Internet come innovazione

(D. Fasolo, intervento del 2 maggio 2000)

Il primo intervento di Ferrari e l'ultimo di Borrello pongono problema di Internet in quanto innovazione.

Virrei porre questa domanda: esiste un padre di intenet? Se esiste, questo suo figlio e' diventato qualcosa di ben diverso da cio' che i genitori speravano.

Sappiamo che Internet è stata creata dal ministero della difesa americano, in origine, come rete di comunicazione di emergenza, nell'eventualità di un possiblile attacco nucleare sovietico. Successivamente a tale rete si sono allacciate alcune importanti università americane che volevano poter comunicare comodamente scambandosi informazioni. Oggi sembra che internet possa venir sfruttato da chi vuole fare soldi per i più svariati motivi. Internet e' questo e altro ancora, nessuno può dire con certezza cosa diventerà domani.

Internet e' un esempio da tenere ben presente per il Forum: *** E' l'innovazione che sfugge al controllo dell'innovatore. *** Per questo preciso motivo nessuno puo' essere responsabile di quello che internet puo' diventare, la sua storia recente ce lo insegna.

A mio parere l'essenza di internet sta nell'essere una "realtà virtuale", e con virtuale non intendo nulla di "manchevole" rispetto alla "realta' reale". La "differenza" è in un certo senso riconducibile a quella differenza tra potenza ed atto che troviamo in Aristotele. Il virtuale e' il potenziale, cio' che prepara e si prepara a diventare reale e quindi attuale. Ma non voglio dilungarmi troppo su queste questioni forse troppo filosofiche e quindi rimando gli interessati ad un mio saggio in rete: "PENSARE INTERNET. L'incensurata potenza del virtuale" http://venus.unive.it/~fasolo/virtuale.html

Borrello risponde cosi' alla domanda se ha senso porci il probema dell'innovazione di internet: "non è affatto bello essere dominati da un'Innovazione"

E' vero, questo e' il piu' grosso pericolo per l'uomo, perche' l'uomo stesso rischia di diventare strumento in mano all'innovazione (vedi biotecnologie).

Profeta fu il poeta moderno (Holderlin naturalmente ben ripreso da Heidegger) quando mise in versi il suo pensiero:

"Dove c'è il pericolo, cresce anche ciò che salva..."