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Una nuova educazione per il futuro della biosfera

di Redazione FGB [1], 30 Aprile 2008

Il 24 luglio 1906 Luigi Einaudi scriveva a Giovanni Vailati 'Cosa vuoi che dica intorno alla riforma della Scuola Media? Che perdete il vostro tempo e non caverete un ragno dal buco. Tanto gli studenti bisogna promuoverli lo stesso, sappiano o non sappiano, ed i diplomi non valgono un fico secco' (Giovanni Vailati, Epistolario 1891-1909, Einaudi 1972, pag.601). Lo scetticismo di Einaudi, come dimostra l'altra parte del carteggio, è rivolto all'educazione scolastica come sistema burocratico-amministrativo, ma non all'educazione culturale come mezzo per comprendere il mondo in cui viviamo.
Chi si accosta al libro di Gianluca Bocchi e Mauro Ceruti "Educazione e globalizzazione [2]" (Raffaello Cortina Editore, 2004), non vi trova certo la diffidenza di Einaudi; se però si attende di trovare indicazioni operativamente utili, tipo le famose tre "i" (Impresa, Inglese, Informatica), per un ammodernamento del sistema scolastico, non può che restare deluso. E' necessario, infatti, fare una distinzione semantica. "Educazione" non è "formazione". La formazione è conseguenza di un progetto educativo che a sua volta dipende dall'approccio culturale con cui i problemi sono affrontati. L'ambizione del saggio di Bocchi e Ceruti è di fornire gli strumenti culturali per educare, sarebbe più corretto dire: per imparare ad imparare la complessità del mondo globale.

Ripercorrere le 220 pagine del libro non è lo scopo di questa recensione. Basti dire che i cinque capitoli attraverso cui si snoda l'esposizione sono una miniera d'informazioni e di considerazioni: dalla differenziazione degli organismi cellulari alla decifrazione del Dna, dalla rivisitazione delle teorie di Lamarck alla causalità genetica di Habermas. Occorre invece dire che la globalizzazione di cui parlano gli autori del libro ha un significato molto più dilatato di quello che quotidianamente ci viene trasmesso dalle cronache politiche e da quelle economiche. La globalizzazione è da intendersi come unità fisica, biologica e culturale della biosfera. E questa unità è il risultato di un lungo processo co-evolutivo che si è svolto attraverso l'interazione fra il mondo biologico, in cui, almeno negli ultimi cinque milioni di anni la specie uomo ha assunto un ruolo predominante, e l'ambiente che lo circonda. Si tratta di una storia in cui i momenti di continuità si alternano alle discontinuità (l'evoluzione punteggiata di Jay Gould) e in cui le tensioni fra locale e globale conducono a sempre nuovi equilibri. In questa prospettiva, svanisce ogni pretesa culturale basata sull'etnocentrismo. La centralità della specie uomo nell'universo non deriva da uno speciale statuto teleologico, ma dal lungo processo evolutivo che conducendolo da homo erectus a homo sapiens sapiens, lo ha posto nella condizione di determinare gli equilibri futuri della biosfera. Questa consapevolezza accentua la responsabilità umana (e il riferimento a Jonas è d'obbligo) nel senso di attenzione rivolta alle conseguenze che i nostri atti possono avere non solo verso il nostro prossimo, attuale o futuro, ma anche verso l'ambiente in cui ci muoviamo. Mentre nel passato della biosfera i grandi mutamenti, dalla catastrofe che 60 milioni di anni fa ha portato all'estinzione dei dinosauri fino all'ultima grande glaciazione durante la quale sono scomparsi i grandi mammiferi, sono ascrivibili a fattori naturali e/o artificiali, negli ultimi millenni, con accelerazione esponenziale, è stata la specie umana la maggior causa dei cambiamenti ed anche dei rischi che i mutamenti comportano.
L'affinamento delle tecniche di navigazione, incrementando gli scambi fra Oriente e Occidente, ha condotto alla diffusione delle grandi pandemie medievali; a sua volta la "svolta colombiana", (come nel libro viene definita la scoperta dell'America) ha portato, oltre ad uno scambio fra il nuovo mondo e il continente europeo di specie animali e vegetali (per esempio, il cavallo dall'Europa all'America e la patata in senso inverso) che ha avuto influenze positive in ambedue i continenti, anche alla diffusione di nuove malattie a cui i sistemi immunitari delle popolazioni erano impreparati. I conquistadores, mentre esportavano nelle Americhe il morbillo che decimava le popolazioni locali, diffondevano in Europa la sifilide.
Assieme all'incremento delle innovazioni tecnologiche degli ultimi decenni, si è altresì concretizzata nell'uomo la consapevolezza che, pur se è vero l'aforisma di Heidegger che la tecnica è il nostro destino, non è affatto scontata l'ineluttabilità dell'inverno nucleare, o di un mondo dove biogenetica e nanotecnologie mutino radicalmente gli equilibri della biosfera.
Nel libro di Bocchi e Ceruti si fa molte volte riferimento al concetto di storia controfattuale. Non nel senso di ipotizzare quanto sarebbe accaduto "se" (il film della storia non è riavvolgibile), ma piuttosto nel senso che le svolte evolutive, se anche possono essere casuali, non è detto debbano rispondere sempre alla categoria della necessità. Di qui perciò l'importanza dell'educazione come sistema capace di superare la gerarchia delle discipline per porsi come interprete, responsabilizzante, dei mutamenti che l'azione della specie umana può determinare nella biosfera.
Data l'ampiezza dei riferimenti presenti nel saggio, sarebbe stato opportuno, se non un abstract dei singoli capitoli, almeno un indice dei nomi, per consentire in seconda lettura di orientarsi con più facilità.

NdR: in precedenza, in questo sito il libro è stato citato nell'item "Storicizzare la scienza [3]" di questa sezione e in un contributo all'articolo "L'inevitabile e il desiderabile [4]" (quarto articolo dell'iniziativa Collaborate)

NdR: si veda anche la recensione di Claudio Tugnoli [5] [ * [6]], già pubblicata nel sito dell'IPRASE [7] del Trentino (sotto il menu "Prodotti" -> "Materiali di lavoro" -> "Intercultura")

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Link citati nell'articolo:

  1. 1] /schedabiografica/Redazione FGB
  2. 2] http://www.libreriauniversitaria.it/educazione-globalizzazione-bocchi-gianluca-cortina/libro/9788870788655
  3. 3] /it/pagine/2008/04/storicizzare_la_scienza.html
  4. 4] /it/itframeset.php?content=http://www.fondazionebassetti.org/06/collaborate/000293.htm
  5. 5] /06/docs/tugnoli-educazione-globalizzazione.pdf
  6. 6] http://mondodomani.org/cgi-bin/tools/autori.pl?http://mondodomani.org/dialegesthai/ct03.htm#tugnoli
  7. 7] http://www.iprase.tn.it
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Educazione e globalizzazione
Questo articolo fa parte della sezione Argomenti: vai all'indice ottobre 2004 . Vedi anche: Storicizzare la Scienza
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