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(nel sito della Fondazione Bassetti)

(Percorso iniziato in Gennaio 2001 -- Ultimo aggiornamento: 16 novembre 2001right-sfondochiaro.gif (838 byte) vai all'aggiornamento -- Chiuso in Agosto 2002)

 

Perché questo Percorso

Jeremy Rifkin è una figura di intellettuale socialmente impegnato la cui presenza sui media è pressoché costante grazie all'efficacia con cui espone le sue proposte riguardo a una serie di problematiche che hanno a che fare con l'innovazione: dall'ecologia, alla net-economy, alle biotecnologie.
Questo Percorso raccoglie alcune informazioni sui suoi principali libri e raggruppa i riferimenti presenti nel sito e in alcuni articoli selezionati.

(G.M. Borrello)

v.gif (842 byte) Abstract in English

Jeremy Rifkin is an intellectual and socially active figure whose presence in the media is almost a constant one thanks to the efficient proposals he makes in response to a series of problems related to the theme of innovation: from ecology, to the net economy, to biotechnology. This Thread gathers some information about his main books and groups together the references made in the site and in other selected articles.

Libri

In Italiano
I libri più popolari sono
:
In English
The most popular books are
[www.amazon.com]:
rifkin-accesso.jpg (2413 byte) L' era dell'accesso. La rivoluzione della new economy, Mondadori, 2000 The Age of Access : The New Culture of Hypercapitalism Where All of Life Is a Paid-For Experience (Hardcover - April 2000)
rifkin-biotech.jpg (2854 byte) Il secolo biotech. Il commercio genetico e l'inizio di una nuova era, Baldini & Castoldi, Milano, 2000 The Biotech Century : Harnessing the Gene and Remaking the World (Paperback - April 1999)
rifkin-lavoro.jpg (2374 byte) La fine del lavoro. Il declino della forza lavoro globale e l'avvento dell'era post-mercato, Baldini & Castoldi, Milano, 1997 The End of Work : The Decline of the Global Labor Force and the Dawn of the Post-Market Era by Jeremy Rifkin, Robert L. Heilbroner (Paperback - April 1996)

v-grigia.gif (82 byte) L'era dell'accesso. La rivoluzione della new economy

Come vivremo nell'era di Internet e del nuovo capitalismo culturale? In questo libro Jeremy Rifkin spiega perché la proprietà sarà sostituita dall'accesso a pagamento a ogni genere di bene o servizio, perché pagheremo di più e possederemo sempre meno, perché il fossato tra chi è connesso alla rete e chi non lo è sarà sempre più profondo e perché i giganti economici che avranno le chiavi dell'accesso sono destinati a controllare la vita di ciascuno di noi.

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v-grigia.gif (82 byte) Il secolo biotech. Il commercio genetico e l'inizio di una nuova era

Cosa succede se un computer incontra un gene? Se l'informatica si allea con l'ingegneria genetica? Se il codice genetico si affianca al codice binario? Jeremy Rifkin non ha dubbi: ci aspetta una rivoluzione ancora più intensa e sconvolgente di quella industriale. Il motivo è semplice: computer sempre più veloci e sempre più potenti stanno trasformando le informazioni contenute nei nostri geni nella «materia prima» della nuova economia globale. Il computer, dunque, non è più il gran motore dell'innovazione, ma un fattore, anzi un co-fattore all'interno di un cambiamento ancora più grande, il commercio genetico. Se il XX secolo è stato caratterizzato dalle scoperte della fisica e della chimica, il XXI sarà profondamente condizionato dalle scienze biologiche e da tutte quelle tecnologie che consentono di decifrare le informazioni contenute nel Dna. La manipolazione dei geni ha già provocato rilevanti mutamenti nei diversi campi dell'economia - dal settore agricolo a quello energetico, farmaceutico e medico - ponendo le basi di un «nuovo mondo» bioindustriale. Ma non è che l'inizio, poiché i biologi molecolari hanno cominciato a mappare e decifrare il corredo genetico di un'ampia gamma di speciè viventi, dai batteri all'uomo. Per le aziende biotecnologiche, dunque, i geni rappresentano la nuova corsa all'oro. E non è un caso che governi e multinazionali stiano scandagliando i continenti alla ricerca di microrganismi, piante, animali e persino esseri umani con caratteristiche genetiche rare che potrebbero avere un potenziale sviluppo in un mercato genetico prossimo venturo. Dopo La fine del lavoro, il libro che ha provocato grandi dibattiti fra governi e sindacati del mondo occidentale, Jeremy Rifkin presenta un'altra delle sue lucidissime previsioni. Quel che sta avvenendo in campo biologico è per molti versi simile a quanto succede nel campo delle telecomunicazíoni e dell'informatica ma - a tutt'oggi - ha ricevuto ben poca attenzione. Una distrazione inspiegabile, dice Rifkin, perché è fuor di dubbio che buona parte dell'economia, in futuro, verrà controllata da chi riuscirà a mettere le proprie mani sul patrimonio genetico del pianeta.

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v-grigia.gif (82 byte) La fine del lavoro. Il declino della forza lavoro globale e l'avvento dell'era post-mercato, Baldini & Castoldi, Milano, 1997

«Oggi, su scala globale, la disoccupazione ha raggiunto il livello più elevato dai tempi della Grande Depressione degli Anni trenta. Nel mondo, più di ottocento milioni di persone sono disoccupate. Questo numero è probabilmente destinato a salire ulteriormente negli anni che ci separano dall'inizio del nuovo millennio, poiché milioni d'individui s'affacceranno per la prima volta sul mercato del lavoro per ritrovarsi senza possibilità di occupazione, e molte saranno le vittime di un'innovazione tecnologica che sostituisce sempre più velocemente il lavoro umano con le macchine in quasi tutti i settori e i comparti dell'economia globale ... ». Un libro del 1995, prezioso per sopravvivere, «Dovrebbe diventare il centro di un dibattito profondo e duraturo in tutti i Paesi. Lo descriverei, sinteticamente, come un'indispensabile introduzione a un problema con il quale saremo costretti a convivere per tutto il resto della nostra vita, e per quella dei nostri figli», ha pronosticato l'economista Robert L Heilibroner. E La fine del lavoro è diventato il centro di un dibattito essenziale.

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 Links 

right.gif (841 byte)"Report" (trasmissione RAI)

v-grigia.gif (82 byte) [16 novembre 2001] L'opinione di Rifkin sui brevetti in campo biotech:
(brano tratto dalla puntata della trasmissione di RAI 3 "Report" di mercoledì 6 ottobre 1999, ore 23:00 )

 Correlazione 

right.gif (841 byte)Biotecnologie e ingegneria geneticanodo.gif (891 byte)

right.gif (841 byte)Brevetto e organismi viventinodo.gif (891 byte)

«La questione fondamentale è questa: chi controlla i geni, controlla il ventunesimo secolo. Ci troviamo nel mezzo di una fondamentale trasformazione dell'economia globale. La risorsa primaria nell'età industriale erano i combustibili fossili, i metalli e i minerali. La risorsa primaria nell'età della biotecnologia sono i geni. Chiunque possiede e controlla i geni controlla la risorsa mondiale che forma la base di tutta l'età del commercio genetico. Geni per le fibre tessili, per i materiali da costruzione, per l'energia, per le medicine, per gli alimentari.
(...)
In questo momento è in atto una battaglia tra i giganti dell'economia per localizzare tutti i geni rari nel mondo e reclamarli nella forma di proprietà intellettuale.
Per darvi un'idea dell'enormità della scala, considerate quattro aziende chimiche gigantesche: la Monsanto, la Novartis, la Hoechst tedesca e la Dupont.
Queste erano multinazionali giganti durante la rivoluzione industriale, erano compagnie chimiche. Negli ultimi tre anni, ognuna di queste multinazionali ha deciso di vendere o condividere le sue divisioni chimiche allo scopo di essere esclusivamente focalizzata sulla ricerca genetica, le scienze della vita, la tecnologia dei geni e i prodotti genetici.
E' molto importante capire che non si può, non ancora almeno, creare un gene in laboratorio, un gene raro devi trovarlo. Così le grandi aziende stanno girando il mondo in cerca di geni rari, microrganismi, piante, animali e anche esseri umani che possono avere un valore commerciale in qualche campo.

right-sfondochiaro.gif (838 byte)v., anche, nel Forum, l'intervento di G.M. Borrello del 18 marzo 2000

v-grigia.gif (82 byte) [14 luglio 2001] environmentglob.gif (821 byte) L'errore di Rifkin e di molti ecologisti secondo Emilio Gerelli.
"Il mercato può salvare la Terra"articolo.gif (899 byte) (Sole 24 Ore del 18 febbraio 2001): lettera di un lettore seguita dalla risposta di Emilio Gerelli

- Giancarlo Fazio: «Egregio dottor Gerelli, sul Sole 24 Ore del 4 febbraio ha recensito la riedizione di "Entropia" di Jeremy Rifkin con alquanto sarcasmo, estendendo la berlina anche al famoso "Limiti dello sviluppo", apparso nel 1972, e a "Population bomb" di Ehrlich. Ha criticato l'ingenuo rimedio proposto da Rifkin di abolire la proprietà privata delle risorse naturali, in quanto ciò porterebbe dritto dritto al comunismo (che, come tutti sappiamo, ha storicamente fallito). Il suo scritto non mi persuade. (...)»
- Emilio Gerelli: «(...) Rifkin e altre Cassandre sono utili perché i loro allarmi aiutano la protezione della natura. (...) Ciò che critico è però la superficialità di Rifkin e di altri ecologisti, che propongono soluzioni errate o almeno semplicistiche. (...)» (Emilio Gerelli)

down-right-sfondochiaro.gif (914 byte)rifkin-entropia.jpg (2747 byte) right-sfondochiaro.gif (838 byte)La scheda del libro su www.internetbookshop.it

v-grigia.gif (82 byte) [1 marzo 2001] In occasione della conferenza "sulla battaglia contro gli organismi geneticamente modificati e per la sicurezza alimentare" organizzata il 19 febbraio 2001 al Circolo della Stampa di Milano dai Verdi, il quotidiano La Repubblica ha intervistato Jeremy Rifkin:

«Nel giorno in cui i test rapidi fanno registrare il terzo caso di mucca pazza in Italia, sbarca a Milano l’uomo che a livello planetario è il guru più acclamato della critica alla deriva biotecnologica della scienza genetica e dell’industria alimentare: l’economista americano Jeremy Rifkin, presidente della Foundation on Economic Trends, docente ala Wharton School. Quando gli si racconta della curiosa coincidenza sembra quasi che un sorriso gli guizzi negli occhi scuri: ... » (continua) (intervista di Luca Fazzo, su La Repubblica del 20 febbraio 2001 )articolo.gif (899 byte)

v-grigia.gif (82 byte) (News - 11 ottobre 2000)

v-grigia.gif (82 byte) (News - 7 settembre 2000)

v-grigia.gif (82 byte) (News - 30 agosto 2000)

v-grigia.gif (82 byte) (News - 21 luglio 2000)

v-grigia.gif (82 byte) Jeremy Rifkin, "Quando la vita è l'anima del commercio", Corriere della Sera, 21 aprile 2000Articolo

«Immaginate di svegliarvi una mattina e scoprire che ogni aspetto del vostro essere è diventato una faccenda commerciale, che la vostra vita si è trasformata in una ineguagliabile esperienza di shopping.
L'Età dell'Accesso è definita, sopra ogni altra cosa, dalla crescente mercificazione di ogni esperienza umana. Nel mondo degli affari, il nuovo termine operativo è life time value (LTV), cioè il valore del tempo di vita dell'acquirente. Parliamo della misura teorica di quanto potrebbe valere un essere umano se ogni momento della sua vita venisse mercificato dentro la sfera commerciale.
(...)»