Le Scienze, Marzo 2001 

La scienza della persuasione

Robert B. Cialdini 
  
Il testo integrale di questo articolo si trova sul numero di marzo di
«Le Scienze» 

È ormai più di mezzo secolo che i processi attraverso cui si realizza
l’influenza sociale vengono studiati scientificamente. Da allora,
psicologi e sociologi hanno indagato i modi in cui un individuo può
influenzare gli atteggiamenti e le azioni di un altro. Negli ultimi
30 anni ho concentrato la mia attenzione sui principali fattori che
determinano una particolare forma di cambiamento nel comportamento:
il consenso a una richiesta. 
Sono sei i fattori fondamentali del comportamento che entrano in
gioco nel produrre una risposta positiva: la reciprocità, la
coerenza, la convalida sociale, la simpatia, l’autorità e la
scarsità. Dato che questi fattori concorrono a regolare i rapporti di
lavoro, l’impegno sociale e le relazioni personali, la conoscenza
delle regole della persuasione può essere vista come uno strumento di
affermazione personale. 
Molte delle conoscenze che abbiamo acquisito a questo riguardo
vengono da studi sulle pratiche dei professionisti della persuasione
- commercianti, pubblicitari, politici - il cui benessere dipende
dall’abilità nel farsi dire sì. Anche qui agisce una sorta di
selezione naturale: chi usa tecniche fallimentari esce presto dal
giro. All’opposto, chi usa procedure efficaci prospera, e trasmette
le strategie di successo. Quindi, col tempo i princìpi di persuasione
più efficaci compariranno nei repertori delle professioni fondate
sulla persuasione. Quei princìpi includono le sei fondamentali
tendenze umane qui prese in esame: reciprocità, coerenza, convalida
sociale, simpatia, autorità e scarsità. 
Dal punto di vista evolutivo, ciascuno di questi comportamenti
sembrerebbe frutto di una selezione in animali obbligati a trovare il
modo migliore per sopravvivere in gruppi sociali. Nella maggioranza
dei casi, questi princìpi ci guidano correttamente. Di solito è
sensato restituire i favori, comportarsi in modo coerente, seguire la
guida dei nostri simili, privilegiare le richieste di quelli che ci
piacciono, conformarsi alle autorità legittime e dare valore alle
risorse scarse. Dunque, chi usa onestamente questi princìpi per
influenzarci ci fa un favore. Se un’agenzia pubblicitaria impostasse
una campagna dando il giusto peso a un’autorevole testimonianza
scientifica a sostegno di un prodotto contro il mal di testa, ciò
andrebbe a vantaggio di tutti, agenzia, produttore e consumatori. Ma
questo non avviene se l’agenzia «contrabbanda» il principio di
autorità con attori che indossano camici di laboratorio. 
Siamo condannati a essere manipolati da questi princìpi? No. La
comprensione delle regole di persuasione può aiutarci a riconoscere
le strategie adottate, con l’obiettivo di costringere i
professionisti della persuasione a render conto dell’uso che ne
fanno, comprandone i prodotti e servizi, sostenendone le proposte o
contribuendo alle loro cause solo se la loro azione è stata corretta.
Se teniamo presente questa distinzione, raramente ci capiterà di
essere indotti all’assenso con l’inganno. Potremo invece dire di sì
in modo informato. Inoltre, se applichiamo la stessa distinzione nei
nostri tentativi di influenzare gli altri, possiamo legittimamente
mettere in pratica i sei princìpi. Un loro uso corretto consente di
servire gli interessi di tutte le parti e di dare un contributo al
miglioramento della società. 

© 1999 - 2001 Le Scienze S.p.A.