Il Sole 24 Ore del 19 aprile 2007
E' il corpo la nuova feontiera
di Joel Garreau

Quattro tecnologie interconnesse e intrecciate si stanno attivando per 
modificare la natura umana. Chiamiamole tecnologie Grin2: genetica, robotica, 
informatica e nanotecnologia. Questi quattro campi del progresso si stanno 
mescolando tra loro e alimentando a vicenda, e stanno creando una curva di 
cambiamento di tale portata che noi umani non abbiamo mai visto niente di 
simile. Già oggi, individui potenziati si aggirano tra noi. Lo si può vedere 
nel modo più lampante ogni volta che assisti a una gara di un livello molto 
competitivo. Lo sport è un buon esempio. «L'attuale tormentato dibattito sul 
doping - dice John Hoberman, un'autorità sui farmaci da performance 
dell'Università del Texas - è una sorta di confusissimo referendum sul futuro 
del potenziamento umano». Lo sport farmacologico estremo non è iniziato né è 
finito con la Germania Orientale. Alcuni atleti oggi hanno un aspetto grottesco. 
Curt Schilling, il pitcher dell' AlI Star, nel 2002 su «Sports Illustrated» 
parlava delle squadre delle serie maggiori. «Là c'è gente che sembra Mr. Potato 
Head, con la testa e le braccia e sei o sette parti del corpo che sembrano messe 
insieme a caso».
Il body building competitivo è già diviso in eventi testati (ossia senza farmaci) 
ed eventi non testati (si può fare di tutto). E questo è solo l'inizio. Gli 
scienziati della University of Pennsylvania (la "Penn", ndr) che hanno creato i 
"supertopi" geneticamente modificati sono stati inondati da richieste di atleti 
e allenatori che volevano provare sulla propria persona la nuova tecnologia. Questi 
topi sono straordinariamente grossi e muscolosi. Hanno una struttura taurina, con 
cosce massicce e il collo più grande della testa. Questo doping genetico 
funzionerebbe - ammesso che non stia già funzionando - sugli esseri umani? 
«Oh sì, è facile», ha dichiarato al «New York Times» H. Lee Sweeney, presidente 
del dipartimento di Fisiologia della Penn. «Chiunque sia capace di donare un gene 
e lavorare con le cellule è in grado di farlo - ha detto -. Non è un mistero... Si 
può modificare la resistenza del muscolo o modulare la velocità, cambiando tutte 
le caratteristiche delle prestazioni. Tutta la biologia è qui. Se qualcuno dicesse: 
«Eccoti dieci milioni dI dollari, voglio che tu faccia tutto quello che riesci a 
pensare in termini di sport», diventeresti subito parecchio creativo».
E poi ci sono i militari. Ricordate i supereroi dei fumetti anni Trenta e Quaranta, 
da Superman a Wonder Woman? In questo momento gran parte dei loro superpoteri o già 
esistono o ci si sta lavorando. Se uno è in grado di assistere a un inseguimento di 
auto in Afghanistan attraverso un Predator, dispone in pratica dell'ultravista. Se 
può scoprire cosa c'è in una caverna scrutando nel sottosuolo con un pinger sismico 
terrestre, ha la vista a raggi X. E l'ultraforza? Alla University of California a 
Berkeley, l'esercito americano ha fatto realizzare un prototipo funzionante di 
esoscheletro, una tuta che permette a un soldato di caricarsi addosso ottanta chili 
come se fossero due soltanto. Presso i Natick Labs in Massachusetts, l'esercito 
americano prevede che un esoscheletro di questo genere potrà prima o poi consentire 
ai soldati di scavalcare con un solo balzo un edificio di una certa altezza.
«La mia tesi è che nell' arco di soli vent'anni il confine tra fantasia e realtà si 
sarà sbriciolato - scrive Rodney Brooks, direttore dell' Artificial intelligence 
laboratory del Massachusetts institute of technology -. Di qui a cinque anni quel 
confine sarà stato violato in modi che sono per molti inimmaginabili oggi quanto 
era inimmaginabile dieci anni fa l'uso quotidiano del World wide web». Ci troviamo a 
un punto di flessione nella storia. Per tutti i millenni precedenti, le nostre 
tecnologie sono state puntate verso l'esterno, indirizzate al controllo dell'ambiente 
circostante. A cominciare dal fuoco e dagli indumenti, abbiamo cercato un sistema 
per proteggerci dagli elementi. Con lo sviluppo dell'agricoltura abbiamo controllato 
le riserve di cibo. Nelle città abbiamo cercato la sicurezza. l telefoni e gli0
 aeroplani hanno annullato la distanza. Gli antibiotici hanno tenuto a bada i 
microbi diffusori di morte. Oggi, però, abbiamo dato inizio a un processo complessivo 
che punta le nostre tecnologie verso l'interno. Oggi queste tenologie hanno cominciato 
a fondersi con la nostra mente, i nostri ricordi, il nostro metabolismo, la nostra 
personalità, la nostra progenie e forse anche la nostra anima. Autorevoli scienziati 
si sono imbarcati nell'impresa di modificare a tal punto gli umani che si parla di 
un nuovo genere di evoluzione manovrata, un'evoluzione che pilotiamo noi stessi.
«La prossima frontiera- dice Gregory Stock, direttore del Program of Medicine, 
technology and society presso la facoltà di medicina dell'Ucla - siamo noi stessi».