12.09.05

Arte e innovazione -- Art and innovation


Segnalo il seguente intervento a cura di Valentina Porcellana, che si prefigge di essere il primo di una serie di post sull’antropologia dell’arte come innovazione. Sono molti gli aspetti della pratica artistica che si riconnettono alla dimensione antropologica dell’innovazione. In questo intervento ci si sofferma sui rapporti tra mediazione di comunità e responsabilità sociale dell’arte, oltre che alle molte possibili interazioni tra pratica artistica innovativa e pratica innovativa d’impresa.
Cristina Grasseni


ANTROPOLOGIA, ARTE E RESPONSABILITA’ SOCIALE
-- a cura di Valentina Porcellana --

Installazione di Arte al Centro a Cittadellarte
Installazione d'Arte al Centro a Cittadellarte

L’arte ha spesso intessuto strette relazioni con il potere, che l’ha usata per rafforzarsi o glorificarsi; ma c’è anche un’arte che è uscita dalle sale del potere, così come dalle gallerie e dai musei, ed è diventata pubblica. "Pubblica" non solo ad indicare il luogo della sua fruizione, ma per parlare della dimensione sociale a cui si è aperta. E se l’arte diventa pubblica, l’artista è investito di una nuova e più complessa responsabilità. L’artista si trova a dialogare con la comunità in cui opera, a mediare tra luoghi, pubblico, committenti, inserendosi nel processo di trasformazione sociale. Nelle dinamiche complesse delle società contemporanee, l’antropologia può incontrare l’arte pubblica e dialogare con essa, anche al livello del metodo.
Questa serie di interventi ha lo scopo di definire i punti di contatto tra arte "responsabile" e antropologia e di dare spazio a mostre, appuntamenti, libri a carattere interdisciplinare.
Il primo intervento riguarda il progetto Cittadellarte che l’artista Michelangelo Pistoletto ha realizzato a Biella all’interno della sua Fondazione. L’arte è responsabile del cambiamento sociale perché direttamente coinvolta nelle dinamiche complesse della modernità. Un esempio è la collaborazione tra Cittadellarte e il Club dei Distretti Industriali Italiani.


CITTADELLARTE - FONDAZIONE PISTOLETTO

1. Le responsabilità sociali dell’arte

Cittadellarte - Fondazione Pistoletto (www.cittadellarte.it) nasce nel 1996 dalla proposta di Michelangelo Pistoletto di investire l’arte e l’artista di un nuovo ruolo, quello della partecipazione diretta e responsabile nelle dinamiche sociali. Pistoletto sostiene che l’arte deve coinvolgere l’estetica e l’etica comune, ricomponendo armoniosamente tutti gli elementi che formano la struttura sociale.
L’arte responsabile deve "mettere in evidenza il contrasto tra il progresso tecnologico e i sistemi dogmatici vetusti, offrendo alla coscienza un nuovo modo di vedere. L’arte è l’espressione primaria della creatività umana e, di conseguenza, il riferimento costante di ogni attività culturale, economica e sociale".
L’artista non può quindi occuparsi esclusivamente dell’oggetto, del "prodotto artistico", ma deve partecipare attivamente, con l’aiuto della sensibilità di cui è dotato, alla costruzione del sistema in cui è inserito. L’autoreferenzialità dell’arte deve dunque lasciare spazio alla partecipazione attiva all’interno del sistema con il quale vuole interagire per dare avvio al cambiamento.
Dice ancora Pistoletto: "L’arte deve introdurre la sensibilità percettiva che le è propria all’interno di tutti i sistemi – che si tratti di produzione, di organizzazione o di politica – per realizzare la "composizione" delle diverse parti concepite come elementi armonici del concerto civile. Là dove questa sensibilità viene a mancare, l’organismo si sclerotizza".
L’artista dunque deve portare la sua arte fuori dai luoghi che gli sono stati assegnati dalla tradizione: fuori dalle gallerie e dai musei per entrare in ogni spazio possibile della vita sociale con l’obiettivo di migliorarne il funzionamento.
Michelangelo Pistoletto è stato il primo sperimentatore della sua stessa teoria e descrive così la sua uscita dal recinto dell’arte per entrare in quello della vita: "Dopo che nel 1961 ho trasformato la pittura, cioè lo specchio metaforico, in una vera e propria superficie specchiante, le immagini dell’arte sono diventate "oggettive" e sono entrate nella vita. Il quadro è uscito dalla cornice, la statua è scesa dal piedistallo. Da allora il mio lavoro, cioè l’atto estetico, ha cominciato a penetrare negli spazi della vita stessa. Non si tratta di un esercizio multimediale destinato a concludersi dopo un breve lasso di tempo, ma piuttosto del lavoro su una prospettiva a 360 gradi destinata ad un lungo sviluppo e aperta al divenire".
Ed è questa apertura a caratterizzare Cittadellarte, già dal nome stesso, nella sua ambivalenza: cittadella, che indica uno "spazio circoscritto in cui si realizzano progetti artistici" e città dell’arte, in una "metafora di un’apertura dinamica e complessa verso la realtà esterna".
Come pensato e voluto dal suo fondatore, Cittadellarte fa sì che l’arte interagisca con ogni ambito del sistema sociale, dall'economia alla politica, dalla scienza alla produzione, dall'educazione al comportamento, con lo scopo di una trasformazione responsabile del sistema stesso.
Proprio per toccare tutti gli ambiti della struttura sociale, Cittadellarte è suddivisa in uffici: arte, politica, economia, educazione, comunicazione, produzione, religione, lavoro; ma altri ancora sono in fase di realizzazione e riguardano la scienza, la filosofia, l’ecologia, il nutrimento, il diritto, lo sport, etc.

2. Arte e Impresa

Arte e Impresa: tour nei distretti industriali italiani
Arte e Impresa: tour nei distretti industriali italiani

Il 22 febbraio 2002 Cittadellarte-Fondazione Pistoletto ha ospitato a Biella l’assemblea annuale del Club dei Distretti Industriali Italiani (www.clubdistretti.it)
Dalle riflessioni di quella giornata è scaturito il Manifesto dell’Arte e dell’Impresa che recita: "Cittadellarte si congiunge al Club dei Distretti Industriali per conferire carisma culturale all’idea che unisce in un grande progetto i Distretti italiani e tutti i singoli produttori che ne fanno parte. L’iniziativa si prefigge di portare al massimo rilievo il significato culturale che le industrie italiane incorporano nel loro complesso. Il progetto è economico-culturale.
Ad ogni imprenditore/imprenditrice si offre l’opportunità di rendersi partecipe di tale progetto semplicemente dando segno di riconoscere il valore simbolico che la sua stessa attività rappresenta. Per valore simbolico intendiamo non soltanto quello della moneta, ma quello che corrisponde alla ricchezza di una società nel suo complesso. Cioè, specificatamente, la ricchezza espressa in toto dall’attività produttiva, economica, politica e culturale che comprende i valori della spiritualità, dell’etica e dell’estetica di cui l’Italia dispone. Aderire al progetto significa partecipare ad una grande idea creativa e comprendere che per ogni impresa italiana si tratta di un impegno culturale importante e ancor più gratificante del puro profitto pecuniario.
Con il Manifesto dell’Arte e dell’Impresa vogliamo impostare le possibili strategie di quella che definiamo l’Impresa Italia sapendo di poter contare sulla ricchezza endemica di questo paese che porta valori grandi come il Rinascimento da cui ha origine la storia moderna dell’Occidente.
L’Italia possiede gli elementi essenziali per poter determinare prospettive di grande portata ricomponendo idealità e attività nel presente, tempo in cui emerge con evidenza la necessità di un nuovo rinascimento. Le forze produttive e artistiche italiane hanno nel D.N.A. le caratteristiche della multiformità, della molteplicità e della differenza, valori preziosi del passato che proiettiamo nel futuro. Sono beni che vanno protetti e salvaguardati in ogni modo, come i grandi monumenti storici, di cui questo paese è il maggior possessore e contemporaneamente le antiche ambizioni devono essere riconvertite nel comune impegno di produrre nuova storia. La figura artistico-imprenditoriale che nasce da questo progetto è portatrice di un fattore morale che si inserisce nel calcolo economico dell’imprenditore/imprenditrice, parte dei Distretti Italiani, il cui obiettivo si arricchisce e diviene una vera e propria missione. In sostanza possiamo riassumere il manifesto in questo slogan: l’impresa italiana è una missione culturale".
Il progetto dunque vuole valorizzare il messaggio culturale di cui i distretti sono portatori: i distretti industriali sono infatti il frutto della cultura artigianale e della creatività delle diverse realtà locali italiane.
Per questo, in collaborazione con Cittadellarte, il Club dei Distretti organizzerà incontri dedicati a creativi (imprenditori, progettisti, designer, pubblicitari) impegnati nei vari campi dell'industria e della comunicazione, per dare inizio ad un processo di "produzione responsabile" e per una ridefinizione dell'identità dell'Impresa Italia.

English version

This is the first of a series of reviews that Valentina Porcellana will present on the anthropology of art as innovation. Many aspects of artistic practice are linked to the anthropological dimension of innovation. Here, she highlights the relationship between the social responsibility of art and community enterprise, as well as on the many possible interactions between an innovative artistic practice and an innovative entrepreneurial practice.
Cristina Grasseni


ANTHROPOLOGY, ART AND SOCIAL RESPONSIBILITY
-- by Valentina Porcellana --


Art has often maintained strong relationships with power, which has used it to glorify or strengthen itself; but there is a kind of art that has chosen to leave the hallways, galleries and museums, to become public. This means not only a public place of fruition, but an opening to a social dimension. If art has become public, the artist is invested with a new and more complex responsibility. She is meant to keep a dialogue with the community in which she is active, to mediate between places, audience, investors, in a midst of processes of social transformation. In the complex dynamics of contemporary society, anthropology can meet public art and dialogue with it, developing common methods.
In this post and the following ones I wish to define some contact areas between responsible art and anthropology by reviewing exhibitions, events and interdisciplinary publications.
To begin with, I wish to report about the project Cittadellarte which artist Michelangelo Pistoletto has carried out in Biella at his Foundation. Art is responsible ofsocial change because it is directly involved in the complex dynamics of modernity. One example is the collaboration between Cittadellarte and the Club of the Italian Industrial Districts.


CITTADELLARTE - FONDAZIONE PISTOLETTO

Michelangelo Pistoletto
Michelangelo Pistoletto

1. Art’s Social Responsibility

Cittadellarte - Fondazione Pistoletto (http://www.cittadellarte.it) was born in 1996 after Michelangelo Pistoletto proposed to invest art and the artist of a new role, that of a direct and responsible participation in social dynamics. Pistoletto maintains that art must get involved with common aesthetics and ethics, finding a harmonious ricomposition of all elements that compose the social structure.
Responsible art must "highlight the contrast between technological progress and old dogmatic systems, offering a new way of seeing. Art is the primary expression of human creativity and hence constant reference of every cultural, economic and social activity".
The artist cannot therefore only take care of the object, of the artistic product, but must actively participate, with the help of her sensibility, to the construction of the system of which she is part. Arts’ self-referentiality must be superseded by active participation in the system with which to interact in order to promote change.
Again Pistoletto: "Art must introduce perceptive sensibility in all systems – whether systems of production, organisation or politics – in order to "compose" the different parts that are harmonious elements of the civic concert. If this sensibility is missing, it’s the whole organism to perish".
The artist must therefore bring art outside of the places that have been assigned to it by tradition: outside the galleries and museums to enter any possible space of social life, with the objective of bettering its functioning.
Michelangelo Pistoletto was the first to experiment his own theory which he describes as leaving art’s precincts to enter life: "After transforming painting – i.e. the metaphorical mirror – in a mirror-surface in 1961, artistic images have become objective and eventered life. The painting has left its frame, the statue its pedestal. Since then my work, which is an aesthetic act, has begun to penetrate the spaces of life itself. It is not a multimedia exercise that finishes after time, but a 360 degree perspective open to becoming and development".
This opening characterises Cittadellarte, in its ambivalence: it is an "enclosed space in which artistic projects take place" and it’s the city of art, "a metaphor for a dynamic opening towards the external reality".
Cittadellarte wishes to interact with every quarter of the social system, from economics to politics, from science to production, from education to behaviour, in order to responsibly transform it.
That’s why Cittadellarte is divided up in offices: art, politics, economics, education, communication, production, religion, work; more are being built about science, philosophy, ecology, food, rights, sport, etc.

2. Art and Enterprise

Arte e Impresa: tour nei distretti industriali italiani
Arte e Impresa: tour nei distretti industriali italiani

On Febrary 22nd 2002 Cittadellarte-Fondazione Pistoletto hosted at Biella the annual meeting of the Club dei Distretti Industriali Italiani (www.clubdistretti.it). The result was a Manifesto of Art and Enterprise: "Cittadellarte meets the Club dei Distretti Industriali in order to confer cultural carisma to the project of the Italian Districts and their producers. This is an economic and cultural project which aims to profile as highly as possible the cultural significance of Italian industries.
Every entrepreneur can participate by simply recognising the symbolic value of her own activity, which corresponds to the social wealth expressed by productive, economic, political and cultural activity which includes the values of spirituality, ethics and aesthetics of Italy. Adhering to this creative idea means understanding that every Italian enterprise has a cultural mission that is more important than monetary gain.
With this Manifesto we wish to base strategies of the Enterprise Italy on the endemic wealth of this country which stems from values such as that of Renaissance, at the origins of Western modern history.
Italy possess the essential elements to recompose ideals and activity in a moment in which a new renaissance is needed. The productive and artistic forces in Italy have in their genes the characteristics of multiplicity, multiformity and difference, values from the past that must be safeguarded and projected into the future, like the monuments that make the biggest wealth of this country. These ancient ambitions must be converted into a new common effort to make new history. The artist-entrepreneur is the carrier of a moral factor that contributes to the economic calculus in the mission of the Italian Districts. To sum up, the manifesto says: the Italian enterprise is a cultural mission".
The project wishes to enhance the cultural message of the districts, which are in turn the result of the artisanal culture and of the creativity of the different Italian social realities.
The Club dei Distretti has engaged in collaboration with Cittadellarte, to organize meetings dedicated to creative entrepreneurs, project designers and advertisers to promote responsible production in industry and communication and to redefine the identity of the Impresa Italia.


by Cristina Grasseni on 12.09.05 at 16:20 | Permalink |