Come il nuovo diventa innovazione
di Redazione FGB [1], 6 Luglio 2007
Anche se può apparire un ossimoro, a volte vi sono tecnologie innovative che stentano a diventare innovazione. Per i più diversi motivi, principalmente economici e politici, si tratta di tecnologie che rimangono sospese come in un limbo, fra ricerca e applicazione, fino a che non intervengono fatti nuovi che le rendono appetibili anche per il grande pubblico.
E' il caso del fotovoltaico, quella tecnologia che serve a trasformare l'energia prodotta dall'irraggiamento solare in energia elettrica. Anche se data ormai qualche decennio si tratta di una tecnologia che ha stentato a decollare.
A ciò dapprima ha contribuito la scarsa competitività rispetto all'energia ricavata dai materiali fossili ed inoltre la necessità disporre di vaste superfici soleggiate, ma anche e forse più di altro, l'assenza di una diffusa sensibilità verso i problemi posti dall'inquinamento.
L'articolo di Marco Magrini, Il coltivatore diretto dei raggi solari [2], apparso su Il Sole 24 Ore del 22 giugno, pur nella limitatezza di un articolo di cronaca, mostra come la diffusione del fotovoltaico sia destinata, almeno nel breve e medio termine a svilupparsi.
Anche se la tecnologia del fotovoltaico non è ancora sufficientemente efficiente da renderla competitiva sul piano economico:
In questo mutamento di prospettiva l'approccio al fotovoltaico non viene più visto come un semplice palliativo per ridurre i consumi individuali, ma con la possibilità di vendita dell'energia prodotta, come apporto globale al problema energetico.
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- 2] /it/rassegna/sole07.06.22.HTM