Argomenti -- Topics

In questa sezione ciò che viene pubblicato nel sito è organizzato in nuclei di aggregazione tematica. Le pagine degli Argomenti (come già i Percorsi) sono degli itinerari di lettura. in English
This section provides a thematic guide to the contents of the site. The Topics' pages (like the old Threads) delineate itineraries for investigation.
 Marzo - Maggio 2003 
(pagina 9)
Sotto questo riquadro trovi elencati i contenuti.
Puoi accedere a tutti gli argomenti trattati consultando
l'  INDICE 

Contenuti
[Marzo - Maggio 2003]

 
Il senso del possibile e l'orizzonte del limite
Innovation, social risk and political responsibility -
Innovazione, rischio sociale e responsabilità politica
Innovazione e ricerca nelle università
Post Human : tecnoscienza e progresso
Segnalazioni

 

 

Innovation, social risk and political responsibility
[24 aprile - 20 maggio 2003]

London School of Economics: the announcement
Reflecting the interdisciplinary content of the subject, the academic events are cosponsored by the London School of Economics’ ESRC Centre for Analysis of Risk and Regulation (CARR), the Department of Information Systems and the LSE Cities Programme
[Referrer:
right.gif (841 byte)The LSE web site]

_____Lecture di Piero Bassetti alla London School of Economics_____

Su questo tema Piero Bassetti, presidente della Fondazione Giannino Bassetti, ha tenuto il 14 maggio una lezione pubblica presso la London School of Economics (LSE).
right.gif (841 byte)L'annuncio pubblicato sul sito della LSE.
Qui di seguito, lo schema della lezione.
[20 maggio 2003] Il testo della lezione è a pagina 10.
in English
This is the title of a public lecture on the social and policy issues raised by innovation in science, technology and business which Piero Bassetti (president of the Giannino Bassetti Foundation) presented at the London School of Economics on 14 May 2003.
right.gif (841 byte)The announcement (as on the LSE Web site).
[20 May 2003] The text of the lecture is at page 10.

The lecture was organised into three parts.

  • The first examined the concept of innovation ordinarily used by our Foundation, namely "the realisation of the improbable"; a definition that encompasses the following relationships: science discovers; technology links discoveries to implementation; government or corporate power provides the necessary resources and combines them; acceptance or profit measures its validity.
    This definition covers three types of innovation: political, business and cultural. For each of these the problem of risk and uncertainty arises in different ways.
  • The second part addressed a number of issues that complicate innovative political or business decisions in a society of risk and uncertainty. Special attention was paid to the fact that risk and uncertainty give rise to different difficulties for the decision-making processes of policy-makers.
    Two cases was examined by way of example: a) the decisions taken by the Allianz insurance company after September 11th; b) the procedures for democratic governance of the political decisions taken in relation to the introduction of genetically modified organisms in a context such as the North of Italy.
  • The third part was devoted to the relationships between the behaviour of scientists, technologists and businessmen with special regard to the responsibilities that always arise in implementing significant innovations.

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Innovazione e ricerca nelle università
[30 aprile - 20 maggio 2003]

Nella ricerca e nell’innovazione non si può dire che l’università non abbia un ruolo importante, anzi fondante. Una questione che ogni studioso o scienziato si trova di fronte lungo la propria crescita e carriera è il confronto con le modalità e gli approcci alla materia che altri paesi mettono in atto. La conoscenza di altri sguardi si rivela fondamentale e necessaria.
In Italia, questa si traduce spesso nel confronto con studi più avanzati, strutture con maggiori possibilità, progetti di più ampio respiro; per un ricercatore aver passato un periodo all’estero è un valore aggiunto alle proprie credenziali.
Se non che, il trasferimento, anche se temporaneo, porta con sé la domanda: perché lavorare in Italia? Perché lavorare fuori dall’Italia? È quasi un problema di identità, oltre che di responsabilità verso il proprio lavoro.
In questo sito il tema della "fuga dei cervelli" dall’Italia non si inserisce perfettamente nel "palinsesto", ma più volte, per motivi ovvi e spesso legati all'attualità, i temi qui trattati conducono a delle riflessioni su di esso. Anche perché il tema del rapporto tra logica di mercato, innovazioni scientifiche o tecnologiche e politica, chiama in causa anche le scelte di sviluppo (o meno) dell’attività delle università.

_____Incontro con Jacques Mehler_____

I motivi che ci spingono a trattare nuovamente di questa questione, anzi a proporla con un certo rilievo, sono l’incontro, tramite un’intervista, con Jacques Mehler, scienziato di spicco per gli studi sull’apprendimento linguistico, in Italia, alla SISSA di Trieste, dal 2001, e la...

_____"Cervelli in fuga"_____

... segnalazione pervenutaci di un libro, "Cervelli in fuga", panoramica particolarmente approfondita della condizione degli scienziati che si trovano ad operare in Italia.

Il libro 'Cervelli in fuga'
right.gif (841 byte)La recensione del libro pubblicata in www.enel.it

Per confronti e ulteriori approfondimenti interni a questo sito segnaliamo:

[9 maggio 2003]
Si veda anche la recensione di Jacopo Meldolesi (direttore del dipartimento di neuroscienze Dibit) del libro di Claudia Di Giorgio, "Cervelli export: perché l'Italia regala al mondo i suoi talenti scientifici" (Adnkronos libri), pubblicata in www.scienzaesperienza.it.

[20 maggio 2003]
Si veda anche il sito in cui l'Associazione Dottori di ricerca Italiani (ADI) ha raccolto le testimonianze dei ricercatori italiani all'estero, iniziativa che ha dato origine al libro sopra segnalato.

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Post Human : tecnoscienza e progresso
[22 marzo - 24 aprile 2003]

Inviateci le vostre osservazioni: saranno pubblicate in questo sito

_____Il "senso" del possibile e l'orizzonte del limite nella civiltà tecnologica_____

«La "macchina" si presenta oggi come la maggiore alleata dell’uomo e l’integrazione tra naturale ed artificiale sembra persino spostare i confini della nostra costituzione organica».

«I "luoghi comuni" che riguardano il dovere di salvaguardare la libertà della scienza e di "non fermarne" il progresso (senza che peraltro venga determinato il contenuto di questa scienza e le modalità per conoscerlo, scordando che il valore del sapere dipende dal saputo e che non ogni incremento conoscitivo è di per sé un progresso, come risulta evidente quando si ricorda che esistono anche sviluppi di ricerche nell'ambito delle armi batteriologiche), esprimono questa dilatazione del possibile in doveroso.»

«Gran parte della cultura odierna tende a porsi come "ancilla technologiae", promuovendo non semplicemente la tesi che tutto ciò che è tecnicamente possibile è lecito, ma, più radicalmente, che tutto ciò che è possibile è doveroso.»

«Il limite, di per sé, rimanda all'esperienza della finitezza, ma la finitezza, di per sé, non riconosce tutti i limiti sotto la categoria della privazione (cioè della mancanza di qualcosa che dovrebbe esserci), poiché ci sono limiti costitutivi che possono essere pensati come buoni in quanto rispondono all'essere proprio dell'umano: soltanto là dove il limite è integrato nella comprensione della finitezza (cioè della sua portata ontologica e metafisica) il possibile assume un senso, cioè sia un significato sia una direzione determinata. Lo svuotamento ontologico ed assiologico della realtà, trasformata in un insieme di elementi manipolabili a piacimento dall'uomo, fa emerge un nuovo disagio esistenziale, quello legato alla mancanza di un senso da riconoscere e da sviluppare.»

«Il possibile oggi è diventato il surrogato dell'eterno, così come la salute lo è diventata della salvezza: entrambi mostrano come l'uomo sia originariamente aperto all'infinito (ma quale infinito?)»

«Non è certo ricorrendo alla paura o dilatando gli appelli alla responsabilità che si potrà rispondere alle sfide antropologiche e morali indotte dall'estensione del nostro potere».

La rivista 'Hermeneutica'
Il numero 2001 di Hermeneutica, intitolato "Domande di etica" può essere richiesto direttamente all’editore via e-mail: morcelli@morcelliana.it

right.gif (841 byte)Il sito della rivista "Hermeneutica"

I brani qui a sinistra citati sono tratti dal saggio "Il «senso» del possibile e l'orizzonte del limite nella civiltà tecnologica" di Adriano Pessina (docente di bioetica all'Università Cattolica di Milano), pubblicato nel numero del 2001, intitolato "Domande di etica", della rivista "Hermeneutica"
(pubblicazione dell'Istituto Superiore di Scienze religiose "Italo Mancini" della libera Università di Urbino, edita dalla Morcelliana di Brescia).

Per gentile concessione dell’editore e dell’autore, che entrambi ringraziamo, pubblichiamo alcuni ampi stralci del saggio.

Per consentirne un'agevole lettura e per evidenziarne gli argomenti trattati, la Redazione di questo sito ha suddiviso il testo nei seguenti paragrafi:

  1. Tecnica e tecnologia
  2. La tecnoscienza
  3. L'essenza della tecnologia
  4. Internet
  5. L'intelligenza artificiale
  6. Macchina antropomorfa e uomo come macchina biologica
  7. Tecnologia nociva
  8. La tecnologia ci trasforma
  9. Tecnologia come liberazione: un problema di etica
  10. Il possibile è doveroso (principio alla base di qualsiasi scienza sperimentale)
  11. Concezione del limite e autolegittimazione della tecnoscienza
  12. Concezione della natura biologica e ingegneria genetica
  13. L'ingegneria genetica e il "possibile" come progetto antropocentrico
  14. Tre modelli epistemologici, tre approcci alla realtà
  15. L'autoreferenzialità della tecnoscienza
  16. Il senso del possibile
  17. Quale risposta?

Riferimento

right.gif (841 byte)Il seminario di Giuseppe O. Longo e il collegato forum, a pagina 8 degli Argomenti

Dai brani sopra citati e dal titolo stesso del saggio si intuisce una connessione con i temi trattati nel seminario di Giuseppe O. Longo "Progresso e responsabilità: il passaggio dalla scienza alla tecnologia" e nel forum ad esso collegato, che si sono svolti in questo sito lo scorso mese di febbraio. Mentre la riflessione sulla tecnoscienza di Longo si svolge soprattutto in un’ottica epistemologica, quella di Pessina è invece più rivolta all’analisi delle implicazioni etiche e bioetiche.

Riferimento

right.gif (841 byte)La Rassegna stampa su "Habermas e 'Il futuro della natura umana: i rischi di una genetica liberale'"

Aggiungiamo che il saggio di Pessina può anche essere messo in relazione con l'ultimo libro di Habermas "Il futuro della natura umana. I rischi di una genetica liberale", in cui il filosofo tedesco affronta la problematica della fondazione di un’etica postmetafisica che sia in grado di rapportarsi alle prospettive dell’ingegneria genetica.

Inviateci le vostre osservazioni: saranno pubblicate in questo sito

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_____Commenti dei lettori_____

Giuseppe O. Longo (cliccare per raggiungere il testo del commento del quale segue, qui sotto, un estratto)

«Se, come ritengo, uomo e tecnologia formano un unico sistema (simbionte) che si co-evolve all'interno di un più ampio sistema, la separazione tra uomo e tecnologia, sotto il profilo sistemico, cioè dall'esterno, non è sostenibile: ciò che invece crea problema è il fatto che la consapevolezza, l'intelligenza, la soggettività ecc sono tutte dalla parte dell'uomo, che tende perciò ad avere una visione molto parziale e poco sistemica del fenomeno. Questa unilateralità della visione spinge a considerare la tecnologia da una parte come uno strumento o strumentario 'al servizio' dell'uomo, dall'altra come 'fattore di snaturamento' di un'ipotetica natura umana fissa e invariabile: è un punto sul quale si dovrebbe indagare meglio.
Siccome è solo la parte 'umana' del simbionte ad esprimere e a ricercare il 'senso', siamo portati a vedere nella tecnologia una 'cosa' che non ha e non dà senso, qualcosa di oggettivabile e quindi capace di assumere connotazioni, positive o negative, ma sempre esterne. Forse invece anche la tecnologia ha un suo senso, un senso insondabile, oscuro, non rispecchiato in una coscienza sua, della tecnologia, un senso che è diverso dal nostro (o addirittura contrario): ma potrebbe essere il suo senso, che sentiamo alieno, a far scaturire il (problema del) senso per l'uomo.
Per esempio se è vero che il superamento continuo di singoli limiti che ci è promesso (e in parte assicurato e attuato) dalla tecnologia non fa che riproporre il senso del 'limite' in sé, del limite metafisico, poiché solo ciò che non è sottoposto a limite non ha bisogno di superare limiti, se insomma non basta superare via via tutti i limiti per essere o diventare 'illimiti'; è anche vero tuttavia che questo continuo superamento costituisce un 'senso', un significato e una direzione, dell'agire tecnologico. Forse nell'agire tecnologico si possono considerare (e superare) solo limiti concreti, di basso livello, e non il limite in sé, il limite di livello alto, ontologico, e questa incapacità di uscire dal livello basso è sentita (dalla parte umana del simbionte) come il vero 'limite' della tecnologia (cioè dell'agire del simbionte attraverso la sua parte tecnologica). Il superamento di ogni limite (basso) rafforza la nozione di limite (alto) e qui concordo con Pessina.»

Elisabetta Volli (cliccare per raggiungere il testo del commento del quale segue, qui sotto, un estratto)

«Pessina prende in esame una fenomenologia che, ultimamente, ha assunto a suo parere dimensioni tali da assurgere a chiave interpretativa della realtà.
(...) ciò che Pessina sembra auspicare è che non venga meno il senso critico riguardo al fatto che la tecnologia "potenziatrice" è stata da qualche tempo retroflessa sull'essere umano, dentro l'essere umano. Questo giustifica uno sguardo se non preoccupato quanto meno pensoso su quello che Longo chiama simbionte.»

Gian Maria Borrello (cliccare per raggiungere il testo del commento del quale segue, qui sotto, un estratto)

«Leggendo gli estratti dal saggio di Adriano Pessina mi è tornato alla mente quanto diceva Leone Montagnini nel forum di febbraio connesso al seminario di Longo: «C'è un problema che mi affligge da tanto tempo: non sopporto che si insista sui salti senza guardare alle continuità»

Leone Montagnini (cliccare per raggiungere il testo del commento del quale segue, qui sotto, un estratto)

«(...) ritengo che se si recuperasse l'aspetto continuistico, l'idea cioè che l'uomo è un animale tecnico - proprio quello che, nell'esordio dell'articolo, Pessina mette fuori gioco - potremmo capire molte più cose sulla attuale società tecnologica. Non ritengo che tale asserzione conduca inevitabilmente, come sostiene Pessina, al neutralismo etico sulla tecnica.
(...) Insistere sull'aspetto della continuità, accanto a quello della novità è necessario perché il nostro problema primo è quello di capire le ragioni dell'emergenza del nuovo e ciò implica una descrizione accurata del come, la spiegazione del perché, e il tentativo ­infine- di verificare se esiste la possibilità di cambiare strada, qualora ci si renda conto che si sta andando sulla via sbagliata.
(...) Negli ultimi anni ha preso sempre più consistenza una epistemologia debolista che insiste sulle singolarità, l'imprevedibilità, l'incertezza, il caos, la complessità. Si tratta di un modo di pensare estremamente importante, a cui dedico ricerche assidue da dieci anni, in quanto vi riconosco molte virtù che non bisogna assolutamente trascurare. Esso ci ha insegnato che in molte situazioni, dell'universo naturale come di quello umano, il principio di continuità (che, non lo dimentichiamo, fu introdotto da Leibniz come una versione del principio di ragion sufficiente) non può essere applicato, perché esse sono impreviste e imprevedibili. Ma questo, ­ grazie al cielo, ­ non è vero sempre.»

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Segnalazioni
[18 marzo - 9 maggio 2003]

_____"Biosociety" (DG Ricerca della Commissione Europea) _____[9 maggio 2003]

Bandiera europeaLa DG Ricerca della Commissione Europea ha implementato il sito Biosociety.
Tra gli scopi del sito c'è anche quello di alimentare una banca dati di esperti socio-economici europei attivi nel settore delle Scienze della vita. Chi fosse interessato a figurare in questo repertorio puo' inviare i propri dati (CV o recenti contributi nel settore delle Scienze della vita) a:

[12 gennaio 2004]
Aggiornamento dei nominativi da contattare:
ALESSIO VASSAROTTI, PhD
Dir E, Biotechnology, Agriculture and Food Research
Research DG, European Commission
SDME 09/29
B-1049 Brussels
tel +32 2 2958309
e-mail: Alessio.Vassarotti@cec.eu.int

oppure (al medesimo indirizzo):

Dr.ssa MARTA IGLESIAS
e-mail: Marta.IGLESIAS@cec.eu.int

Internet:
http://Biosociety.cordis.lu

MASSIMO RAGUCCI
European Commission - Research DG
Dir. E Biotechnology, Agriculture and Food
Unit 1 - Strategic and Policy aspects
Tel.: +32 2 2950872
Fax: +32 2 2991860
e-mail: massimo.ragucci@cec.eu.int

Postal address:
European Commission
Office SDME 9/24
1049 BRUXELLES


Internet
http://Biosociety.cordis.lu

 

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_____Convegno: "Assicurazione e rischi derivanti da fenomeni di inquinamento ambientale" _____[9 maggio 2003]

Fondazione Lombardia per l'Ambiente - ConvegniConvegno a Milano, il 15 maggio, presso la Sala Assemblee di Banca Intesa, Piazza Belgioioso 1. Nel sito della Fondazione Lombardia per l'Ambiente sono disponibili la locandina del convegno e il modulo di iscrizione.
Il ruolo primario delle assicurazioni nell'ambito della gestione dei rischi derivanti da fenomeni di inquinamento ambientale conseguenti ad attività produttivo-industriali può rivelarsi di enorme importanza ed è stato recentemente enfatizzato dai lavori che hanno portato all.elaborazione di una proposta di direttiva comunitaria sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale. La maggiore sensibilizzazione per questa tematica è dovuta a una serie di fattori eterogenei, ma che sembrano convergere tutti nella medesima direzione, ossia quella di riconoscere all'assicurazione il ruolo di strumento di policy nell'ambito delle strategie del legislatore. Tra i vari fattori, va senz'altro rilevato l'interesse dello Stato e degli Enti pubblici preposti alla salvaguardia dell'ambiente a incentivare le industrie a fornirsi di adeguata copertura assicurativa nei confronti dei fenomeni di inquinamento ambientale. Un secondo gruppo di interessi fa capo alle attività produttive che vedono nei fenomeni di inquinamento ambientale un forte motivo di instabilità economica e che quindi concepiscono l'assicurazione come uno strumento di salvaguardia dei loro interessi, se non della loro stessa sopravvivenza. Un terzo gruppo emergente di interessi fa capo alle stesse imprese di assicurazione che, a fronte delle iniziali difficoltà di valutazione del rischio derivante dai fenomeni di inquinamento ambientale, negli ultimi anni hanno via via assunto un atteggiamento molto più collaborativo nei confronti degli Enti pubblici così come delle attività produttive, finalizzato a mettere in luce non solo quali possano essere i rischi, ma anche le opportunità per le imprese di assicurazione e i pool di riassicurazione.

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_____Tornano "Le oche di Lorenz"_____

Col titolo "Il volo delle oche", dal 5 maggio "Le oche di Lorenz" sono su Radio24 dal lunedì al venerdì alle 13:05 in diretta, alle 23:30 in differita e riascoltabili sul web.
right.gif (841 byte)Per conoscere le frequenze, cliccare qui .
right.gif (841 byte)Il sito di Radio 24.
right.gif (841 byte)Le citazioni della trasmissione in questo sito

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_____Isvor Knowledge System: "Dal pianeta al network: Incontri nella rete"_____

Isvor knowledge SystemL'Isvor Knowledge System ( * ) lo scorso anno ha organizzato "Incontri sul pianeta", un ciclo di seminari dedicato al management di aziende e istituzioni italiane. L'iniziativa di quest'anno è invece "Incontri nella rete" e sarà concentrata su aspetti più vicini alla realtà aziendale e sui problemi che ogni giorno chi occupa posizioni di responsabilità si trova a dover risolvere.
right.gif (841 byte)Il relativo comunicato stampa (aprile 2003) e gli altri comunicati [sul sito dell'Isvor]

right.gif (841 byte)Tre incontri
         organizzati dall'Isvor Knowledge System
nel 2002right.gif (841 byte)
Stan Davis (News del 12 febbraio 2002 ; v. anche le News del 9 aprile 2002)
Cavalli Sforza (News del 25 marzo 2002; v. anche la pagina 7 di questa sezione)
Hal Varian (News del 4 luglio 2002)

(*) Isvor Knowledge System è una società di formazione e consulenza che rivolge i propri servizi a organizzazioni e aziende dei settori pubblico e privato. Isvor Knowledge System fa parte di Business Solutions, la società del Gruppo Fiat che realizza servizi avanzati per le imprese.

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_____I seminari dell'Osservatorio sullo sviluppo sostenibile del CRASL_____

[9 maggio 2003] right.gif (841 byte)L'elenco completo dei seminari del 2003 (documento in formato PDF sul sito del CRASL). Il prossimo, lunedì 12 maggio 2003, è dedicato a "Certificazione e sistemi di gestione ambientale".
[3 aprile 2003] L'Osservatorio sullo Sviluppo Sostenibile del CRASL (Centro Ricerche per l'Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile della Lombardia) ha programmato un ciclo di seminari presso la sede di Brescia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Il prossimo appuntamento, lunedì 7 aprile, ha come oggetto: "Multinazionali e sviluppo sostenibile". Ne discuteranno, lunedì 7 aprile 2003 alle ore 14.00 (presso l'Aula 5 di via Musei 41, Brescia) il dott. Stefano Gardi (Responsabile del settore ecologia di Italcementi Group) e il dott. Davide Dal Maso (Avanzi). Per informazioni, scrivere a: info@crasl.unicatt.it

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_____Quando la tecnologia..._____

«Quando la tecnologia viene utilizzata per scopi non leciti o quanto meno dubbi: dalla bomba atomica alle microspie nel palazzo di vetro a Bruxelles»: nel blog di "Tout se tient" [www.toutsetient.net].
«(...) la tecnologia si è evoluta sì grazie al mondo accademico, che fornisce la base culturale alla ricerca, ma anche grazie al mondo del business, che fornisce un motivo economico, e soprattutto grazie al mondo militare...»

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_____Convegno: "Un passato da salvare (la ricerca di base in Italia nel '900)"_____

L'Osservatorio sulla Ricerca [<http://scienzaviva.wnet.it/osservatorioricerca/>], costituitosi spontaneamente e aperto a tutti i ricercatori, italiani e non, che ad esso intendano aderire, ha - sin dal 10 settembre dello scorso anno 2002 - promosso una discussione sulle sorti della ricerca di base in relazione ai provvedimenti politici prospettati dal governo. Constatato che nel corso di questi mesi, pur ottenendo l'attenzione dei mezzi di comunicazione di massa, si è dovuta registrare invece una certa disattenzione della pubblica opinione, molto probabilmente dovuta a cattiva conoscenza del ruolo della comunità scientifica italiana nello sviluppo mondiale delle conoscenze scientifiche, l'Osservatorio ha deciso di promuovere un convegno di carattere storico-informativo, quello di cui qui di seguito si mostra il programma. Il convegno è aperto a tutti gli interessati.
Sala Convegni CNR, piazzale A. Moro 7 - 1 aprile 2003
Presiede: Rino Falcone -- 9.25 - 9.30 Lucio Bianco, Presidente CNR (Saluto ai partecipanti) -- 9.30 - 9.45 Giorgio Salvini* (Le ragioni di questo convegno) -- 9.45 - 10.30 Angelo Guerraggio*, Pietro Nastasi* (Risultati e protagonisti della ricerca matematica) -- 10.30 - 11.00 Corrado Boehm* (Risultati e protagonisti della ricerca informatica) -- Intervento programmato: Settimo Termini* -- 11.00 - 11.45 Giorgio Forti* (Risultati e protagonisti della ricerca biologica) -- Intervento programmato: Marcello Buiatti -- Intervento programmato: Francesco Lenci* -- 11.45 - 12.30 Sergio Carrà* (Risultati e protagonisti della ricerca chimica) -- 12.30 - 13.15 Tullio De Mauro* (La ricerca nelle scienze umane e sociali) -- Intervallo pranzo -- Presiede: Giulio Peruzzi -- 15.00 - 15.45 Renato Funiciello* (Risultati e protagonisti della ricerca geologica e geofisica) -- Intervento programmato: Piero Manetti* -- Intervento programmato: Franco Barberi* -- 15.45 - 16.15 Paolo Sylos Labini* (Risultati e protagonisti della ricerca in economia) -- 16.15 - 17.00 Carlo Bernardini* (Risultati e protagonisti della ricerca fisica) -- Intervento programmato: Giorgio Parisi* -- 17.00 - 17.30 Alberto Oliverio* (Risultati e protagonisti nelle neuroscienze) -- 17.30 - 18.00 Cristiano Castelfranchi* (Risultati e protagonisti nelle scienze cognitive) -- 18.00 - 18.30 Margherita Hack* (Risultati e protagonisti in astrofisica) -- 18.30 - 19.00 Enrico Bellone (Considerazioni conclusive)
I nomi indicati con * hanno garantito il loro contributo.

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_____Convegno: "La ricerca biomedica in Italia e il ruolo dei Comitati Etici"_____

In occasione della pubblicazione di
Aa.Vv., Science vs Man? The Empirical Relevance of Bioethics and International Experience on Ethics Committees, a cura di Søren Holm, Mariella Immacolato, Maurizio Mori, in "Politeia – Rivista di Etica e Scelte Pubbliche", 67/2002

• Comitato Nazionale per la Bioetica
• Politeia (Centro per la ricerca e la formazione in politica ed etica)
Roma, 21 marzo 2003, ore 15.30 – 19.00, Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto, via del Seminario, 76
Intervengono: Carlo Flamigni (Università di Bologna e CNB), Enrico Garaci (Istituto Superiore di Sanità), Silvio Garattini (Istituto "M. Negri" di Milano), Aldo Isidori (Università "La Sapienza" di Roma e CNB), Luca Marini (Università "La Sapienza" di Roma e CNB), Nello Martini (Ministero della Salute) -- Modera: Francesco D’Agostino (Presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica) -- Saranno presenti gli Autori e i Curatori -- Sono stati invitati: Giovanni Berlinguer, Adriano Bompiani, Francesco Carella, Pier Ferdinando Casini, Rita Levi Montalcini, Adriano Ossicini, Giuseppe Palumbo, Marcello Pera, Stefano Rodotà, Alessandro Scarafuggi, Girolamo Sirchia, Antonio Tomassini -- Coordinamento Scientifico: Emilio D’Orazio (Politeia) -- Per informazioni e per confermare la propria partecipazione: politeia@fildir.unimi.it

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_____Scuola di Bioetica della Fondazione Einaudi di Roma_____

L’Osservatorio sulla Bioetica della Fondazione Einaudi di Roma, in collaborazione con la Sezione di Storia della Medicina dell’Università di Roma La Sapienza, organizza anche quest’anno la Scuola di Bioetica ed Educazione ambientale. Il corso è destinato a studenti universitari, ricercatori, docenti universitari e insegnanti, medici, operatori della sanità e dell’ambiente, veterinari, giuristi, economisti, sociologi, amministratori pubblici, giornalisti etc. La Scuola è diretta da Cinzia Caporale, membro del Comitato nazionale per la Bioetica e da Gilberto Corbellini, Ordinario di Storia della Medicina.
Le 20 lezioni inizieranno il 3 aprile e si svolgeranno ogni lunedì e giovedì (fino all’inizio di giugno) presso la Sezione di Storia della Medicina dell’Università di Roma La Sapienza. Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di frequenza.La Scuola è a numero chiuso ed è gratuita per i minori di 26 anni (per gli altri, quota di iscrizione: 250 Euro). Chi è interessato, può chiedere ogni informazione utile a bioetica.einaudi@agora.it

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