Rassegna stampa del sito della Fondazione Bassetti  

ovvero: il blog di Vittorio Bertolini (pagina personale dell'autore)

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 Rischi e approssimazione su nanotecnologie e genetica

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Sul sito Yahoo Italia. Salute, in data 18 ottobre, è apparso l'articolo OGM, nanotecnologie, genetica: è allarme.
L'articolo si riferisce alle preoccupazioni emerse durante il 1° Congresso Internazionale sull'ingegneria genetica "Scienza e Società - La frontiera dell'invisibile: nutriceutical, biomedicina, nanobiotecnologie", svoltosi a Lastra Signa (FI) il 16 e 17 Ottobre.
In particolare, il congresso ha preso in esame il problema dei nutriceutical:
«ogm "di seconda generazione", colture geneticamente manipolate per produrre composti farmaceutici, non sono ancora noti né l'efficacia, né gli effetti sulla salute, né l'impatto ambientale».

Importanti sono le considerazioni del prof. Mariano Bizzarri, professore di Biochimica e Patologia clinica alla Sapienza di Roma, sull'uso, spesso improprio e approssimativo, dei test genetici:
«Chi esemplifica gene uguale malattia commette una sciocchezza assoluta che, oltre a ingannare milioni di persone, sta facendo arricchire i mercanti di test genetici, venduti in tutto il mondo e adesso persino reperibili su Internet. Gli accertamenti genetici, se effettuati da strutture serie, sono importanti, perché individuano con un grado di approssimazione soggetti a rischio, ma non raccontano il nostro destino. Non esiste il gene del tumore, quello dell'intelligenza o della vecchiaia, ma una complessa interazione ancora tutta da decifrare»

Particolarmente interessante in relazione al discorso aperto sulle nanotecnologie nel sito della FGB (vedi "Come siamo arrivati alle Nanotecnologie"), l'osservazione che:
«I processi di interazione fra materia inerte e vivente a livello atomico e molecolare, oggetto delle nanobiotecnologie, mancano totalmente di piani per la gestione del rischio e di studi sulle conseguenze sanitarie del loro impiego.»


mercoledì, ottobre 27, 2004  

 Chi decide? e per chi?

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Su il Corriere della Sera del 6 ottobre è apparso l'articolo di Ernesto Galli Della Loggia dal titolo La Chiesa, i valori, il laicismo. Ho ritenuto opportuno segnalarlo in questa rassegna, in quanto al di là delle motivazioni che l'hanno ispirato (la polemica sul referendum per la modifica della legge sulla procreazione assistita) Della Loggia pone alcune domande, il più delle volte in forma retorica, che sono cruciali per quanto riguarda il ruolo e la responsabilità, degli esperti, degli opinion maker e del ceto politico di fronte ai risultati dell'innovazione tecnico-scientifica.

Domanda n. 1:
«Può esserci, è ammissibile o no che ci sia, un limite all'applicazione delle scoperte scientifiche alla realtà sociale?
(Attenzione sto parlando non di un limite alla ricerca scientifica, ma di un limite, alla sua, per così dire, traduzione nel corpo sociale, nella vita quotidiana di uomini e donne)?
Oppure è giusto acconsentire a tutto ciò che la scienza rende e renderà domani possibile, consentire che ogni possibilità diventi concreta, sia fatta transitare senza alcun vaglio nella trama dei rapporti umani di cui siamo in certo senso i depositari storici e gli eredi?»
Poichè, specialmente nell'ultima frase, Ernesto Galli Della Loggia sembra riprendere la tesi di Hans Jonas sulla responsabilità nei confronti della biosfera, attuale e futura, un utile approfondimento lo si puo trovare in Fondazione Giannino Bassetti: Bibliografia sulla Responsabilità e l'Innovazione a cura di Corrado Del Bo.

Domanda n. 2:
«E come scegliere? In base a quale criterio? In altre parole, e in generale: è lecita o no una discussione pubblica sulla scienza e sui suoi effetti sociali? E si può parlare della scienza a prescindere dal suo proprio punto di vista o di quello di coloro che, per essere addetti ai lavori, pretendono che la propria opinione abbia un valore superiore a quella dei profani?»

In questa domanda è molto chiara la difficoltà che hanno le nostre democrazie a fornire una risposta soddisfacente. Infatti, mentre in ambiti dove la scienza e la tecnologia sono già pervenuti a risultati consolidati è facile demandare la soluzione agli esperti. Nessuno dubita che un appendicite debba essere curata da un chirurgo e che una casa debba essere progettata da un ingegnere. La cosa assume un aspetto diverso quando la letteratura scientifica presenta ancora aspetti inconcludenti, nel senso di "non conclusi", oppure si vanno a toccare sfere controverse dal punto di vista etico e morale.

Sul confronto fra esperti e laici (nel senso di non addetti ai lavori) si veda in questa Rassegna Stampa l'item Una "Camera Alta" per la responsabilità della scienza. La proposta di Veronesi e le osservazioni di Bassetti.

Sul coinvolgimento dell'opinione pubblica è uscito recentemente il libro, a cura di Giancarlo Bosetti e Sebastiano Maffettone "Democrazia Deliberativa: cos'è" (Luiss University Press, euro 12) in cui nell'introduzione si afferma: «Il concetto di democrazia deliberativa si basa sull'idea che la legittimazione di un ordinamento dipende dalla capacità dei cittadini di discutere gli affari pubblici [...] attribuisce perciò grande peso alla loro dotazione di informazioni e argomenti, alla loro partecipazione alla vita politica e alla loro autonomia morale».

Sulla democrazia deliberativa si veda, in questa Rassegna Stampa, l'item Democrazia e sondaggi. Il "metodo Fishkin", in cui vengono linkati alcuni brani riportati nel libro citato, e già apparsi sul Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore e il sito Ceffeitalia.

Si veda anche la voce "Scienza, politica e società" nell'Indice degli Argomenti 2003 - 2004 (gli Indici degli Argomenti: si raggiungono dalla sezione "Argomenti": colonna di destra) [G.M Borrello]


lunedì, ottobre 18, 2004  
Fondazione Bassetti -- Informazioni e contatti Questa Rassegna stampa appartiene al sito della Fondazione Giannino Bassetti: <www.fondazionebassetti.org>

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