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Giacomo Correale
   (18.12.04)
Vittorio Bertolini
   (13.12.04)

 

Tutti hanno le idee?

(di Marco Imperadori, 3 Dicembre 2004)
Questo dialogo risponde alla seguente Domanda: Tutti hanno le idee?

-- Ambientazione --
«I dialoganti sono davanti ad un fornello, aspettando che il piatto che stanno cucinando sia pronto. Ad un certo punto uno dei due allunga la mano per vedere se il cibo è abbastanza cotto e, afferrando la pentola, si scotta e fa cadere tutto. Alla richiesta di spiegazioni del suo compagno, risponde: "non stavo pensando a quello che facevo". Le brevi battute che seguono fra i due portano alla domanda:
Tutti hanno le Idee?»
ognuno di noi è un mago, o un frullatore

- Papà, mi è venuta un'idea, ma chissà se ce l'ho avuta solo io... Voglio dire: tutti, ma proprio tutti, hanno le idee?
- Vedi, Teresina, è una domanda che non mi ero mai posto, ma è molto interessante. D'istinto direi proprio di sì, anche se non tutte le idee sono importanti allo stesso modo. Per prima cosa, alcune possono essere interessanti e utili per chi le pensa, ma non per tutti, e magari sono già state pensate anche da altri. Poi ci sono alcune grandi idee, in grado addirittura di cambiare il mondo, che nessuno prima aveva mai pensato...

Quando pensiamo e facciamo qualcosa, è come se preparassimo una pozione magica, o se mettessimo degli ingredienti in un frullatore. Il fatto è che ognuno di noi è un mago, o un frullatore, ma ha potenzialità distinte, e con gli stessi ingredienti può fare magie o ricette del tutto diverse... qualcuna di queste buonissima, irripetibile, mai assaggiata prima!
- Ma allora, papà, tutti abbiamo idee o facciamo magie, inventiamo e creiamo, cuciniamo tante cose buone! Siamo proprio bravi noi uomini, molto più bravi degli animali!
- Attenta, Teresina, non è proprio così. Devo dirti che anche se tutte le persone hanno idee, queste possono essere di tre tipi: cattive, indifferenti, o buone, magari buonissime... Le cattive idee sono comunque idee, frutto di pensiero e di visioni proprie, ma il loro fine persegue qualcosa di aggressivo, sleale, egoistico, parziale...
Le idee indifferenti invece non sono nocive agli altri e ci consentono di andare avanti, di organizzarci, di mettere insieme i nostri riferimenti e di immaginare azioni future, magari in breve tempo. È come se la ricetta che dovessimo immaginare, ritornando al paragone che ti ho fatto prima, fosse un semplice panino burro e marmellata.
Poi ci sono le grandi idee o le buone idee: in generale sono buone perché servono a tante persone, fanno stare meglio, sono delle ricette particolarmente gustose, e a volte aprono la strada a catene di idee buone che si moltiplicano. Ogni volta che l'uomo ha una idea buona, egli vede e crea, dopo aver pensato tantissimo, qualcosa che sarà utile e positivo per tanti, o aprirà nuove opportunità.
Questa cosa si chiama innovazione, e l'uomo ha la fortuna di poter unire questo modo di cambiare a quello che è legato alla sua evoluzione naturale. Come sai, Teresina, gli animali cambiano e si evolvono naturalmente, seguono dei meccanismi di comportamento e nei casi più evoluti provano anche affetti sempre più intensi. L'uomo ha la fortuna (ma attenta, può essere anche una magia contraria, quando non è buona) di avere un'evoluzione artificiale che si somma alla naturale, ed è aiutata dalle idee, buone...
Ah, dimenticavo! Secondo me le idee migliori vengono quando si sogna. Perché l'uomo ha la fortuna di vivere nei sogni, e di vedere le proprie idee entrando dentro se stesso: è una magia nella magia. Adesso va a dormire, che sei stanca... e se domani mi racconti cosa sogni, insieme lo facciamo diventare un'idea molto divertente!



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Contributo di Vittorio Bertolini, scritto Lunedì 13 Dicembre 2004 alle 00:15
Questo contributo riguarda il dialogo intitolato "Tutti hanno le idee?"
- Ma a volte si hanno anche idee del cavolo.
- Anche se credo d'aver capito il concetto, io direi che abbiamo idee che funzionano e idee che non funzionano.
- Ma non è la stessa cosa? Ricorderai che nei fumetti "L'antico mondo di B.C." il personaggio dell'inventore inventa la ruota quadrata, già in sé un'idea del cavolo e per sopramercato la modifica in triangolare per eliminare un sobbalzo.
- Fingiamo, che qualcuno nella preistoria abbia effettivamente cercato di far rotolare un qualcosa dalla forma quadrata e si sia posto effettivamente il problema di diminuire il numero dei sobbalzi. Converrai che un triangolo ha meno sobbalzi di un quadrato.
- E allora perché non l'ha fatta diventare un'asta o un punto?
- Per l'asta sta bene. Ho qualche difficoltà per il punto. Bene o male sono figlio di Euclide, e mi riesce difficile vedere un'estensione materiale del punto. Comunque il punto, scusa la ripetizione di punto, non è questo. Avere un'idea ha il significato di riconoscere un problema, in primo luogo, e in secondo luogo vedere come lo si può risolvere.
- Bene. Io ho il problema che vorrei acquistare una Ferrari, allora la mia idea è di giocare al lotto. Converrai che è una idea del cavolo.
- Per amor di polemica vorrei dirti che il problema è un problema del cavolo. Per amor di discussione vorrei dirti che per risolvere un problema deve essere possibile un'alternativa fra diverse idee. Voglio tornare alla ruota. Per diminuire i sobbalzi, poteva diminuire gli spigoli, ma perché non aumentarli?
- Tu oggi dici così perché parli con il senno di poi. Tu ora la conosci la ruota e ti viene facile dire che aumentando gli spigoli il movimento sarebbe risultato più agevole.
- Se anche involontariamente, vedo che hai colto il problema. Il problema infatti non è diminuire i sobbalzi, ma renderli meno sobbalzi. Una ruota con 100 spigoli ha molti sobbalzi ed è più facile da spingere.
- Spero che non vorrai farmi ora un discorso di meccanica tipo fulcro, leva ecc.
- No! ma questa è un altra considerazione che corrobora l'idea che l'idea che funziona può avere diverse possibilità. Aumentando gli spigoli il braccio della leva che aziona la ruota è più piccolo e perciò si fa meno fatica. Sei d'accordo?
- Sì, ma meno male che qualcuno dei nostri antenati ha visto qualche tronco rotolare. Mi rimane però sempre il problema della Ferrari.
- Beh, puoi sempre giocare al Totocalcio, o in borsa. Fare un colpo in banca o imparare a guidare come Schumacher. Se nessuna funziona allora il tuo è un problema del cavolo e accontentati allora, come me, di una Y15.
Contributo di Giacomo Correale, scritto Sabato 18 Dicembre 2004 alle 11:18
Questo contributo riguarda il dialogo intitolato "Tutti hanno le idee?"
Viene naturale chiedersi che cosa sono le idee. Ma allora si entrerebbe in un ginepraio universale: il mondo delle idee di Platone, l'idealismo di Hegel...
Bisogna mettersi d'accordo: diciamo che nel nostro caso le idee sono quelle cose che cambiano il modo di pensare e di fare precedente e convenzionale.
Quindi non è vero che tutti e in ogni momento hanno idee. Quando pensiamo o facciamo una cosa "perchè si è sempre fatto così" o "perchè tutti fanno così", vuol dire che non abbiamo idee.
Se poi ci sono idee poiesis intensive, vuol dire che ci sono anche idee poiesis dispersive.
C'è poi qualcuno che dice che le idee nascono bambine, o meglio embrionali: se si vuole che diventino vere idee, o addirittura poiesis intensive, occorre allevarle con cura, facendole crescere secondo la loro originalità e forza.
Poi, c'è qulcun altro che dice che l'idea di qualcosa di nuovo non è un'idea finche questo qualcosa di nuovo non si è realizzato, non vive di vita propria. Michelangelo diceva che la scultura è l'arte del levare, nel senso che nel marmo c'era già l'idea della scultura. Ma se non c'era lui che levava il superfluo l'idea non si sarebbe mai realizzata.
Lo stesso si può dire di una impresa, di una business idea: si può averla in testa, ma finchè non è uscita dalla testa e non si è realizzata non è un idea, al massimo è il sogno o l'idea di un'idea.

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