07.12.05

L'antropologia della luce: the human light di Artemide

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Piero Bassetti: Se è più immediato capire la bellezza di una lampada, che cosa fa invece la bellezza di un sistema di illuminazione? Come siete passati dalla lampada al sistema luce?

Ernesto Gismondi: Per sistema luce intendiamo che ci sono delle situazioni di illuminazione che vanno oltre la lampada sul comodino. Quando si devono illuminare degli spazi pubblici, dove ci sono situazioni mutevoli e bisogna creare particolari effetti, dobbiamo offrire un progetto ben determinato. Il sistema nasce quando si va ad analizzare i bisogni, introducendo determinati parametri e stabilendo come si modifica la luce durante la giornata in un determinato spazio.

PB: Chi è in grado di valutare con competenza il valore e l'efficacia di un sistema luce?

EG: Ci sono i lighting consultant che hanno esperienza e possono fare queste valutazioni. Le nostre controparti per i sistemi luce sono gli architetti e i migliori sono quelli che fanno sia building sia interni, perché non puoi progettare prima i muri e poi riprogettare l'interno.
Di solito noi, quando qualcuno viene a chiedere la progettazione per un luogo specifico, prepariamo gratuitamente il progetto con il preventivo, ma non è un gran sistema perché io Artemide cerco di mettere pochi apparecchi miei per non fare salire troppo il prezzo e inoltre, magari, in un punto particolare andrebbe meglio la lampada disegnata da un'altra azienda. Quindi puoi risparmiare, ma ti sei messo nelle mani di una sola azienda, anche se primaria. Allora non ti rimane che chiamare dei tecnici professionisti che possano valutare il progetto che ti è stato proposto e possano darti consigli specifici.
Oggi le necessità sono cambiate in maniera enorme. Ci sono anche delle normative per le luci pubbliche per cui devi stare dentro a degli standard, quindi anche la ditta privata che ti fa il progetto deve stare in quegli standard.
Oggi il sistema deve essere interattivo, perché deve ageduarsi alle situazioni del momento: è qui che sta il servizio.

PB: Il consumatore si accorge di queste nuove possibilità?

EG: Anche all'interno di un'azienda, sia per questioni di normative, sia per richiesta dei dipendenti, c'è la richiesta di una luce giusta, che non sia stancante. E' stato dimostrato, e noi l'abbiamo studiato, che dopo una giornata di lavoro in uno di questi luoghi sigillati, in cui c'è solo luce artificiale, al momento del contatto con la luce naturale si hanno problemi alla vista per 20-30 minuti. Se c'è questo tipo di problema, noi dobbiamo cercare di risolverlo con un sistema che, magari, mezz'ora prima dell'uscita modifichi le luci per abituare l'occhio alla luce esterna.

Noi abbiamo studiato a fondo il problema dell'illuminazione per l'uomo e in particolare l'illuminazione della casa. Oggi le necessità in una casa sono molto più grandi di una volta: abbiamo studiato, con gruppi di ricerca formati da medici e psicologi, quali erano le reciproche interazioni tra la luce, l'uomo, il suo modo di sentire e il colore. Quando prendi questi parametri e li metti insieme ti accorgi che devi regolare il tutto in maniera opportuna.
E' facile dare luce solo per illuminare, qualsiasi lampada è in grado di fare luce, più difficile è fare luce che faccia stare bene, che dia una sensazione di benessere. Non tutte le luci vi fanno stare bene. Pensate banalmente a quando guardate la televisione, di che luce avete bisogno? Luce diffusa e soffusa, posizionata alle vostre spalle.
Per noi quindi la sfida era quella di costruire degli apparecchi di illuminazione che fossero sistemati in un ambiente e che lavorassero tutti insieme per rispondere a tutte le esigenze e a tutti i momenti della giornata.

Il nostro lavoro, la nostra innovazione, è questo: andare a scoprire i bisogni che in realtà le persone hanno già. Noi creiamo le macchine che rispondono a questi bisogni e le vendiamo benissimo!

PB: Gismondi parla della luce in modo diverso da come potrebbe parlarne uno di noi, ma sentendo queste cose mi accorgo di quanto sono vere. Questa è l'innovazione: vai alla ricerca di un bisogno inespresso e gli corrispondi.

Domanda: Artemide è presente nei paesi nordici, dato che là l'esigenza è forte, visto che vivono per molti mesi al buio?

EG: Per noi è un grosso mercato, anche perché tengono la luce sempre accesa e perché hanno la necessità di non suicidarsi. Per questo noi progettiamo degli apparecchi appositi, che per noi sono abbastanza normali, che hanno delle regolazioni per cambiare il colore e fare in modo che l'atmosfera diventi più calda.

Domanda: Quali sono i concorrenti di Artemide?

EG: Ci sono? Io non li conosco! La modestia è sempre stata il mio forte!

EG: Abbiamo fatto uno studio di alcuni mesi con un gruppo di ricerca in cui emerge che per l'uomo la luce è importante, ma ancora di più lo è il colore. Per vivere meglio quindi è importante tenere conto di luce e colore. Per questo abbiamo deciso che dovevamo fare qualche cosa per soddisfare questi bisogni. Il bisogno è quello di avere, all'interno della casa, atmosfere diverse, piacevoli, rilassanti o eccitanti. Ci sono "momenti di luce diversa" che vorremmo avere.
La luce è comandata da tre colori principali: giallo, rosso e blu. Abbiamo pensato che se noi riuscivamo a fare di questi tre colori non un blocco di luce, ma stratificazioni di luce avremmo potuto riprodurre meglio ciò che avviene in natura, per esempio un tramonto con la gamma dei suoi colori.
Quello che volevamo realizzare con le nostre macchine era riuscire a stratificare la luce senza discontinuità, regolarla a nostro piacimento, costruire delle atmosfere e poterle memorizzare per poi riprodurle. Grazie al telecomando che regola la luce dei faretti si creano le diverse atmosfere. La macchina dava più di un miline di combinazioni, ma noi ne abbiamo memorizzato 12, ma c'è anche la possibilità di creare nuove atmosfere e memorizzarle.

Questo è stato l'origine di human light, la luce per l'uomo, pensata per creare benessere. Sono macchine speciali, con filtri speciali, con computer all'interno.

PB: Chi è abituato a queste raffinatezze della luce?

EG: Gli italiani sono per la dolcezza, per creare un'atmosfera. Gli italiani e i francesi sono i più raffinati, seguono gli svedesi a cui piace far finta che esista anche per loro un tramonto o un'alba, che esistano delle situazioni diverse dal buio pesto!

Un altro passo avanti l'abbiamo fatto con la lampada a.l.s.o. che vuole dire aria, luce e suono. Per far star bene l'uomo, che cosa serve oltre la luce? Abbiamo pensato al suono e all'aria purificata. Ci siamo chiesti perché non fare una macchina che mettesse insieme tutto: avere la luce sofisticata e regolata, il suono trasmesso via radio e filtri elettrostatici per purificare l'aria e l'ambiente.
La macchina purifica un ambiente abbastanza grande di 5X6 metri; il filtro raccoglie tutte le polveri sottili dello smog.

Domanda: Per una macchina del genere si avvalete di esperti esterni o producete tutto voi?

EG: Per suono e aria ci siamo avvalsi di consulenti esterni, soprattutto per il problema dell'aria, perché noi non sapevamo come erano fatti i filtri elettrostatici. Ci siamo quindi fatti progettare questi filtri da un'azienda specializzata. La progettazione e la concezione dell'intero sistema sono invece di Carlotta de Bevilacqua.

La nostra vera innovazione, però, si chiama Tolomeo e il suo successo deriva dalla sua etrema funzionalità e con Tizio, disegnata da Richard Sapper nel 1972, abbiamo conquistato il mondo. Sono lampade poli-uso perché si possono usare nelle varie stanze della casa, in ufficio.
Oggi le lampade sono a led, che sono una continua innovazione: ne stanno facendo sempre di nuovi, con diminuzione di prezzo.
Artemide è nata con i migliori designer italiani, che erano i migliori architetti dell'epoca. Poi siamo cresciuti e abbiamo chiamato anche i migliori designer del mondo per essere sicuri di avere il meglio. Questo è anche un motivo per cui abbiamo deciso di potere Artemide in tanti Paesi esteri: essendo là noi possiamo incontrare e discutere con i migliori designer del mondo, ma anche conoscere le leggi e i costumi dei diversi posti.

Per quanto riguarda la ricerca, recentemente abbiamo costituito un gruppo di medici, psicologi ed esperti di marketing per studiare la luce bianca. Di luce bianca non ce n'è una sola, ma tantissime, che vanno da 2600 gradi Kelvin della luce calda della candela fino ai 10 mila Kelvin del sole e ai 13 mila della luna. Abbiamo chiesto ai medici che influenza può avere la luce, in particolare quella bianca, sulla persona. Che luce si vuole nei vari momenti della giornata e soprattutto a casa, che luce bianca può dare benessere? Abbiamo abbinato una luce bianca diversa per ogni stato d'animo, anche se non per tutti allo stesso bianco corrispondono le stesse sensazioni.
Lo scopo è di raggiungere il benessere attraverso le lampade, ma senza mirare a nessun tipo di guarigione o di pratiche cromoterapiche. Semplicemente "I care", avere cura di sé attraverso un sistema di illuminazione.
La nostra lampada regola l'intensità della luce bianca che la macchina ricostruisce in tutte le sue gradazioni.

PB: Io ringrazio molto Ernesto Gismondi non solo perché ci ha spiegato molte cose, ma ci ha portato anche una testimonianza del personaggio, con tutte le sue complessità di sapere e di volere.
Questo dimostra che intorno all'innovazione c'è sempre una presenza umana e quindi c'è una responsabilità esistenziale, che poi è quello di cui la FGB si occupa e che ci interessa testimoniare, specialmente in un ambiente formativo come quello universitario.
Il nostro Paese ha un futuro se continuerà ad avere protagonisti della vita produttiva, ma anche della nostra vita esistenzaiale, come Ernesto Gismondi.
"Lavorare, lavorano tutti" diceva mio zio: ma lavorare deve avere un senso. Una volta il senso veniva dal senso del servizio, oggi il senso lo dà l'innovazione. "I care" è importantissimo.
In un mondo che si glocalizza dobbiamo essere quelli che insegnano a realizzare l' "I care". In questo modo possiamo superare tutte le crisi. E secondo me gli unici che potrebbero stare con noi sono proprio i cinesi: l'ideogramma Italia in cinese significa il "Paese delle idee". In Cina ci vedono come il paese delle idee e noi facciamo bene a vedere la Cina come un altro paese delle idee, perché tante cose hanno insegnato al mondo e tante ne insegneranno. Se noi italiani riusciremo nel campo dell'innovazione a farci portatori di questa responsabilità esistenziale dell'uomo, allora saremo gli unici a sfidare la massificazione che è la vera sfida della nostra epoca.


by Valentina Porcellana on 07.12.05 at 23:30 | Permalink |

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by Alessandra on 09.12.05 at 21:13

mi spiace usare questo spazio per motivi poco inerenti alle presentazioni aziendali, ma credo che siano tematiche molto inerenti al corso e soprattutto all'esame

AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!
purtroppo non posso seguire questo corso che pare essere molto interessante.
il sito della fondazione bassetti è ben strutturato e gli incontri sono molto utili secondo me.
ma il mio problema è un altro....
qualcuno sa come faccio a contattare il responsabile del corso?
i docenti di riferimento non mi hanno ancora risposto....
nessuno sa niente sull'esame...e io come faccio?
qualcuno sa qualcosa???????????
non vorrei arrivare alla settimana prima dell'esame senza sapere su cosa prepararmi...e visto che il corso è già iniziato da quasi 2 settimane mi sembra CORRETTO comunicare a tutti gli studenti, anche a quelli che non possono seguire le lezioni cosa studiare per l'esame.

grazie per l'attenzione
spero che qualcuno sappia dirmi qualcosa...prima dell'esame magari...
Alessandra


by Valentina Porcellana on 10.12.05 at 09:39

Fin dall'inizio del modulo "Innovazione e creatività", il programma con le indicazioni bibliografiche utili a sostenere l'esame è stato pubblicato sia sul blog della FGB all'indirizzo:
https://www.fondazionebassetti.org/06/porcellana/000421.htm (paragrafo "Materiale di lettura e uso del sito FGB: www.fondazionebassetti.org"), sia sul sito della LIUC all'indirizzo: http://my.liuc.it/corsi/corso.asp?COD=F83344&AA=2005 (paragrafo "Materiale a disposizione").

Valentina Porcellana
Cultore della materia per il modulo "Innovazione e creatività"
https://www.fondazionebassetti.org/porcellana.htm


by Alessandra on 11.12.05 at 14:09

quei link li avevo già visti, il mio dubbio era dovuto al fatto che solitamente il materiale richeisto ai non frequentanti è diverso da quello richiesto ai non frequantanti, quindi non capivo su cosa studiare esattamente.
ora che è chiaro, posso cominciare con tranquilltà.
grazie
Alessandra