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From: ilpolitecnico <ilpolitecnico@t...>
Date: Tue Sep 5, 2000 7:35am
Subject: R: I limiti all'agire innovativo (WAS: Re: Una questione
di... convenienza)
I LIMITI DELL'AGIRE INNOVATIVO
MA A CHI ATTRIBUIRE LA RESPONSABILITÀ DI DETERMINARE LIMITI ALL'AGIRE? O CHI
RITERRA' DI ASSUMERSELA? E, IN TAL CASO, PERCHE'?
Alla interrogazione proposta da Borrello, Vittorio Menesini ha delineato
una risposta, che potrebbe considerarsi un obiettivo teorico minimo da
raggiungere in cui molti possono riconoscersi:
Definire dei limiti giuridici comuni validi all'interno di un unico mercato
globale libero
Questa risposta individua due termini che debbono rapportarsi fra loro: la
definizione giuridica dei limiti dell'agire accettabile e il mercato inteso
come mercato perfetto. Sappiamo che entrambi questi due termini, allo stato
attuale, hanno delle limitazioni, ma questa è certamente una delle strade su
cui incamminarsi. Anzi proprio perché i due termini sono imperfetti è
possibile che l'esigenza di integrarli contribuisca alla loro evoluzione.
Io ritengo però che questa necessaria delimitazione pratica non esaurisca
la discussione sull'innovazione tecnologica ed i suoi rapporti con la
società che ha molte sfumature.
La prima domanda ingenua che possiamo porci è: cosa tutelare e con che
mezzi.
Ci sono cose apparentemente ovvie - esempio: non si possono brevettare i
geni - che invece vengono messe in discussione.
Ma ci sono anche cose - come i trapianti e le tecnologie connesse - su cui
avrei delle riserve per le conseguenze sociali che possono avere che invece
vengono propagandate dalle istituzioni pubbliche. Certamente i trapianti
sono un grande mercato ma ho dei dubbi che siano una pratica da incentivare
socialmente perché poi diventa ovvio che occorre procurare del materiale
umano che però non deve più essere considerato umano con quel che segue dal
punto di vista etico.Come tutelare il bambino indiano dalla capacità di
acquisto del vecchio europeo che ha bisogno di un rene? Forse in margine a
questa discussione occorre ripensare l'etica. Quali sono i valori di una
società incapace di rendere accessibili a tutti i beni primari alla vita che
invece si occupa di promuovere i trapianti? Quale immagine di uomo viene
fuori da questa società?
Altro caso: il disastro ecologico. Come deve essere calcolato il danno? da
chi viene risarcito? dalla srl che ha provocato il danno? Improbabile.
Dall'assicurazione? Come si calcola il premio per assicurare un ipotetico
danno dovuto alle pratiche di manipolazione dei geni?
Ancora: il danno causato dall'utilizzazione dell'amianto e dal conseguente
inquinamento ambientale di dimensioni enormi da chi verrà pagato? Non dalle
ditte produttrici di manufatti, né dai politici che hanno permesso
l'utilizzo dell'amianto per circa 30 anni dopo che erano state accertate le
sue caratteristiche cancerogene? Trenta anni fa in un libro dei prof.
Bucalossi e Veronesi si poteva leggere chiaramente che da tempo l'amianto
era considerato cancerogeno. La produzione di manufatti contenenti amianto
è proseguita per altri 20 anni fino agli anni 90 senza che il parlamento
intervenisse. Possiamo chiedere al Parlamento che non adempiuto ai suoi
doveri legislativi un risarcimento per smantellare tutte le coperture in
amianto disseminate in Liguria o per smantellare le carrozze ferroviarie?
Lo ritengo improbabile.
Dobbiamo forse considerare giuridicamente il danno tecnologico - che
supera una certa dimensione - come un evento naturale imprevedibile? Un
pedaggio che occorre pagare al progresso scientifico ?
Scusate per il consueto intersecarsi dei temi.
giuseppe cattaneo
Vorrei riproporre l'attenzione dei frequentatori del Forum sul
Percorso relativo a Internet come Innovazione.
Questa estate ho letto un interessante articolo di Carlo Massarini,
il celebre giornalista che presenta MediaMente (inserisco l'articolo
in coda al mio intervento), e che faceva il punto sullo stato di
evoluzione della rete con l'avvento di nuovi programmi (Napster,
Gnutella e gli altri Peer to Peer) che potrebbero modificare
radicalmente l'architettura tecnologica su cui si basa Internet.
Massarini distingue due tendenze contrapposte presenti in rete e
dalla quale può avere un influenza decisiva sullo sviluppo
innovativo della new economy:
- pc-centrica : "tutto lo scibile sarà concentrato nei computer,
sempre più potenti, e la Rete sarà un veicolo di trasferimento":
capo riconosciuto un tempo Bill Gates, ora anche chi progetta
sistemi operativi tipo Linux.
- net-centrica "il sapere e i software saranno depositati nella Rete,
e i computer se ne serviranno quando sarà necessario": di
quest'ultima visione erano artefici gente come Scott Nealy (Sun
Microsystems, ovvero infrastrutture di networking e creatore di
Java) e Larry Ellison (Orocle, mega data base di storage e
gestione dati).
Con i programmi tipo Peer to Peer (utenti alla pari) la mediazione
del Server viene meno ed i computer si collegano direttamente
l'uno con l'altro, potendosi così scambiare diversi tipi di contenuti,
che nel caso di Napster sono file musicali, ma che per quanto
riguarda Gnutella e altri possono anche essere programmi e video
protetti da Copyright.
Le profezie di Scott Nealy, il Concorrente (vedi: John Brockman,
Digerati, Garzanti, Milano 1997, pp.204-213) che prevedeva per
tutti un "computer basato sul Java senza hard disk, floppy, cd,
senza sistema operativo e con una memoria minima", sembrano
oggigiorno cadere nel vuoto:
I sistemi operativi si moltiplicano (Linux, BeOs, le diverse offerte
Windows e Mac e altri), gli hard disk si fanno sempre più capienti
per memorizzare risorse(video, audio e contenuti) e programmi, i
cd vengono affiancati da DVD e la memoria si potenzia sempre
di più.
Il pc-centrismo sembra avere oggi la meglio, gli home computer
sembrano prendere il posto dei server come luoghi di raccolta dei
contenuti pronti allo scambio alla pari, tutto questo non a favore
necessariamente di Bill Gates, ma più dei navigatori solitari che
possono anche fare a meno di comprare il sistema operativo di
casa Microsoft a favore del gratuito Linux.
Il protagonista di questa "nouvelle vague" innovativa, che in un
certo senso parte dal basso, da chi vuole fare della rete un luogo
libero rispetto gli interessi delle grandi compagnie commerciali, è
probabilmente quel Linus B. Torvalds, il creatore del libero
sistema operativo Linux.
Denominatore comune di questa evoluzione della rete è la
cooperazione dei naviganti che collaborano al miglioramento dei
programmi e si scambiano i contenuti. Migliorare o lanciare un
nuovo programma per chi fa parte di questo generazione di
navigatori della rete non significa ottenere un vantaggio
economico immediato, ma contribuire al miglioramento generale
dello stare in rete di tutti.
Una volta che il proprio lavoro sarà sufficientemente apprezzato
dalla comunità della rete, allora arriveranno successivamente
anche le soddisfazioni economiche.
Tutto questo meccanismo che ad alcuni potrà sembrare perverso,
nasconde un suo virtuosismo.
Un virtuosismo che a volte cozza contro gli interessi del vecchio
mercato, interessi a volte giustificati
quando si tratta di far rispettare il diritto d'autore.
Probabilmente questo nuovo modo (ma forse è solo un ritornare
alla vecchia logica delle BBS) di usare la rete dovrà essere più
responsabile.
Chi avrà la meglio forse è presto a dirlo, ma nessuno può negare
che i nuovi innovativi programmi stanno cambiando l'architettura
di Internet, spiazzando le previsioni dei cosiddetti guru.
Ogni considerazione atta a chiarire, ampliare e integrare questa
mia visione è benvenuta.
Saluti da Davide Fasolo
Reference:
- MediaMente (trasmissione Rai condotta da Carlo Massarini) :
http://www.mediamente.rai.it/
- Sito Ufficiale di Napster: http://www.napster.com
- Sito italiano con informazioni su Gnutella: http://www.gnutella.it/
- Sito internazionale con notizie su Gnutella e Mp3:
http://gnutella.wego.com
- Sito inglese da cui scaricare Gnutella:
http://www.gnutella.co.uk
- Sito del Progetto Digerati della Edge Foundation che da il titolo
all'omonimo libro di John Brockman: http://digerati.edge.org/
- La filosofia del Progetto GNU legata alla diffusione del libero
software e di Linux: http://www.gnu.org/philosophy/
- Intervista a Linus Torvalds in italiano:
http://www.pluto.linux.it/journal/pj9807/linus.html
- Articolo:
Gnutella: un software da spalmare ovunque.
di Carlo Massarini ( Soprattutto, Supplemento del Gazzettino, 28
luglio 2000, pp. 92-93)
Quando, a metà degli anni '90, infuriava la discussione sul futuro
di Internet, le ideologie che si scontravano erano quella pc
-centrica ("tutto lo scibile sarà concentrato nei computer, sempre
più potenti, e la Rete sarà un veicolo di trasferimento": capo
riconosciuto Bill Gates) e quella net-centrica ("il sapere e i
software saranno depositati nella Rete, e i computer se ne
serviranno quando sarà necessario"). Di quest'ultima visione
erano artefici gente come Scott Nealy (Sun Microsystems,
ovvero infrastrutture di networking) e Larry Ellison (Orocle,
mega data base di storage e gestione dati). Ognuno vedeva (e
vendeva) il proprio prodotto al centro del sistema Internet. A
distanza di qualche anno, si può notare che Internet ha acquisito
una grande rilevanza, che Microsoft non si è ritagliata un ruolo
centrale nelle telematica come aveva fatto nell'informatica e che
il networking è diventato il sistema che regge la nuova
economia. Per adesso quindi, stanno vincendo i netcentrici, ma
attenzione alle continue innovazioni. Spesso queste nascono nei
basemet e/o garage, di cui ogni tipica casa americana (villetta da
un piano, giardino e, appunto, seminterrati e garage, magari con
canestro da basket nel vialetto d'accesso) è dotata e che diventa
il laboratorio domestico. Età media degli 'inventori': 18-25 anni.
Così è nato Napster, un software che consente di scambiarsi file
'peer-to-peer', ovvero fra utenti alla pari, eliminando il ruolo di un
server o una banca dati centralizzata.
Primo passo di un processo che sottrae il contenuto dalla
Rete, e lo sposta automaticamente fra gli hard disk di utenti
iscritti a una lista comune dove scambiarsi materiali. Il secondo è
arrivato subito dopo, e potrebbe cambiare molte cose. Forse, in
prospettiva, anche la struttura stessa di Internet, se prendesse
davvero piede anche fuori da quel circuito di fanatici highbit di
cui buona parte dei teenager americani fa parte.
Gnutella, di cui esistono varie versioni scaricabili gratuitamente
da una trentina di Siti, connette con un utente precedente, lo
segnala come membro del network, e da quel momento consente
di cercare negli hard disk quello che si cerca e di aprire
direttamente il file, oltreché di 'dawnload-arlo'. Elimina la
directory degli abbonati e dei contenuti ancora presente nel
sistema di Napster, ma a differenza di questo non è una
compagnia e non ha un luogo, seppur virtuale, attaccabile
giuridicamente. È solo una tecnologia, 'spalmata' su tutta la Rete
proprio come la crema a noi tanto cara, e a una tecnologia non
puoi fare causa.
Le case discografiche quindi, bersaglio preferito dei teenager,
appena rintuzzata a minaccia di MP3, hanno a che fare con
qualcosa più difficile da fermare, ma almeno hanno qualcuno con
cui prendersela: è stato il sito Nullsoft, azienda legata ad
America On Line, a mettere proprio sito Gnutella, un solo
pomeriggio prima essere bloccata dalla Casa madre. Un
pomeriggio, nel mondo Internet, è come una settimana sulla
terraferma:
100.000 persone l'avevano scaricato, e la diffusione in rete, come
si sa, per queste cose è 'virale'. Per certi versi, Gnutella e le
tecnologie 'da pari a pari' potrebbero cambiare l'Internet come si
è sviluppato finora, e ritornare ai tempi dei primordi, quando in
Rete programmi di ricerca primitivi permettevano a scienziati e
appassionati di cercare fra i file altrui. Poi arrivò il Web, una
sorta di gigantesca bacheca dove i contenuti potevano essere
scaricati e aggiunti: software come Gnutella potrebbero ricreare
la possibilità di reperire i contenuti da un network di milioni di
computer domestici. Il sistema favorirebbe una diffusione più
immediata di qualunque materiale, dal progetto Genoma alle
news, perchè il suo aggiornamento sarebbe sempre immediato, e
darebbe il via a motori di ricerca su territori esponenzialmente più
vasti di quelli attuali. Quello che Andy Grove di Intel chiama
'ritorno al futuro' potrebbe rappresentare appunto una svolta
ulteriore per le tecnologie interessate. Cosa servirebbe è presto
detto: computer più potenti (Intel sarebbe lusingata), banda di
trasmissione più larga (una possibile killer applicatian, quindi,
per DSL e fibre ottiche). Ma a rischio sarebbe la privacy; con la
possibilità offerta agli hackers di entrare in sistemi poco protetti
rubando o inserendo dati. Sono i pro e i contro da considerare di
fronte a ogni nuova tecnologia.
From: Luciano Floridi <luciano.floridi@p...>
Date: Fri Sep 22, 2000 9:23am
Subject: Re: Dove sta andando l' Internet guidata da Napster e soci
?
Napster temo sia stato chiuso, o perlomeno non riesco piu' a collegarmi da
qui (rete dedicata, nodo di Oxford Univ., UK)
Per ulteriori informazioni si puo' vedere
http://www.gnutella.it/napster-halt.html
ciao
_____________________________________________________________
Luciano Floridi luciano.floridi@p...
Wolfson College ICQ 57101369
Oxford, OX2 6UD, UK Home: www.wolfson.ox.ac.uk/~floridi
Tel. +44-(0)1865-274137 SWIF: www.swif.uniba.it
Mob. +44-(0)7773479412 ___________________________________
Fax +44-(0)1865-274125
From: Dado <fasolo@u...>
Date: Sat Sep 23, 2000 11:01pm
Subject: Napster ancora attivo....
Ho appena provato a collegarmi con Napster ed è ancora attivo...
Sarà chiuso in ottobre? Vedremo, ma sarebbe comunque inutile....
saluti da Davide Fasolo
From: ilpolitecnico <ilpolitecnico@t...>
Date: Mon Sep 25, 2000 8:10am
Subject: R: Dove sta andando l' Internet guidata da Napster e soci
?
è difficile prevedere quali saranno le direzioni di sviluppo
di internet perchè sono molti i fattori aleatori comprese
le decisioni non tecniche ma politiche, come ad esempio la
tutela del diritto d'autore, che potrebbero influire sulla
gestione della rete. Qualche mese fa è stata approvata la
nuova normativa italiana sul software che ha fatto esultare
Microsoft. Forse in Italia non si produce software ma con
questo tipo di normativa forse diventa più difficile produrne.
Certamente internet modificherà lo sfruttamento del diritto
d'autore. I libri la cui protezione è scaduta saranno in gran
parte copiati in rete, e questo è un bene, non per i librai
ma per la collettività. Ma verranno anche "scambiati" libri
ancora protetti dal diritto d'autore e questo certamente
limiterà ancora di più la produzione di libri.
Un altro problema è la quantità di informazione depositata
in rete e la difficoltà che ci sarà, e in parte c'è, nel
trovare ciò che si cerca. Si dice che con Xml questo problema
verrà in parte risolto, ma Xml è ancora molto lontano da una
applicazione pratica. Io non so se esiste un mezzo , forse
Voi lo sapete,che consenta di aggiornare una ricerca che
viene ripetuta a distanza tempo senza dover ripassare tutti
i titoli, che magari sono molti, per trovare magari un solo
nuovo titolo. In pratica un servizio per cui il motore di
ricerca invia una e-mail quando su di una certa ricerca
vengono inseriti nuovo titoli.
giuseppe cattaneo
From: G.M.
Borrello <borrello@fondazione_bassetti.org>
Date: Wed Sep 27, 2000 5:13am
Subject: Re: R: Dove sta andando l' Internet guidata da Napster e
soci ?
L'ultimo intervento è off-topic, ma è stato mandato on-line perché non
sembrava gentile fare diversamente.
Anyway, possiamo ospitare volentieri delle risposte alla domanda posta da
Giuseppe Cattaneo (monitoraggio dell'output di un motore di ricerca), ma,
preferibilmente, che tengano conto del N.B. qui in calce.
Per parte mia, dico che esistono numerosi servizi (alcuni messi a
disposizione dai motori di ricerca stessi) per far controllare in
automatico quando cambia l'output che consegue a una query. Detto qui per
inciso, a riguardo si pone anche qualche problema di privacy, ma tale
questione è sorta da quando esistono le banche dati: la riservatezza, cioè,
intesa non soltanto con riferimento alle informazioni presenti negli
archivi, ma anche con riferimento alle informazioni che scaturiscono dai
log dell'utilizzo di un servizio di interrogazione di database. Questo
secondo aspetto rimane non di rado in sordina rispetto al primo, mentre è
proprio dall'utilizzo di un servizio che possono ricavarsi informazioni
molto interessanti e, tra l'altro, anche auto-aggiornate in tempo reale (si
rifletta sull'importanza di queste due caratteristiche...).
Dato che il tema della RISERVATEZZA e degli EVENTUALI LIMITI IMPOSTI DI
CONSEGUENZA ALL'INNOVAZIONE TECNOLOGICA può rientrare nella nostra
discussione, aggiungo ancora poche righe per dare il senso della questione
sottostante al monitoraggio dell'utilizzo di database.
Può essere illuminante, infatti, sapere che circa vent'anni fa si pose il
caso di una banca di dati bibliografici sulla chimica, residente negli
Stati Uniti, che, monitorando le interrogazioni effettuate da un'impresa
utente del servizio, avrebbe potuto rivelare alla concorrenza quali erano i
punti deboli di questa o le sue linee di sviluppo di nuovi prodotti. Questo
pericolo venne considerato tanto poco astratto che il governo francese
preferì comprare i dati memorizzati e farli interrogare su un centro
nazionale, in modo che non si avessero fughe di notizie.
N.B. Vorrei precisare che sono più che benvenuti gli interventi simili
all'ultimo, ma sempre che le questioni poste vengano INQUADRATE (e *non
forzatamente*) ALL'INTERNO DEGLI ARGOMENTI DI CUI ALLE NEWS PUBBLICATE SUL
SITO, oppure ne PROPONGANO di NUOVI, ma SENZA USCIRE DALLA TEMATICA DI BASE
CHE ISPIRA IL FORUM.
Vi ricordo che la sezione NEWS sul sito (<http://fondazionebassetti.org>
=> News ) è finalizzata, a sua volta, proprio a fornire informazioni
aggiornate sugli argomenti trattati in questo Forum e, quindi, nei Percorsi
(<http://fondazionebassetti.org> =>
Percorsi ).
A presto !
Gian Maria Borrello
____________________________________________
Dott. Giovanni Maria Borrello
(Web Master della Fondazione Bassetti)
<mailto:borrello@f...>
<http://fondazionebassetti.org/borrello.htm>
____________________________________________
From: giacomo correale <correale@t...>
Date: Thu Sep 28, 2000 7:42am
Subject: AMARTYA SEN
Un commento a "Lo sviluppo è libertà" di Amartya
Sen Amartya Sen mette in questione certi assunti che sono alla base del razionalismo
culturale occidentale, e quindi anche del pensiero economico. Tutto il discorso di Sen dimostra comunque che se, sul piano teorico, può
essere utile distinguere tra diverse discipline scientifiche e filosofiche - come tra
economia ed etica - sul piano esperienziale, quindi anche della politica economica,
ciò è impossibile per non dire insensato. E' noto d'altra parte che l'homo
economicus è una astrazione. E' un po' come parlare di classe dirigente: non basta avere soldi e
potere per essere classe dirigente, perché il concetto di responsabilità è
discriminante per decidere se una persona appartiene alla classe dirigente o no. Questa
affermazione, se vera, potrebbe essere usata come prova del nove: se un imprenditore non
fa parte "a ragion veduta" della classe dirigente, a rigore non è neanche un
imprenditore. |
From: G.M. Borrello <borrello@f...>
Date: Fri Sep 29, 2000 11:01am
Subject: Re: Dove sta andando l' Internet guidata da Napster e soci
?
Noi, qui, parliamo di innovazione sotto il profilo del suo impatto.
Il fenomeno "Napster" sicuramente ha un impatto dal punto di vista
socio-economico. Non sono altrettanto sicuro che si tratti di
un'innovazione. Voglio dire che stiamo parlando di un'applicazione
tecnica che, sia pur in diverse varianti e sebbene all'interno di
circuiti ristretti di utenti, esiste da sempre in Internet. Solo che
lo scambio di software e file multimediali, prima, quando avveniva
tra pochi, non preoccupava chi su questi beni immateriali possiede
dei diritti, mentre, ora che si è allargato in modo esponenziale,
preoccupa. Una questione di dimensioni, allora? In pratica, la
novità effettiva starebbe nell'aver creato condizioni tali da far
sì che una riproduzione non autorizzata di prodotti digitali, da
fenomeno d'élite divenisse fenomeno di massa. Questa è, secondo
me, la vera e unica novità. E, se vogliamo, possiamo anche
decidere di chiamarla "innovazione", perché trattasi di un nuovo
modo di applicare la tecnologia. L'innovazione (o presunta tale)
consisterebbe nella nascita di una nuova industria, battezzata con la
sigla "P2P" (che è l'abbreviazione di "peer-to-peer", cioè "da
pari a pari"), che sfrutterebbe tutte le potenzialità della
comunicazione diretta tra computer in rete. Interessante, in
proposito, il parallelo che, sul piano sostanziale, il fenomeno
presenterebbe con altre "innovazioni" trascorse, rappresentate da
tutte le applicazioni della tecnica che consentono di riprodurre beni
immateriali in grande quantità. Nell'articolo "Internet, processo
ai pirati della musica"
(www.repubblica.it/online/tecnologie_internet/napster2/vigilia/vigilia.html), apparso
su La Repubblica di oggi, troviamo che l'avvocato di Napster, David
Boies, fa l'esempio del videoregistratore.
Ammesso e non concesso, dunque, che di innovazione si tratti, dove
starebbe l'aspetto della responsabilità? Responsabilità di chi
e verso chi?
Direi che potremmo discuterne.
Gian Maria Borrello
From: vittoriome@l... <vittoriome@l...>
Date: Fri Sep 29, 2000 9:41pm
Subject: Re: Re: Dove sta andando l' Internet guidata da Napster e
soci ?
Non avrei dubbi nel qualificare Napster come innovazione: tecnica ed
anche commerciale. ma......e qui il discorso diventa intrigante :
a) i diritti di proprietà intellettuale , cioè le esclusive sulle
innovazioni, sono sacre, e vanno tutelate. perchè sono il motore del
cambiamento sociale,( non del progresso......che è altro..., ma merita
un discorso a parte ).
b) la musica è come le invenzioni: chi non rispetta i diritti sulla
musica, non rispetterà domani le esclusive sulle invenzioni, con il
brillante risultato che ricerca ed applicazioni industriali andranno a
rilento. L'osservazione che si inventava e si faceva musica o altro
prima del diritto di'autore o dei brevetti, prova troppo ed è
infantile. In mezzo cì è stata la riproduzione seriale nata dalla
rivoluzione industriale, per cui abolire o attenuare la tutela sarebbe
sciocco.
c)ci sono altri due profili: la responsabilità, e la libertà di
concorrenza nel web mercato. Quanto a quest'ultima , ritengo che debba
essere favorita al massimo. e quindi vedrei un tutela attenuata delle
banche dati e dei sofware.Ma il discoso va approfondito. e ci tornerò
in seguito....
d) quanto alle responsabilità, ricorderei che l'innovazione, in sé è
neutra.....dipende da come la si usa....con quali fini.....in questo
caso, la reponsabilità può essere di chi manda nel web opere altrui
senza pagare i relativi diritti.....E' troppo complicato far pagare ? E
allora si aumenti il costo di computer, allacci telefonici,dischetti, e
si dia la pluvalenza ad un fondo per chi ha la proprietà intellettuale.
Grazie per l'ascolto, e a presto.
Ho pronto un pezzetto sul Princioio di Precauzione, che spero di
inviare presto.
Quanto ad Internet , vorrei pensarci ancora sopra.
Vittorio Menesini
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