Luigi Dall'Aglio, "Il marketing delle cellule", Avvenire, 11 aprile 2000 Una conquista importante, ma attenti ai deliri d'onnipotenza. Parla Serra "Esiste una gara tra pubblico e privato: tutto bene se accelera i tempi della ricerca a fini terapeutici purché non diventi un modo per fare commercio" I cattolici davanti al "Progetto Genoma". "Quella che sarà resa pubblica è una prima bozza del vastissimo codice genetico umano e richiederà ancora ampie revisioni. Ma, senza dubbio, è un passo decisivo verso una grande conquista che aprirà nuove e importantissime vie per la salute dell'uomo". Parla Angelo Serra, professore emerito di genetica umana all'Università Cattolica e membro dell'Accademia Pontificia per la Vita, che nei suoi studi giovanili a Torino è stato allievo del Nobel Renato Dulbecco. La notizia che la Celera Genomics ha sequenziato il genoma umano non lo ha colto di sorpresa. "Non ci sono ancora i dati ufficiali, indispensabili per un giudizio sereno e corretto", spiega comunque il professore. Per questa scienza, che è la "sua" scienza, Serra desidera il massimo successo nel minor tempo possibile, purchè "entro i limiti di un'etica umana". Si chiede perciò come è possibile conciliare con questa etica il fatto che in Usa, tra centri di ricerca e case farmaceutiche, siano in pieno sviluppo il marketing e la clonazione di embrioni umani in vista di impianti di tessuti o (eventualmente) di trapianti di organo. Il "Progetto Genoma" mira a svelare l'intero codice genetico dell'uomo e ora è in dirittura di arrivo. Come lo giudica da un punto di vista strettamente scientifico? "La via seguita è giusta e necessaria. In pratica abbiamo la prima stesura del 90% del genoma umano. Sapremo cioè come si susseguono, una dopo l'altra, i tre miliardi di lettere (A,T,C,G) che costituiscono l'alfabeto del codice dell'informazione genetica. Si è trattato di "sequenziare" una mole di dati paragonabile a una biblioteca di tremila volumi, di mille pagine ciascuno, e con mille lettere per pagina. Ora molte energie sono concentrate nella seconda parte del programma: mappare i circa 150 mila geni, cioè localizzarli nei cromosomi dove sono allineati. Ma era assolutamente necessario accertare prima come sono disposte le lettere, per poi cercare dove sono collocati gli specifici messaggi che costituiscono i geni, e quale è la loro struttura. La mappatura richiederà tempo: nel luglio 1999, solo di ottomila geni si conosceva l'esatta posizione". Quali previsioni fa sui prossimi sviluppi, dopo questa svolta? "Tutto è avvenuto sotto la direzione scientifica di Craig Venter, il quale due anni fa aveva lasciato la scienza accademica per passare alla tecnologia ed essere più libero di agire; riteneva i propri piani più efficienti e rapidi di quelli del consorzio pubblico (National Institutes of Health e Department of Energy) che avevano preso il via più di dieci anni fa. E' solo auspicabile che la gara privato-pubblico porti prima del previsto al fine da raggiungere". Quale atteggiamento assume il mondo cattolico di fronte all'ingegneria genetica? "L'ingegneria genetica è una evidente dimostrazione delle capacità dell'intelligenza di cui Dio ha voluto fare partecipe l'uomo. La Chiesa cattolica non ha mai demonizzato la ricerca che mira a scoprire e impiegare i geni (cioè le informazioni codificate che governano tutto lo sviluppo e il funzionamento dell'organismo) per scopi buoni, come quello di sconfiggere le malattie. Il "sì" all'ingegneria genetica ha però una condizione precisa: la scienza e la tecnologia, una volta svelati i segreti della natura, devono usarli per il bene dell'uomo. Il pensiero cattolico non sottovaluta nessuno dei vantaggi e dei rischi che l'ingegneria genetica comporta". Ma quante obiezioni vengono mosse alla scienza dei geni! Per chissà quanti decenni, non farà che accrescere l'angoscia degli esseri umani diagnosticando predisposizioni a malattie che nessuno è ancora in grado di curare. "Purtroppo questa è ancora la situazione per tutte le malattie genetiche. Ma possiamo intervenire con una prevenzione efficace ed eticamente corretta. Immaginiamo il caso di una coppia in cui entrambi i coniugi siano portatori del gene della fibrosi cistica. Un loro figlio potrà manifestare la malattia solo se tanto l'ovulo quanto lo spermatozoo conterranno il gene patogeno. Tuttavia un esame del primo globulo polare di un ovulo maturo e pronto per la fecondazione permette di stabilire se l'ovulo non ha il gene difettoso. In tal caso, potrebbe essere usato - lecitamente - per una fecondazione "in vivo". Pur trattandosi di tecniche molto delicate, una previa consulenza, fatta seriamente e accompagnata da un'informazione completa, potrà mettere i genitori in grado di compiere le loro scelte". Da anni si assiste a tentativi di condurre in porto terapie geniche (sostituire il gene malato con un gene corretto). "È dal 1984 che si lavora su questa linea, per curare tante malattie attraverso la cosiddetta terapia genica, che implica l'inserimento endocellulare di geni normali. Si parla di terapia somatica, se praticata sull'individuo già formato (bambino o adulto); di terapia germinale, se praticata nello zigote, o nelle prime cellule embrionali (dalle quali si svilupperà il futuro individuo)". Esiste almeno un caso in cui la terapia somatica abbia dato risultati? "W.F. Anderson, che nel 1991 ottenne l'approvazione per i primi protocolli di terapia genica su malati di melanoma e su bambini con deficit di adenina deaminasi e perciò privi di ogni difesa immunitaria, affermava recentemente che la geneterapia è tuttora ai primi passi. Se ne conosce l'innocuità ma non l'efficacia. Questa ricerca procede ed è una linea tra le più affascinanti e promettenti della ricerca genetica". In Usa si parla di nuove terapie, più avanzate, con cellule speciali. "Sì, ad esempio contro il Parkinson, l'Alzheimer e il diabete. Non si sostituiscono geni ma si introducono cellule sane, derivate - con opportuni procedimenti - da cellule dette staminali pluripotenti, che possono cioè trasformarsi in cellule di vario tipo, per esempio, cellule nervose, muscolari ed epiteliali. Queste cellule staminali sono presenti anche negli adulti e potrebbero essere sufficienti per raggiungere gli scopi desiderati. Ma una tecnologia che ritengo irresponsabile preferisce far uso delle cellule staminali totipotenti quali sono quelle degli embrioni umani nei primi 4-5 giorni. Con l'aggravante della clonazione degli embrioni. Tutto questo già avviene negli Usa. Ed è di questi giorni la notizia che la Gran Bretagna, a quanto pare, non vuole rimanere indietro". Terapia germinale: c'è chi sostiene che dovrebbe essere bandita del tutto perché può cambiare il destino non solo dell'individuo ma di tutte le generazioni che seguiranno. "Credo che nessuna proibizione assoluta dovrebbe essere stabilita a priori nei confronti della terapia germinale. Ma prima di una eventuale applicazione a uno zigote o all'embrione umano, si dovrebbe richiedere innanzitutto un'ampia ricerca su mammiferi di grande taglia e filogeneticamente molto vicini all'uomo, per poter accertare la probabilità di successo". La scienza, quando impara a fare una cosa, prima o poi la fa. È così? "La scienza si giustifica dicendo che si limita a offrire la "possibilità di fare". È poi la tecnologia che "fa" ed è responsabile di quanto può seguirne. Ma, almeno per entrare in dialogo, vorrei sentire la risposta che darebbe uno scienziato, alla seguente domanda: se lei fosse uno di quegli embrioni umani che con tanta facilità distrugge per studiare, non direbbe che le viene tolta la vita? Torni per un attimo all'epoca in cui era lei stesso un embrione. Si considererebbe un anonimo non umano?"