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La ricerca di punta biotecnologica in Italia è una chimera?

di Redazione FGB [1], 28 Ottobre 2008

Nell'intervista condotta da Cristina Grasseni con Giovanna Lazzari e Cesare Galli [2] presso il Laboratorio di Tecnologie della Riproduzione di Porcellasco (Cremona), il 5 settembre 2008, e che pubblichiamo nella sua interezza nel blog "Antropologia dell'Innovazione", emergono molti punti di fondamentale importanza per un serio dibattito contemporaneo sulla responsabilità dell'innovazione.
La clonazione animale si pone oggi a un trivio quanto mai "sensibile": tra la percezione pubblica dell'innovazione tecnoscientifica; il dibattito acceso sulla responsabilità sociale dello scienziato e la legittimità etica della ricerca in campo biotecnologico; e da ultimo il dibattito politico su come allocare chiaramente da un lato, e condividere in maniera partecipata il più possibile dall'altro, la responsabilità delle decisioni di policy ad alto contenuto tecnoscientifico.
Da sempre la Fondazione Bassetti ritiene che questi siano ambiti importanti e decisivi per la nostra società, e per i quali lo spazio della controversia o della divulgazione scientifica non si possa sostituire a quello del dibattito informato.

Nell'evoluzione più recente della ricerca zootecnica si è passati da tecniche "a basso impatto tecnologico" di selezione di razza - come l'inseminazione artificiale - alla standardizzazione di tecnologie farmacologiche e veterinarie come l'embryo-transfert (la produzione di embrioni da "genitori" selezionati da impiantare in altrettante gestanti). Dalla manipolazione dei gameti e degli embrioni degli animali da allevamento (bovini, suini, cavalli, bufali) alla clonazione animale per trasferimento di nuclei di cellule somatiche (SCNT) il passo non è banale, ma è stato compiuto grazie alla ricerca di punta condotta fra l'altro, in Lombardia, da Cesare Galli e Giovanna Lazzari nel Laboratorio di Tecnologie della Riproduzione (LTR) del Consorzio per l'Incremento Zootecnico (CIZ) dell'Associazione Italiana Allevatori (AIA). In questo ambito, "la clonazione rappresenta una sorta di assicurazione sulla vita dei migliori riproduttori" (Cesare Galli).
La ricerca sulla clonazione in ambito zootecnico ha fatto da apripista per possibili applicazioni "di frontiera" nella ricerca biomedica e farmaceutica, per esempio nello sviluppo di test di tossicità in vitro, di maiali transgenici potenzialmente compatibili per xenotrapianti su esseri umani.
Questa ricerca di frontiera lascia molte problematiche aperte, in primis il problema della distinzione tra la ricerca di base da quella applicativa e le domande di responsabilità, eticità e legittimità che possono generare.
Per questo siamo grati a Cesare Galli e Giovanna Lazzari che con trasparenza e lucidità, in un momento peraltro delicato per l'evoluzione futura delle proprie attività di ricerca, si sono lasciati coinvolgere in un dialogo che comincia con questa intervista e speriamo continui, anche grazie ai commenti e gli apporti dei lettori.

(vai all'intervista [3])

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  1. 1] /schedabiografica/Redazione FGB
  2. 2] /it/focus/2008/10/la_ricerca_di_punta_biotecnolo.html
  3. 3] /it/focus/2008/10/la_ricerca_di_punta_biotecnolo.html
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La ricerca presso il Laboratorio di Tecnologie della Riproduzione di Porcellasco
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