ovvero: il blog di Tommaso Correale Santacroce (pagina personale dell'autore)



Scrivi a le tue osservazioni o le tue segnalazioni: saranno riportate in questo blog.








Il feed RSS di questo blog: Click here to see the XML version of this web page


















 
Archivio













 
Perché questo blog si chiama
"Quel che poi un metal detector..." ?


Poi la notte, in quelle poche ore in cui l'aereoporto rimane chiuso, in cui le grandi sale restano completamente sgombre e gli altoparlanti restano silenziosi, i metal detector stanno come monoliti in fila e raccontano... [ continua ]





























Quel che poi un metal detector...
 
20031218

Innovare la comunicazione mondiale

Permalink (da utilizzare per segnalare questo post)

isotype

Un incredibile ritardo nelle coincidenze spezza il nostro viaggio in aereo costringendoci ad una sosta prolungata a Kimpo. Quasi non sappiamo dove si trovi Kimpo, non sappiamo nulla della lingua che vi si parla, tanto meno delle abitudini locali.
Eppure quelle ore all’aeroporto dobbiamo passarle al meglio: dopo qualche minuto già ci viene voglia di esplorare, di trovare un negozio che venda giornali internazionali, di andare in bagno, di telefonare per avvisare del nostro ritardo.
Magnifico: vediamo dei cartelli con dei segni, dei pittogrammi, che ci illustrano, senza aver bisogno di imparare a leggere una lingua ad ideogrammi, dove si trovano i luoghi e i servizi che vogliamo raggiungere. Il simbolo della cornetta del telefono è chiaro, quello dei bagni anche... altri sono più difficili perché non li abbiamo mai visti, ma dopo averli guardati attentamente intuiamo cosa indicano.
Ma chi avrà avuto la brillante idea di utilizzare dei simboli per indicare indiscutibilmente una cosa piuttosto che un’altra?

Otto Neurath (1882-1945), sociologo, economista politico e filosofo austriaco, ideò ISOTYPE (International System of Typographic Picture Education), un metodo di rappresentazione attraverso i segni, che permetteva di visualizzare dati complessi e che teorizzava il superamento delle barriere culturali e linguistiche di ogni paese.
In due notizie biografiche i segni caratteristici dell’attività che svolse nella sua vita: nel 1925 fonda e dirige il Museo Sociale ed Economico di Vienna. Obiettivo del museo è diffondere tra i cittadini la conoscenza di informazioni e dati statistici, in modo che essi possano comprendere meglio la realtà del proprio paese. Nel 1929 è uno degli autori del manifesto del neopositivismo, “Per una visione scientifica del mondo”.
Gli studi da lui svolti in collaborazione con l’artista e grafico tedesco Gert Arntz (1900-1988) e Marie Reidemeister Neurath (1898-1987), hanno avuto una enorme importanza nella comunicazione mondiale. Prendendo spunto dalle teorie di Wittgenstein sul linguaggio, Neurath ipotizza un sistema di segni grafici che formino un sistema visivo composto da icone. La capacità di combinazione di queste icone, secondo regole stabilite avrebbe dovuto dare vita ad un linguaggio di comunicazione universale. Arntz riesce a tradurre in immagini il pensiero di Neurath.

L’obiettivo di permettere la comunicazione fra persone di lingue diverse, ha stimolato in seguito altri studi; come il progetto dell’A.I.G.A. (1970) per il Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti, che ha dato un contributo ulteriore a creare un alfabeto per i viaggiatori moderni.
I famosi pittogrammi realizzati da Otl Aicher per identificare le discipline sportive alle Olimpiadi di Monaco nel 1972 possono dirsi un diretto sviluppo delle teorie di Neurath.

Ci sono altri elementi grafici che sono entrati nella nostra quotidianità grazie agli studi di Neurath: le “torte”, i grafici realizzati attraverso la somma di pittogrammi, le icone che popolano le mappe nei quotidiani, nelle riviste e negli atlanti o nelle enciclopedie.
Convinto che il cittadino medio dovrebbe essere in grado di acquisire illimitate informazioni su ogni tema che gli interessa, così come può ottenere informazioni geografiche da mappe e atlanti, Neurath avviò un programma di divulgazione ideando una teoria (il cosiddetto “metodo viennese”) per la rappresentazione visiva di dati complessi, come quelli statistici, basata sul fatto che l’apprendimento avviene in modo più immediato e intuitivo tramite immagini semplici, rispetto alle parole.
Tra il 1929 e il 1939 realizza numerose pubblicazioni statistiche e mostre divulgative che ben traducono queste idee attraverso grafici statistici in cui per rappresentare quantità variabili di uno stesso oggetto, lo stesso segno viene ripetuto in modo proporzionale alla quantità.
Otto Neurath pensa di utilizzare questi strumenti principalmente nell’istruzione, e nel 1936 tenta la realizzazione, insieme a Niels Bohr, Russell e Carnap (elementi del Circolo di Vienna fuggiti in come lui al nazismo), dell’Enciclopedia Internazionale delle Scienze Unificate.
Nonostante si possa pensare che Neurath fosse interessato ad un sistema standardizzato e “globale”, in realtà egli mirava a qualcosa di veramente più vicino al linguaggio: egli riteneva “che la nozione di sistema dovesse essere sostituita da quella di «molteplicità di approcci» e centrava la costruzione enciclopedica sul metodo dell’assemblaggio, piuttosto che su quello della realizzazione di un piano definito» (Gemelli, 1999).

Su ISOTYPE e i suoi sviluppi è stata realizzata una interessante (ma purtroppo brutta) mostra alla Triennale di Milano, prima realizzazione della collaborazione tra la Triennale e l’AIAP (Associazione Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva).

L’icona è oggi un elemento comunicativo cruciale, perché sintetico e velocemente identificabile. Chi utilizza il computer, si trova ad averne a che fare in moltissime operazioni grazie alle interfacce realizzate per facilitare l’utilizzo dei programmi.
Famosissime sono le icone di Susan Kare, ormai chiamata la “regina delle icone”; sono talmente conosciute che, come molti piccoli oggetti di design di uso quotidiano, non si pensa quasi che abbiano un “autore”.


 
Fondazione Bassetti -- Informazioni e contatti Questo blog è ospitato dal sito della Fondazione Giannino Bassetti: <www.fondazionebassetti.org>
Powered by Blogger Pro™