Il Messaggero, 10 luglio 2000
Pietro M. Trivelli
Ma nel Terzo Millennio i marziani siamo noi

A Spoleto gli scienzati si interrogano sullo strapotere della
ricerca. Dal Progetto Genoma a Internet
La radio suonava la Cumparsita - ambigua movenza di tango - quando
Orson Welles s'intrufolò nella trasmissione, prese il microfono
targato Cbs e fece il fatidico annuncio, gettando nel panico
l'America e il mondo: marziani sbarcati dalle parti di Chicago,
pronti a scatenare la guerra dei mondi. Come nel titolo di un
racconto di Wells, quasi omonimo di Welles. Il 30 ottobre 1938
quell'annuncio non fu solo l'inedita profezia dello strapotere dei
mezzi di comunicazione, ma prefigurava il futuro che stiamo vivendo:
di "conflitti mondiali" fra chi spara sviluppo tecnologico - la
fantascienza fatta realtà - e chi si raccomanda ad antichi furori
millenaristici. Fra scienza ed etica, ai confini dell'impossibile:
con le armi delle biotecnologie e dell'informatica, dell'ingegneria
genetica e di Internet.
Mentre due potenti del mondo, Bill Clinton e Tony Blair, reclamizzano
in diretta i primi risultati del progetto Genoma, accessibile a tutti
senza tabù, e mentre c'è chi preconizza che il futuro potrebbe non
aver più bisogno di noi (come l'americano Bill Joy, gran tecnico di
microprocessori, che nell'aprile scorso ha lanciato l'ultimo allarme
su un'invasione globale di robot, più imprevedibili dei marziani e
più insidiosi della bomba atomica, perché a differenza dell'energia
nucleare sono a portata di tutti), ecco che la burla di Orson Welles
si riascolta con orecchio più attento, con qualche cautela da non
cessato allarme. La registrazione originale di quella trasmissione, a
passo di Cumparsita, ha aperto la scena di "Spoletoscienza" proprio
all'insegna della "guerra dei mondi": quasi contrappunto ai
monaci-guerrieri cinesi del Tempio di Shaolin che si esibiscono al
Festival per proteggere il loro imperatore dai Signori della Guerra,
a colpi magistrali di Kung-Fu.
Nel caso di "Spoletoscienza" (XII edizione, a cura della Fondazione
Sigma-Tau), l'arte marziale vincente è la pacata riflessione di
scienziati come Edoardo Boncinelli, uno dei maggiori esperti mondiali
nello studio dei geni che regolano la disposizione delle varie parti
del corpo durante lo sviluppo embrionale; ultimamente alla ribalta
delle cronache in seguito all'annunciata "lettura" del progetto
Genoma. "Non si può capire il mondo senza modificarlo", usa ripetere
Boncinelli, nel suo marcato accento fiorentino (anche se ormai è
milanese d'adozione, direttore del laboratorio di biologia molecolare
all'Istituto San Raffaele), 59 anni, da trenta impegnato in quella
che lui considera una scienza giovanissima. Davvero "i marziani siamo
noi" (secondo la definizione usata dal segretario generale della
Fondazione, Pino Donghi)? "Da almeno 12.000 anni l'uomo manipola la
natura per servirsene - risponde Boncinelli - per avere cani, gatti e
cavalli, per far nascere il grano da tre graminacee diverse, per
"inventare" piselli e pomodori. Ora lo fa più rapidamente, per
abbassare i costi della produzione alimentare o per migliorarla, ad
esempio, "iniettando" nel riso la vitamina A".
L'uomo è come un chicco di riso? "No, ma la completa lettura del
nostro patrimonio genetico, qualcosa come 500.000 pagine
dattiloscritte, un'enciclopedia della natura biologica dell'uomo, con
circa 100.000 voci di cui se ne sono lette finora solo 3.000, ci apre
la strada verso la vera mèta: scoprire l'azione e l'interazione dei
geni con l'ambiente, per sapere, ad esempio, come nascono delusioni e
soddisfazioni".
Si dice che il secolo appena trascorso, e ancor più questo appena
cominciato, segnino l'èra del "nano": fra nanotecnologie e
microprocessori. Ma già Newton diceva di sentirsi un nano cresciuto
sulle spalle di giganti, i grandi scienziati suoi predecessori. Solo
che i "nani" del nostro tempo sono capaci di costruire la vita in
laboratorio, con cellule umane. Tra prevenzione e terapie geniche si
vivrà sempre più a lungo.
Anticipando tempestivamente, ad esempio (tra una decina di anni
prevede Boncinelli), le devastazioni del cancro: "Nessun tumore è
letale e neppure nocivo - spiega - se preso in tempo".
Nemmeno l'invecchiamento sarà più una malattia, migliorando le
condizioni di vivere, sempre di più ma in maniera accettabile. La
natura programma la vita a tempo: a una mosca dà due o tre mesi, a un
cammello trent'anni. L'uomo è riuscito a prendersene già
un'ottantina. Ma bisogna stare attenti. "C'è un gene - spiega ancora
Boncinelli - che ci allungherebbe la vita del 30 per cento, però è lo
stesso che ci difende dagli anticorpi: se lo manipolassimo, vivremmo
di più, a rischio di ammalarci di più".
La "guerra dei mondi" è già sotto gli occhi imbambolati di tutti, su
un altro fronte: quello delle tecnologie della comunicazione, da
quando i computer dialogano fra loro, moltiplicando le risorse degli
scienziati. E' la Rete, più grande del Grande Fratello: Internet, in
una parola. "Rivoluzione economica e soprattutto sociale, più che
tecnologica", dice uno che se ne intende, Renato Soru, presidente e
amministratore delegato della società che ha imposto in Italia lo
sviluppo dell'intero mercato di Internet, dandole - con orgoglio di
sardo - il nome di un paese della Sardegna, Tiscali, il contrario del
villaggio globale. Anziché new economy, Soru la chiama "net economy":
la Rete che diventa fattore di produzione come il carbone lo fu per
la prima società industriale. Ma senza bisogno di capitali già
accumulati, né di precedenti risorse, né di distretti industriali.
Basta un solo capitale: quello umano. Mentre prima le macchine
valevano quasi più di chi doveva farle funzionare.
Su questo fronte la "guerra dei mondi" ha già scombussolato due
concetti che parevano indistruttibili: tempo e spazio. "Il tempo non
conta più - assicura Renato Soru - perché vale solo la velocità. E
nemmeno lo spazio conta più, perché si è connessi con tutta la rete,
come un sistema nervoso centrale, che ha abolito Nord e Sud. Né c'è
più isolamento o marginalità, che prima escludevano anche come
pregiudizi, mentre adesso costituiscono un altro fattore per generare
ricchezza". Genetica e Internet, insomma, padroni del mondo. "Dopo
l'affrancamento dell'uomo, spero nell'affrancamento della natura,
delle piante e delle galline. Se stanno meglio loro, staremo meglio
pure noi", è il messaggio del gran fratello di Tiscali.
Tra scienza ed etica, nella "guerra dei mondi", incombono i fantasmi
di Faust (il nuovo che affascina) e di Frankenstein (il nuovo che
atterrisce), mentre le frontiere della vita si spostano sempre più
verso l'artificiale: macchine intelligenti, animali transgenici,
microchips che mutano la stessa struttura dell'organismo umano. C'è
chi paventa che l'intelligenza artificiale finirà per usare l'uomo
come animale domestico. "E la coscienza? Non sarà più determinante
per il pensiero?", si chiede il filosofo Sebastiano Maffettone. Senza
alzare bandiera bianca, né sentirsi marziani, alla "guerra dei
mondi".
Bensì affidandosi all'umile speranza della poesia: per "ciò che non
siamo", e "ciò che non vogliamo".