della responsabilità nell'innovazione. Un tema che gli era subito piaciuto, perché aveva capito --ed eravamo nel 1982!-- che sarebbe stato quello un problema centrale per gli imprenditori del futuro: in un mondo che sempre più li avrebbe chiamati a comporre le grandi opportunità, e potenzialità, dell'innovazione con i valori della responsabilità.

L'indice del libro

5

Prefazione

7

Premessa

9

Roberta Garruccio
Introduzione. Dalla memoria alla storia
di un imprenditore

9

1.

Una domanda di identità: Giannino Bassetti e la Fondazione Giannino Bassetti

10

2.

Giannino Bassetti: l'innovazione non brevettabile

20

3.

Quando mancano le carte: l'imprenditore raccontato

33

Germano Maifreda
L'imprenditore raccontato

33

1.

Razionalizzazione, distribuzione, consumi

40

2.

La Bassetti di Giannino Bassetti

69

3.

La razionalità e il gruppo

88

4.

Un'impresa familiare

101

5.

Il senso comune come sistema culturale

143

Testimonianze su Giannino Bassetti raccolte da Roberta Garruccio

143

1. Aldo Bassetti

146

2. Gian Sandro Bassetti

148

3. Piero Bassetti

162

4. Andreina Bassetti Rocca

166

5. Padre Luciano Caldiroli

174

6. Filippo Cantù Rajnoldi

184

7. Cesare Cavaleri

202

8. Giuseppe De Zan

206

9. Achille Dozzi

214

10. Padre Alfredo Imperatori

218

11.
Attilio Mentasti

226

12. Erri Rampone

234

13. Mario Turconi

241

14. Don Lugi Verzè

245

Roberta Garruccio
Conclusioni. La conservazione del mondo

245

1.

Quale biografia?

254

2.

L'identità narrativa

256

3.

Narrativa ed etica

261

Giulio Sapelli
Postfazione. Mitobiografia per le scienze sociali

Appendice

267

Profilo storico dell'impresa

271

Norme generali di organizzazione del venditore

285

Iconografia

303

Indice delle fonti

305

Indice dei nomi

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