“«Algoritmo» è diventato ormai sinonimo di controllo sociale. Anche chi non saprebbe meglio definirlo, sa che le sequenze di formule matematiche nascoste dietro questo nome servono a governare l’elaborazione della sterminata quantità di informazioni generate continuamente dalla rete. Con la loro potenza di calcolo, e la loro apparente neutralità, questi «numeri magici» si presentano al nostro senso comune come i passe-partout per aprire ogni porta della nostra vita. Ma chi detiene davvero le chiavi degli algoritmi? Sono dispositivi neutri e inviolabili? O non sono invece espressione di una strategia di orientamento e governo sociale sempre più strettamente controllata dai loro «proprietari» ? Il saggio affronta con un taglio divulgativo, e un obiettivo molto pragmatico, il tema di una critica dei presunti automatismi che definiscono e classificano i nostri comportamenti. Il buco nero che ingoia la nostra libertà oggi non è tanto il condizionamento della nostra vita tramite l’uso dei nostri dati, quanto un’omologazione del nostro pensiero alle forme semantiche degli algoritmi prescrittivi. Non tanto il consumo, quanto proprio il cervello è la posta in gioco. Senza ombre di nostalgia, anzi con un’esibita e provocatoria adesione alla civiltà della rete, l’autore affronta il nodo di come la scienza matematica possa e debba essere oggetto di un nuovo contratto sociale e occasione di una negoziazione, anche conflittuale, fra gli utenti e i grandi players globali che sono proprietari dei dispositivi digitali. La posta di questo processo, come spiega Giulio Giorello nella prefazione al libro, è una nuova idea di libertà, in cui la potenza di un individuo sta nel passare da «calcolato» a «calcolante». Di fronte ai silenzi e ai balbettii della politica, che si divide fra subalternità tecnologica e rimozione della domanda sociale che ha prodotto la rete, è necessario prospettare un nuovo patto sociale, che concepisca le comunità di utenti (città, territori, università, categorie professionali, gruppi di consumatori) come soggetti negoziali della potenza di calcolo, per realizzare una nuova fase di quella «rivoluzione del sole» che cinquant’anni fa, nei campus californiani, spinse i migliori talenti giovanili a programmare software che avrebbero cambiato il mondo.”
Il libro di Michele Mezza è stato il tema di un incontro in Fondazione Bassetti dal titolo “Gli algoritmi nelle nostre vite, la potenza del calcolo tra rischi monopolistici e opportunità democratiche” nell’aprile del 2018. Sono disponibili i video, il podcast, la sintesi e le fotografie dell’evento.
INDICE
Prefazione di Giulio Giorello
Ringraziamenti
I. Algoritmi di libertà: una tautologia o un ossimoro?
- Urne aperte
- La rete in una sola valle
- Bussole e non orologi
- Libertà automatiche
- Quanta libertà nei quanti?
- Pensare è calcolo
- Dal free speech all’open source
- La direzione conta, non la velocità
- Da macchina a uomo
- Lo Stato calcola
- Anche il papa calcola
II. Il patto con gli algoritmi
- Ballare con gli oranghi
- Le rette si incontrano sempre
- Lo Stato come Leviatano?
- Sovranità senza numeri
- L’algoritmo va a scuola
- Fragole e sangue
- Il partito del thymòs
- I numeri fanno la rivoluzione
- Il bivio degli algoritmi
III. Il bot come medium
- L’informazione è intelligenza
- La circolarità come diritto reciproco
- It from bit
- Segui la pubblicità
- L’informazione nell’epoca della sua riproducibilità tecnica
- Il messaggio è il movimento, l’algoritmo è il messaggio…
- …ma anche il libro è movimento
- Il software è il contenuto
- Un’azione inconsciamente eseguibile
- Dalla libertà d’informazione alla libertà per le (sole) informazioni
- La rete non è un medium
- La desincronizzazione della democrazia
- I fatti separati dagli algoritmi
IV. Dall’algoritmo nella nazione all’algoritmo della nazione: calcolare l’anima che calcola
- Lo sweeping dell’algoritmo
- L’agopuntura dei grafi di Facebook
- «…si prende un libretto degli assegni…»
- I voti si calcolano e non si contano
- La lampada di Aladino
- L’algoritmo-nazione
- Le vespe di Bauman
- I 1000 giorni che cambiarono la geopolitica
- La rivolta del miliardario
- Da gemiti a movimenti
- Net-war e war to the net
V. S’avanza uno strano soldato
- La fabbrica del sapere
- Dal Jobs Act al Trade Act:
- il potere del ConsumAttore
- Calcolati e calcolanti sotto i ponti
- I data barons
- La scuola come ring dell’algoritmo
- Il parlamentare-algoritmo
- Il linguaggio contrattato
VI. Il partito momentaneo del «ribellismo molecolare»
- I file unwitting nelle urne
- La Chiesa è forma partito?
- Il nemico a West Point: potenti senza potenza
- Alba e tramonto coincidono
- Partiti sinodali
- La start up di Lenin
- Il partito momentaneo
- Un partito delle differenze
- I partiti di Obama
Conclusioni
L’algoritmo come back door della democrazia
- Le elezioni della retrotopia
- Istituzioni e coscienze al ritmo dei bot
- La singolarità della blockchain
- La politica come antidoto