Il Sole 24 Ore del 22 giugno 2007 Il coltivatore diretto dei raggi solari di MARCO mAGRINI Il coltivatore diretto dei raggi solari Il sogno di Marco Paoli, 48 anni, imprenditore, è fare il giro del mondo in barca a vela. «Magari fra qualche anno, quando le nostre figlie saranno più grandi», commenta. Sarà anche per questo, se è abituato a guardar lontano. A Prato - città-simbolo dell'industria italiana e laboratorio della diversificazione produttiva - possiede un capannonee, peraltro dato affitto. E, visto che il tetto non è in locazione a nessuno, Paoli si sta preparando a metterlo a reddito con una sorta di coltivazione. Non vuol fare l'agricoltore, ma un mestiere tutto nuovo: l'eliocoltore, un coltivatore diretto dei raggi solari. Il Sole spara sulla Terra 96mila terawatt all'ora, ovvero tremila volte i consumi di energia dell'intero genere umano. Il chimico Harry Gray del Caltech, in California, ha calcolato che coprendo di pannelli solari l'1,7% del territorio statunitense, si potrebbe far girare l'intera America. L'efficienza della tecnologia fotovoltaica non è ancora sufficiente a renderla economica, ed è per questo se molti Paesi Germania e Giappone in testa, e l'Italia inclusa - ne incentivano l'adozione. Adesso che il mondo deve rapidamente tagliare le emissioni di anidride carbonica, usare i fotoni che arrivano dalla nostra stella non è più questione di economicità o di efficienza. È una questione di intelligenza energetica. «La mia idea - racconta Paoli - non è quella di usare parte dell'energia e vendere la restante alla rete elettrica. Ma quella di venderla tutta. E ogni anno, avrò contribuito a "togliere" dall'atmosfera 80 tonnellate di CO2». I quali si moltiplicano per la durata trentennale dell'impianto: 1.500 metri quadrati di pannelli, per un'investimento di circa un milione e mezzo di euro. Paoli ha affidato il progetto alla Quasar Energy del gruppo Comet di Bologna, che sta facendo gli studi e le (tortuose) pratiche burocratiche del caso. Il Monte dei Paschi ha già assicurato il pressoché integrale fmanziamento dell'opera. «Ho presentato una garanzia inoppugnabile - dice Paoli con un sorriso -: nei prossimi trent'anni, il Sole splenderà di sicuro». Anche se fonde 600 milioni di tonnellate di idrogeno al secondo, il Sole ha un bel po' di vita davanti a sé: si parla di 7 miliardi di anni. Ma quella piccola fetta di radiazione che arriva sulla Terra, non beneficia allo stesso modo ogni latitudine. «La Germania è coperta di pannelli solari dice Patrizio Pandolfi, amministratore della Comet- e mi fa rabbia pensare che l'Italia gode di quasi il30% di radiazione solare in più». La nuova normativa nazionale ha semplificato qualcosa, ma la procedura per l'allacciamento alla rete resta lunga e faticosa. «Comunque - conclude Pandolfi - anche con gli incentivi statali, l'investimento nel solare rende sicuramente meno di qualsiasi indice di Borsa. Per investire, bisogna avere qualche motivazione in più: ad esempio salvare il mondo». Su Roma piovono molti più fotoni che a Berlino e - visto l'impegno del G8 a «significative riduzioni» nelle emissioni-serra - non c'è più troppo tempo da attendere. Fra 30 anni, il contributo del solare al nostro paniere energetico sarà ancora modesto, come dice qualcuno. Ma sono 30 anni durante i quali l'Italia potrebbe mietere megawatt e poi gigawatt di energia open source. Il Sole è lo ieri, l'oggi e il domani dell'energia. È il Sole che, per i rami della fotosintesi, ha messo l'energia dentro ai combustibili fossili, milioni di anni or sono. Ogni giorno, tutti noi mastichiamo l'energia dei fotoni solari immagazzinata nei vegetali, e anche nel bestiame che di vegetali si nutre. Ed è il Sole che produce il vento, che muove le turbine eoliche. E pure le barche a vela.