Segnalazioni nel sito della Fondazione Bassetti

Cellule e Cittadini, biotecnologie nello spazio pubblico


Le biotecnologie sono un caso emblematico delle trasformazioni recenti (e per certi versi travolgenti) che hanno investito la ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica nelle società contemporanee.
Massimiano Bucchi e Federico Neresini nel libro "Cellule e Cittadini, biotecnologie nello spazio pubblico" (Sironi, Milano, 2006) affrontano il tema del rapporto tra i cittadini europei e le biotecnologie non dando nulla per scontato. Italiani ed europei sono davvero ostili alle biotecnologie? Quanto hanno contribuito i media a marcare la contrapposizione tra biotecnologie biomediche e agroalimentari? Come è possibile in questi casi integrare competenze scientifiche e partecipazione pubblica? A cominciare da queste domande analizzano, con contributi di sociologi, psicologi sociali, biologi e studiosi del diritto, il dibattito sulle biotecnologie, ricostruendo da un lato gli orientamenti dell'opinione pubblica e l'atteggiamento dei media, e ripercorrendo dall'altro la storia della legislazione e le esperienze di coinvolgimento del pubblico nei processi decisionali.
Mettendo in discussione stereotipi ancora radicati, gli autori approfondiscono le ragioni del senso comune e della sua presunta diffidenza, indicando la partecipazione dei cittadini su questi temi come uno dei principali terreni di sfida per la scienza e la democrazia.

"Cellule e Cittadini, biotecnologie nello spazio pubblico" (Sironi, Milano, 2006) a cura di Massimiano Bucchi e Federico Neresini.
Contributi di Valeria Arzenton, Martin Bauer, Andrea Lorenzet, Giuseppe Pellegrini, Mariachiara Tallacchini, Giuseppe Testa, Brian Wynne.

Dalla biologia nuove frontiere per la lettura dell'arte

L'importanza dell'innovazione si mostra non solo nella produzione di cose, ma più che altro nella capacità che ha il "nuovo" di darci strumenti con cui si guarda al mondo con occi diversi. E questo è tanto più vero quando il "nuovo" riguarda i nostri strumenti culturali.
Così l'invenzione (mi si passi il termine) della psicoanalisi da parte di Freud ha consntito di renterpretare in una nuova chiave molte opere letterarie del passato, a cominciare dallo stesso Freud che ha mutuato il "complesso di Edipo" dalle tragedie di Sofocle. Si veda pure l'attenzione di Sigmund Freud nei confronti della statua michelangiolesca di Mosè - conservata a Roma a S.Pietro in Vincoli - in Tra Freud e Mosè il limite della scienza
Sulla rivista Darwin ora in edicola sono stati pubblicati alcuni saggi sul rapporto fra le nuove scienze neurobiologiche e la produzione artistica.
Riportiamo l'editoriale introduttivoBiologia e arte.
I saggi riportati sono:

    NEURESTETICA - La sfida incompiuta della neuroestetica di Giovanni Sabato
    Un drappello di scienziati ha elaborato ipotesi suggestive sulle regole che governano l'espressione artistica e scandaglia i circuiti cerebrali della percezione alla ricerca di prove

    EVOLUZIONE - Le intuizioni di Darwin sulla bellezza incarnata di Gabriele Fedrigo
    La naturalizzazione dell'esperienza estetica avviata dal padre dell'evoluzione segna il tramonto del sogno di Platone e l'inizio dell'aventura scientifica che indaga il senso del bello


    MUSICA - I percorsi della neurobiologia nell'universo della musica di Luisa Lopez
    Oggi abbiamo a disposizione approcci molto promettenti per lo studio delle abilità musicali e una buona politica

    di istruzione dovrebbe mettersi al passo con le conoscenze

    LETTERATURA - Il cervello di Amleto e i fiori di Proust di Sandro Modeo
    La lettura biologico-evoluzionistica dei testi letterari
    può suscitare sospetti e irrisione ma aiuta ad aprire scorci nuovi
    che lo sguardo umanistico non arriva a illuminare





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