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a)
Significato dei concetti e delle relazioni implicate |
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Procedure che realizzino assunzioni
valoriali |
Ignazio Masulli, nel suo scritto "Brevi note sulla
relazione di Piero Bassetti, 'Quale impresa per la sfida evoluzionista'", considerava
la nozione di "mappa cognitiva sociale" come fondamentale per ancorarvi un
paradigma di analisi socio-culturale. Analisi che avrebbe potuto essere volta a
formalizzare, in codici di comportamento, una razionalità di nuovo tipo, da intendersi
come "nuove modalità del pensare e agire socialmente": un modo, in altre
parole, per elaborare procedure che rendano effettive delle "assunzioni
valoriali". |
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Business Ethics: i fondamenti dei
criteri per qualificare un comportamento imprenditoriale come "etico" |
Ervin e Christopher Laszlo, nel loro scritto "Business
Ethics", individuano i fondamenti dai quali ricavare criteri etici per valutare un
comportamento imprenditoriale: si tratta di princìpi che consentirebbero di trasferire in
una dimensione certamente più nobile di quella costituita dai propositi di marketing
quelle esigenze di approccio a valori etici che le imprese più pronte a percepire il
cambiamento dovrebbero aver avvertito da tempo. |
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Un circolo virtuoso innescato da un modello di
comportamento diffuso |
E' vero che è anche (quando non soprattutto) un calcolo
economico di convenienza ciò che spinge le imprese a mostrarsi come responsabili in
termini etici riguardo all'impatto, di genere sociale e naturale, che deriva dalla loro
attività. Tuttavia, si potrebbe anche decidere di verificare se dalle motivazioni del
soggetto-impresa si possa eventualmente prescindere: dalla diffusione di un modello di
comportamento (non importa quanto sia dovuto a un calcolo utilitaristico) potrebbe
derivare comunque un circolo virtuoso tale da influire sui processi decisionali di un
intero sistema economico, portando un numero sempre maggiore di imprese a tener conto, in
modo affatto nuovo, delle cosiddette "esternalità negative" (cioè degli
effetti indesiderabili che non farebbero parte delle variabili ricomprese nell'equazione
costi-benefici). In altre parole, l'impresa potrebbe essere indotta a riconsiderare entro
prospettive a più largo raggio il proprio agire volto al profitto. Una rivisitazione
dei concetti di "profitto" e di "convenienza" può derivare anche
dall'introduzione nel tessuto sociale della "razionalità di nuovo
tipo" e dei "codici etici" che Masulli e Laszlo teorizzano. |
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b)
Implicazioni morali delle innovazioni imprenditoriali già introdotte, o in corso di
introduzione, o semplicemente ipotizzate |
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L'aver seguito i recenti sviluppi della mappatura del genoma
umano ci ha consentito di soffermare l'attenzione sulle opinioni di pensatori che
affrontano l'argomento da un punto di vista prettamente etico: si vedano gli articoli
contrassegnati col colore nel Percorso "Biotecnologie e ingegneria genetica
(item 'da Tebio 2000 in poi')". Le dichiarazioni di principio (tali possono essere
considerate) di Clinton e Blair sulla libera appropriabilità dei risultati della ricerca
sono state fatalmente ridimensionate dal successo ottenuto dalla Celera Genomics,
presieduta da Craig Venter. |
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Lo scienziato - imprenditore |
Il successo di Venter induce a considerazioni sul ruolo della
nuova figura di scienziato-imprenditore e sul nodo che lega oggi l'impresa all'attività
scientifica. L'impresa è oggi artefice non soltanto del sapere tecnologico, ma anche di
quello più profondamente scientifico. Quando l'impronta imprenditoriale è tale da essere
effettivamente determinante del progredire della scienza, la logica proprietaria entra per
forza di cose nel campo della ricerca. Le privative industriali (nella forma della
brevettazione delle invenzioni, ma non solo) avanzano in terreni che fino a ieri erano
esplorabili esclusivamente attraverso sforzi di ricerca che potevano essere sostenuti
soltanto da impegni a livello governativo, statale. Questo del compenetrarsi tra scienza
e impresa può essere considerato un punto di innesto del ventaglio di questioni che
costituiscono un asse portante del sito della Fondazione Bassetti, molte della quali
costituiscono il motivo di avvio di altri specifici Percorsi, per esempio quello sul
"Conflitto di interesse nella scienza". |
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c)
Meccanismi di potere e di responsabilità che in una società capitalistica avanzata
regolano lattuazione dellinnovazione |
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Meccanismi di potere: agenzie di "opinion
making" e strategie di sostegno a un prodotto che presenta delle criticità |
In questa terza linea di riflessione potrebbe rientrare
l'esame delle dinamiche che portano un'innovazione ad affermarsi. L'intervento al Forum
del 27 maggio 2000, intitolato "The Man Who Knew Too Much", prendeva
intenzionalmente il caso dell'industria del tabacco e le vicende che hanno condotto alla
condanna delle sette maggiori multinazionali produttrici di sigarette a mo' di esempio di
meccanismi di potere: quelli dovuti agli imponenti affari industriali (nonché interessi
economici di intere nazioni) che ruotano attorno alla manipolazione di un prodotto di
largo consumo come la sigaretta. La documentazione reperibile mediante i riferimenti
indicati nel relativo Percorso aiuta a interpretare i fatti secondo una specifica
dimensione dei meccanismi di potere, quella del controllo dei media coordinato con
l'utilizzo di agenzie di "opinion making". Tale controllo si estrinseca in
operazioni che costituiscono parte integrante delle strategie che sostengono l'immissione
sul mercato di un prodotto che, per i suoi effetti, è in grado di suscitare reazioni nel
pubblico. |
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La Monsanto come esempio di strategie sbagliate |
In proposito può essere ricordata l'analisi delle
difficoltà incontrate dalla Monsanto a cura di Gina Colata, responsabile della pagine
scientifiche del New York Times, e di altri collaboratori del giornale, pubblicata il 25
gennaio 2001 col titolo "Biotechnology Food: From the Lab to a Debacle". Sul
mercato degli OGM vertono il potere politico delle multinazionali e le connesse strategie
di acquisizione del consenso dei consumatori. Un approccio volto a cogliere gli errori di
strategia commessi non soltanto dalle grandi multinazionali del biotech, ma anche dal
movimento ambientalista, è peraltro caratteristico del libro di Anna Meldolesi
"Organismi geneticamente modificati. Storia di un dibattito truccato", al quale
è stata qui specificamente dedicata una parte del Percorso sulle Biotecnologie. |
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Un altro esempio di strategie sbagliate: la
Microsoft |
Gli episodi che hanno costellato la storia recente della
Microsoft, sfociati nella causa antitrust, possono essere considerati, secondo l'opinione
di esperti studiosi del caso, come la conseguenza di un grave errore strategico nella
gestione di un processo innovativo. Ne abbiamo qui parlato nel relativo "case
study". Essendo in grado di condizionare lo sviluppo di interi sottosistemi
tecnologici, Microsoft avrebbe esercitato azioni di stampo monopolistico che si sono
rivelate miopi, in quanto a tal punto opprimenti della vitalità della concorrenza da
inaridire la sua stessa (di Microsoft) capacità innovativa (secondo molti già di per sè
scarsa). Il suo errore strategico è consistito nel non aver compreso a tempo debito che
la linfa dell'innovazione avrebbe dovuto continuare a scorrere, evitando il formarsi di
strozzature, nei settori del mercato dell'"high tech" (mercato che essa era --ed
è-- in grado di dominare, o sul quale comunque riusciva --e riesce-- a influire
prepotentemente), perché ciò sarebbe andato a suo stesso beneficio. L'esempio, oltre
ad avere carattere attuale, si coniuga con un leitmotiv presente nel paradigma esposto da
Ervin e Christopher Laszlo in "Business Ethics" (v. sopra): è essenziale agire
in modo da non deprimere le energie innovative presenti nei concorrenti, perché esse
rappresentano una risorsa anche per la propria forza imprenditoriale. |
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Il "dietro le quinte" del Progetto Genoma: ancora agenzie (di "public
relations") |
Ma, di nuovo, è il Progetto Genoma che può offrirci degli
spunti in relazione ai meccanismi di potere: pensiamo alle strategie che precedono
l'esternazione di Clinton e Blair del marzo 2000 e chiediamoci se esista un legame tra la
dichiarazione congiunta, in mondovisione, dei due leader, volta a garantire un'ampia
disponibilità dei risultati della ricerca, e la notizia, quasi immediatamente successiva,
del successo conseguito dalla Celera Genomics. Non tutti credono che si sia trattato di
una semplice coincidenza ed è stato supposto che, invece, siano state le notizie fornite
dalle agenzie informative messe in moto da entrambe le parti a suggerire di agire in modo
da "marcarsi stretto". Infatti, secondo questa impostazione di lettura degli
eventi sembra difficile pensare che il successo dell'impresa privata sia stato davvero un
evento spiazzante, mentre, molto più realisticamente quello di Venter sarebbe stato un
risultato annunciato, dopodiché la faccenda sarebbe stata presa in consegna dalle agenzie
di "public relations": quelle governative, da un lato, e quelle della Celera
Genomics, dall'altro. |
Riferimento |
(...) "The whole point of this is to make raw data available so
private companies can innovate, create new medicine and treatment and make a profit,''
White House spokesman Jake Siewert said.
(...)
"To realize full promise of the research, raw fundamental data on the human genome
including the human DNA sequence and its variations, should be made freely available to
scientists everywhere,'' the two leaders [editor's note: Clinton e Blair] said in their
statement.
(...)
Clinton and Blair stressed that although they wanted gene data to be openly available,
inventions which build on that information should be protected by law.
"Celera vs. Progetto Genoma"
(intervento al Forum del 7 aprile 2000)
Caso "Genoma"  |
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L'impresa come nodo di transito dei meccanismi di
potere della ricerca scientifica |
Le multinazionali del transgenico e il successo della Celera
forniscono esempi concreti di come oggi la ricerca --non soltanto quella tecnologica, ma
anche quella scientifica-- sia espressione di un'iniziativa che risiede in larga parte
all'interno del sistema imprenditoriale. Questo è il motivo per cui l'imprenditore può
essere oggi reputato come soggetto determinante dello sviluppo scientifico e potremmo dire
--perché no?-- della scienza stessa. |
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La responsabilità dell'imprenditore e dello
scienziato |
La centralità (anche se non esclusiva) del soggetto
"impresa" è il tema nello scritto di Piero Bassetti "Quale impresa per la
sfida evoluzionista", che tratteggia le caratteristiche di "forma mentis" e
di "modus operandi" del soggetto-impresa. D'altra parte, è anche il motivo alla
base di una rinnovata coscienza in termini di responsabilità dello scienziato: si veda a
riguardo il Percorso sul "Conflitto di interesse nella scienza". |
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Il passaggio dal concetto di
"convenienza" a quello di "responsabilità" dell'imprenditore, come
nuova forma di consapevolezza del proprio agire |
Alla fine, sempre che si assuma che l'impresa è il vero
motore dell'Innovazione, la questione fondamentale potrebbe essere individuata nel
chiedersi per quale motivo l'impresa dovrebbe integrare all'interno dei
propri schemi di azione (e quindi di esercizio del potere) "nuove modalità di
pensare ed agire socialmente" (Masulli), volte al rispetto del proprio sistema di
riferimento e dell'ambiente (sociale e naturale) . Un possibile punto di vista in merito
è quello di Laszlo e Lombardi. Seguendolo si può dunque passare da un concetto di
"convenienza", da definirsi in termini di sviluppo sostenibile, e quindi con un
significato originato da una visione organica dello sviluppo, a un concetto di
"responsabilità" frutto di una nuova consapevolezza dell'agire imprenditoriale. |
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