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Tutti gli interventi di Marzo 2004
(sotto questo elenco trovi anche gli ARCHIVI mensili)
Questi sono gli interventi del mese di Marzo 2004
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TUTTI GLI ARGOMENTI
trattati da Aprile 2000 (avvio del sito) ad Agosto 2004

Gli indici coprono il periodo che va fino ad Agosto 2004, mentre da Settembre 2004 gli Argomenti possono essere seguiti, in progressione cronologica, accedendo agli ARCHIVI (mensili) che si trovano in questa pagina, sotto l'elenco degli interventi.
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DiaBloghi
Blog di dialoghi sull'innovazione "poiesis intensive"

[25 maggio 2005]
"Rinnovare, cambiare o innovare?" è la nuova domanda apparsa in DiaBloghi!


[17 giugno 2005]
Leggi il "commento" scritto da Aleph V° in relazione al dialogo Cosa vuol dire che una cosa vale, e che vale poco o tanto?

BIBLIOGRAFIE
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Gli aggiornamenti nei BLOG - BLOG Updates

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Law, GM technology and innovation

( 19 Marzo 2004 )

( scritto da Daniele Navarra Cliccare sul link per scrivere all'autore )

A discussion related to legal matters in developing countries is important for understanding the policy processes opening or closing the available 'routes' to innovation in the least advanced nations . What I have tried to convey in the last entries posted in my blog is an overall sense of what is happening and how this will affect decisions of multinationals, governments and consumers today and for the years to come. Sadly despite the importance of public consultations around GM food and technology, these will not help us understand what happens internationally. For instance, in Britain there has recently been a public consultaion on GM food, but it has been largely ignored by the policy makers. Therefore the importance to understand better what is happeing in the international arena and where we are going, even if it might not seem to be directly related to the subeject at hand. Hopefully, I will try to make the above more clear to the readers in the report forthcoming in this space on 'Modern Biotechnology in LDCs: Governing Innovation in India's Agricultural Markets'.

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Informazione e OGM

( 19 Marzo 2004 )

( scritto da Vittorio Bertolini Cliccare sul link per scrivere all'autore )

Dell'intervento di Pastore "Informazione e Ogm" vorrei sottolineare l'espressione "sono certo che il sistema agricolo italiano non deve farsi coinvolgere dagli OGM". Poichè dal contesto, se non ho capito male, si deduce che in tema di ogm, la "cattiva" informazione, o la non informazione sugli ogm è più altro in funzione "anti", viene da chiedersi che senso ha preoccuparsi di una corretta informazione sugli ogm, se, tutto sommato, anche la cattiva informazione porta acqua al nostro mulino. Poichè non credo Pastore persona sprovveduta, nè tanto meno in malafede, credo che ritenga che la buona informazione scientifica sia un bene che deve andare al di là delle nostre credenze o convenienze. In questo caso mi sarebbe parso più opportuno che la certezza lasciasse il posto a un qualche dubbio. Tanto più che la sua certezza riguarda l'ogm in Italia e non in assoluto.

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OGM e informazione

( 16 Marzo 2004 )

( scritto da Gian Maria Borrello Cliccare sul link per scrivere all'autore )

Nella risposta che Gianni Pastore mi ha dato non capisco soprattutto una cosa: perché abbia tanto personalizzato (su di lui e su di me). Questo mi fa venire in mente quegli sketch in cui due interlocutori si fraintendono reciprocamente ("... ah ma io mica mi riferivo a...").

Comunque, siccome qui si tratta non tanto di "parlarsi addosso", quanto piuttosto di esporre ai lettori le proprie opinioni e le proprie esperienze, vorrei invitare Pastore a un dialogo-intervista, on line, con me e Vittorio Bertolini, che il pubblico possa seguire "in diretta". Penso che questo sarebbe un bel modo per raccontare e spiegare al pubblico, in modo più esauriente, la sua attività di ricerca e quella svolta dall'INRAN (l'Istituto Nazionale di Ricerca su Alimenti e Nutrizione, dove Pastore lavora). A me, personalmente, interesserebbe molto sapere qualcosa di più.

Se gradisce l'invito, possiamo cominciare anche subito.

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OGM e informazione

( 16 Marzo 2004 )

( scritto da Gianni Pastore Cliccare sul link per scrivere all'autore )

Scrive Borrello: «Bisognerebbe, dunque, fare dei "distinguo" fra tipologie di informazione (più che di mezzi), cioè fra tipi diversi di scopo dell'informazione (non sempre lo scopo di un mezzo d'informazione è quello di informare...)» [Ndr: si veda l'intervento del 12 marzo].

Ebbene si, probabilmente sono ancora uno dei pochi che pensano che lo scopo dei mezzi di informazione sia... di informare. Se così non è più, allora Borrello ha tristemente ragione nella prima parte della sua lettera.

Se poi ci si riferisce al fatto che i mezzi di informazione debbano "educare"... beh... ovviamente rispetto l'opinione, ma allora mi piacerebbe che non si parlasse poi di "democrazia partecipativa" di "consenso informato" o di cose simili: Informare il consumatore in modo che possa scegliere è un conto... educarlo a scegliere la Verità è un qualcosa che invece mi ricorda qualcosa di terribilmente poco piacevole nella storia dell'uomo...

Borrello evoca un impeto di umiltà da parte mia... Sono davvero perplesso, mi reputavo ragionevolmente umile... io non sono tra coloro che conoscono la Verità e che si sentono in dovere di "educare" il prossimo (ovviamente facendolo senza nessuna arroganza)... Io purtroppo la Verità non la conosco, e, caro sig. Borrello, è proprio per questo che vorrei fare ricerca...

E' proprio questo il punto del mio precedente commento. Non ho nessun dubbio che il consumatore abbia il diritto di rifiutare il consenso a qualunque innovazione (in modo informato, ma mi spingo molto oltre, anche modo non informato). Ma non si parla di questo, si parla di educare al rifiuto di permettere la ricerca... la cosa è diversa... terribilmente diversa! Ritengo pericolosissimo chi educa al rifiuto verso la ricerca...

Per quanto riguarda il "consenso informato": sono ancora una volta d'accordo con Borrello sul fatto che dovremmo avere un impeto di umiltà e non dovremmo pensare che chi non è d'accordo con noi sia necessariamente disinformato... ma... forse... allo stesso modo... potrei suggerire un secondo impeto di umiltà, e non pensare che, al contrario, chi è d'accordo con noi sia necessariamente bene informato...

Ma in questo caso la soluzione c'è!

Si provi (noi lo abbiamo fatto) a fare un paio di domande alle persone che sono contrarie agli OGM. Si provi a chiedere cosa sono questi OGM, si entri in un supermercato e si chieda alle persone contrarie perché sono contrarie. Controlliamo le risposte e vediamo chi è l'umile e chi l'arrogante!

Una cosa è certa, il consumatore non è tenuto a spiegare a nessuno perché non vuole una innovazione può farlo anche da non informato, può farlo per qualunque motivo, ma può non accettare l'innovazione, non deve poter rifiutare il fatto che si possa far ricerca sull'innovazione... ed è questo che purtroppo sta succedendo... Le risposte che ho letto (nella media ovviamente, di informati ce ne sono... pochini... ma ce ne sono) mi fanno pensare a una triste azione "informativa" fatta assolutamente in malafede di chi è contrario all'innovazione per semplice credo pseudo-religioso... Ed è questo che mi fa paura, non certo gli OGM (che in ogni caso, come ho scritto precedentemente non voglio di certo in mezzo alla produzione agricola di qualità italiana).

E poi... infine... insomma... scusatemi... ma non accetto lezioni di umiltà da chi conosce la Verità Assoluta rifiutando la ricerca (ed è di ricerca e non di accettazione del prodotto che stiamo parlando)...

Finendo di rispondere al sig. Borrello, per quanto riguarda la parte di scienziati che hanno perplessità sugli OGM (perplessità che, spero il sig. Borrello lo sappia, sono molto molto diverse, terribilmente diverse dalle perplessità alle quali il consumatore è stato educato), in parte le ho anch'io... è proprio per questo che vorrei fare ricerca!

Gianni Pastore
Ricercatore
Istituto Nazionale di Ricerca
su Alimenti e Nutrizione

Via Ardeatina 546
00178 Roma

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OGM, ideologia e interessi [16/03/04]

( 15 Marzo 2004 )

( scritto da Vittorio Bertolini Cliccare sul link per scrivere all'autore )

Nell'ambito di un'iniziativa condotta dalla dr.ssa Parmendola, dello Staff FGB, per consolidare i rapporti di collaborazione con coloro che hanno dimostrato, a vario titolo, un interesse alle iniziative promosse nel sito della Fondazione Giannino Bassetti, Vincenzo Lungagnani, docente di Normative e Bioetica al Corso di Laurea in Biotecnologie all'Università di Milano Bicocca, ha inviato una risposta che ha ripreso il tema del Call for Comments dello scorso settembre-ottobre 2003 sulle biotecnologie moderato dal Giuseppe Pellegrini dell'Università di Padova: "Partecipazione pubblica e governance dell'innovazione. Una proposta di sperimentazione istituzionale sul tema delle biotecnologie".
La mail di Lungagnani mi ha sollecitato a scrivergli alcune mie considerazioni, da cui è nato un breve scambio di opinioni che si possono vedere alla pagina che riporta questo dialogo.

[16/3/04]

Il Prof. Lungagnani è già intervenuto in argomento: si veda l'intervento del Dicembre 2002 nel forum "Esperimenti & Democrazia" che era dedicato a un caso concreto di sperimentazione, quello del riso transgenico di Casalino. Nella pagina degli Argomenti trattati allora, troviamo numerosi item, tra i quali anche alcune recensioni del suo libro.

Come Redazione FGB abbiamo inoltre ritenuto utile, ai fini appunto di favorire, la diffusione delle idee sul tema dell'innovazione Ogm --ma per traslato dell'innovazione in generale-- riportare una sintesi, fattaci pervenire dallo stesso Lungagnani, del suo libro "Biotecnologie – Norme e regolamenti" (UTET Libreria, Torino 2002).
Quello che penso sia importante rilevare in questa sintesi è la lettura della modificazione di rotta avvenuta nel 1998 nell'Unione Europea relativamente agli Ogm. Questa modificazione, in senso restrittivo, a parere del prof. Lungagnani, più che a un'accentuata sensibilità verso il "rischio ogm" influenzata dal radicalismo verde e dal "popolo di Seattle", è stata determinata da concreti interessi dei produttori agricoli europei, svantaggiati dalla concorrenza, più avanzata in termini di innovazione tecnologica, dell'economia agricola nord-americana.

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OGM e informazione

( 12 Marzo 2004 )

( scritto da Sylvie Coyaud Cliccare sul link per scrivere all'autore )

Media

Mi sembra che, da quando non sono più riservati all'élite alfabetizzata (penso alle meravigliose circolari manoscritte degli ambasciatori
veneti), i mezzi di comunicazione siano scandalistici o non siano. Forse perché l'informazione su quanto sta al di là del proprio raggio di azione va strillata o non si fa sentire. Forse perché i mali attirano la nostra attenzione più del bene che diamo, illusi, per normale. Forse perché leggere degli scandali dovuti ad altri ci rende sopportabile la nostra disonestà quotidiana. Forse perché chi li fa, credendosi superiore, disprezza chi l'intelligenza di chi li usa. Forse perché - be', mi fermo qua.

Ogm

Non dovremmo considerarli un tipo per volta, vedere come e perché è creato, seguirne la crescita in campo sperimentale paragonando danni, vantaggi, prestazioni ipotizzate e raggiunte con i risultati ottenuti con ibridi e con pratiche tradizionali (in termini di terra occupata, acqua consumata, concimi, diserbanti, pesticidi ecc) in ogni contesto: geo-politico, alimentare, economico e ambientale?

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OGM e informazione

( 12 Marzo 2004 )

( scritto da Gian Maria Borrello Cliccare sul link per scrivere all'autore )

Gianni Pastore, nel precedente intervento, ha scritto:

«I nostri mezzi di informazione funzionano in modo anomalo... l'informazione di oggi deve essere sempre scandalosa, deve sempre denunciare e... instillare il dubbio che ci stanno fregando... fino al punto nel quale gli stessi mezzi di informazione si trovano imprigionati nella loro stessa gabbia...»

Trovo molto giusta l'osservazione sulla "gabbia", ma vedo la questione dell'informazione in termini un po' diversi.

In primo luogo non definirei "anomalo" il modo di funzionare dei mezzi di informazione. Ma su questo devo spiegarmi: non lo definirei tale se ci riferiamo a non meglio precisati "media"; per la maggior parte di questi, infatti, direi che il modo di funzionare che Pastore ha efficacemente sintetizzato è assolutamente normale e --quel che più conta-- intenzionale (quindi il trovarsi "imprigionati" è per essi --per così dire-- una dolce tortura o, se il paragone piace di più, una gabbia dorata).

Bisognerebbe, dunque, fare dei "distinguo" fra tipologie di informazione (più che di mezzi), cioè fra tipi diversi di scopo dell'informazione (non sempre lo scopo di un mezzo d'informazione è quello di informare...). Senza fare chiarezza su questo punto si corre il rischio di lasciare ampio spazio alle riserve che alcuni nutrono nei confronti delle esperienze ispirate alla democrazia partecipativa. E non pochi interventi del Call for Comments hanno esposto, con sguardo tra l'incerto e il sospettoso, proprio questo genere di riserve critiche.

Si tratta di vedere in che senso, perché e a che scopo affidarsi ai mezzi di informazione (e in rapporto a quanto ho detto sopra mi sembra chiaro che la questione non possa essere semplicemente evasa dicendo: per informare, no?).

In altre parole, dal mio punto di vista, l'ottica di Pastore si basa su una concezione troppo pura del mezzo di informazione e dell'informazione stessa, concezione che non trova riscontro nella realtà. E, paradossalmente rispetto alla sua affermazione iniziale riguardo alla teoricità del dibattito, è proprio questa sua concezione ad essere del tutto "teorica" o, per meglio dire, astratta.

Per il resto, e cioè con riferimento non al tema dell'informazione ma a quello dei vincoli nei confronti della sperimentazione, non so se sia soltanto una questione di leggi. Azzarderei l'ipotesi che non sia soltanto questo, che sia cioè anche (se non soprattutto) una questione di accettazione sociale dell'innovazione e (prendendo a prestito la terminologia) di "consenso informato". Azzarderei anche l'ipotesi che non sempre il consenso (mancante) può essere tacciato di essere disinformato o di fare disinformazione. Altrimenti si finisce nel circolo vizioso degli arroccamenti di parte: chi non la pensa come noi è perché è disinformato.

E se invece, in un impeto di umiltà, assumessimo che chi non è d'accordo su certe sperimentazioni sia in realtà più "informato" di noi?
Mica è solo il "vasto pubblico" a non essere d'accordo (e poi: anche fosse?), ma anche fior di scienziati (con ciò non mi riferisco necessariamente agli Ogm, anche perché questi, in questo sito, sono presi in considerazione come un caso di studio per portare avanti un discorso più ampio).

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OGM e informazione

( 6 Marzo 2004 )

( scritto da Gianni Pastore Cliccare sul link per scrivere all'autore )

Ho letto il diario n.1/2004, riguardo il cfc dello scorso settembre/ottobre 2003 sulle biotecnologie. Trovo quanto scritto estremamente corretto ma terribilmente teorico. E' indubbio che il rischio zero non esiste, è altrettanto indubbio che il consumatore debba essere informato meglio di quanto non sia oggi. Il problema sta nell'impossibilità di modificare (in tempi ragionevoli) i processi di informazione dei quali disponiamo oggi.

I nostri mezzi di informazione funzionano in modo anomalo... l'informazione di oggi deve essere sempre scandalosa, deve sempre denunciare e... instillare il dubbio che ci stanno fregando... fino al punto nel quale gli stessi mezzi di informazione si trovano imprigionati nella loro stessa gabbia... A quel punto sono costretti a informare le persone dicendo quello che ormai le persone si aspettano di sentire. Si crea un loop terribile e pericoloso nel quale si denuncia arbitrariamente qualcosa di pericolosissimo creando una percezione comune che poi deve essere cavalcata per non uscire dalla moda corrente dell'informazione.

Ho un collega, vi assicuro che è la verità, che anche lui esperto di OGM, chiamato per una intervista, preparando la stessa intervista ha evidenziato il concetto che gli OGM dovessero essere studiati, approfonditi, ma che non avevano le corna la coda e non puzzassero di zolfo... beh... il risultato era che... l'intervista non era più così necessaria...

Altro esempio dello stato patologico della nostra informazione: Vi ricordate la mucca pazza? Rischio reale: minore di quello che mi esploda lo schermo del computer nei prossimi 10 minuti, ma quante persone hanno smesso di mangiare carne rossa (mi piacerebbe quantificare i danni provocati dall'incremento delle anemie nel periodo mucca pazza). Nessun problema, scelta legittima, ma quelle stesse persone, magari, commentavano i pericoli della mucca pazza fumandosi una buona e sana sigaretta, e poi tornavano a casa in moto senza casco... Ma la moda era che la mucca pazza fosse un pericolo, e che le istituzioni ci stavano fregando. Ma questa percezione ci era stata data dai mezzi di informazione, non da altri...

Per gli OGM è molto peggio, chiunque oggi parli a favore degli OGM ha indubbiamente interessi nelle multinazionali, è in cattiva fede, ci vuole fregare per guadagnarci chissà che cosa...

Premetto che non sono a favore degli OGM, sono certo che il sistema agricolo italiano non deve farsi coinvolgere dagli OGM, ma non sopporto il medio evo. Possiamo criticare questa nostra società ma chi dice che si viveva meglio 2000 anni fa... dovrebbe sapere che al mondo (in Africa particolarmente) c'è ancora qualche posto dove si vive come 2000 anni fa. Se lo pensano davvero, se si viveva meglio prima... si accomodino... e, se lo vogliono, in diverse altri parti del mondo ci sono disponibili tutte le vie di mezzo possibili... Ma... l'Italia... è comoda!

E' difficile informare in questa situazione. Se uno scienziato va a fare un contraddittorio con un verde-integralista, lo scienziato perderà: è ovvio: lo scienziato, il buono scienziato, per definizione ha dubbi... ha una montagna di dubbi... il talebano no... il talebano ha "la verità" la certezza... lo spettatore sarà travolto dalla sua verità... dalla sua certezza... e gli OGM, lo sappiamo tutti, ci faranno venire le squamette verdi (lo sapete che c'è una multinazionale che ha rifiutato tabacco geneticamente modificato perché la percezione del consumatore è che il tabacco, se geneticamente modificato, può far male?)

Io non sono qui a parlare di OGM ma sono molto preoccupato, sono preoccupato da questo Medio Evo ormai imperante, Medio Evo subliminale che, però, sta addirittura smettendo di essere subliminale...

È mia ferma convinzione che il progresso tecnologico possa essere uno strumento capace di portare miglioramenti alla vita umana. Affinché questo si realizzi è necessario, però, affiancare alla ricerca tecnologica applicata una ricerca di base volta allo studio delle possibili ricadute delle nuove tecnologie, per evitare che effetti indesiderati ne annullino o, addirittura, sovvertano i benefici. Solo la ricerca condotta su una solida base sperimentale permetterà una corretta valutazione del reale rischio connesso all'impiego estensivo ed alla diffusione di OGM nell'ambiente, fugando eccessivi allarmismi da una parte e facili semplificazioni dall'altra.

Questo non è possibile, nel nostro Paese leggi talebane impediscono praticamente la sperimentazione... Mi immagino solo se questo atteggiamento fosse sorto un secolo fa... quando in effetti c'erano state molte manifestazioni contro quella scoperta contronatura che era il treno. (ma cosa ne dite della contronaturalità delle vaccinazioni... prendere un virus, attutirne la virulenza e autoiniettarselo!!! Altro che contronatura!!! o mettere le ali a qualche tonnellata di acciaio, scrivergli sopra Alitalia e farla volare da Roma a Milano). Molti dicono che vorrebbero tornare a vivere in maniera biologica, ma quando si viveva in maniera biologica la speranza di vita era intorno ai 42 anni, io ne ho 46 e sono contento di essere ancora qui!

A me, personalmente, mi piacerebbe dire al consumatore:

Ragazzi, gli OGM non ci interessano, la nostra è una agricoltura di qualità, una qualità italiana che non ha eguali al mondo, e non possiamo vincere se puntiamo alla quantità, diciamo questo al consumatore, diciamogli che a noi gli OGM non ci interessano... Ma non diciamogli che ci faranno venire le squame verdi...

Gianni Pastore
Ricercatore
Istituto Nazionale di Ricerca
su Alimenti e Nutrizione

Via Ardeatina 546
00178 Roma

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Innovazione in campo sanitario e responsabilità politiche: elenco di tutti gli interventi

( 2 Marzo 2004 )

( scritto da Redazione FGB Cliccare sul link per scrivere all'autore )

Gli interventi su questo argomento (in ordine cronologico):

Per intervenire basta scrivere alla Redazione di questo sito.

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Il paziente: oggetto e soggetto

( 1 Marzo 2004 )

( scritto da Vittorio Bertolini Cliccare sul link per scrivere all'autore )

Nella Rassegna Stampa ho pubblicato "Medicina: arte o scienza", dove viene riportata una recensione di Giorgio Cosmacini al libro "L'Etica medica nello Stato liberale" di Giovanni Felice Azzone, medico, patologo generale, promotore di ricerca biologica, accademico linceo.
Al centro della recensione di Cosmacini è il tema del paziente inteso come oggetto e, contemporaneamente, soggetto della pratica medica. Se come oggetto va riguardato scientificamente, come soggetto va trattato con l'opportuna attenzione alla persona. Ippocrate ha parlato di téchne iatriké, l'arte di curare gli uomini, sintetizzando con questo la stretta connessione fra la conoscenza tecnico-scientifica e l'intuizione artistica necessaria a comprendere più compiutamente il paziente come uomo.
In questa sezione Argomenti, all'item "Due parole sulla Evidence based medicine" è menzionato, mediante un link, un certo numero di articoli di e su Ivan Cavicchi. Paricolarmente significativi mi paiono i seguenti.

  • "Il fordismo fa bene alla sanità" (Il Sole 24 Ore del 16 dicembre 2001), recensione di Cinzia Caporale al libro di Ivan Cavicchi "Salute e Federalismo. Forma e contenuti dell'emancipazione" (Bollati Boringhieri, Torino 2001, pagg. 252), in cui viene criticato l'appoggio tecnocratico, basato sull'evidence based medicine. Infatti, se è vero che si ottengono economie di spesa e una maggiore efficienza, non viene risolto il problema fondamentale del mismatching tra aspettative crescenti e risorse limitate.
  • Non del tutto convinto della critica di Cavicchi all'evidence based medicine è Sebastiano Maffettone in "Una crisi con l'evidenziatore" (Il Sole 24 Ore del 19 novembre 2000), recensione del libro "La medicina della scelta" (Bollati Boringhieri, Torino 2000, pagg. 454). In particolare, Maffettone si preoccupa del fatto che dietro la critica di Cavicchi si nasconda il retaggio di una cultura crociana refrattaria ai numeri e alle statistiche, anche se non nasconde il possibile rischio di un abuso pratico della nuova metodologia. Si confronti il contributo di Margherita Fronte "Due parole sulla Evidence based medicine".
  • In "Il malato della porta accanto" (Il Sole 24 Ore del 26 marzo 2000), Ivan Cavicchi critica il fatto che l'abuso di dati statistici abbia portato ad una medicina amministrata dove le direttive burocratiche contano più della "scienza e coscienza del medico".
Sul tema dell'innovazione in medicina segnalo anche due interviste a Umberto Veronesi:

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