CORRIERE DELLA SERA di Venerdì, 8 settembre 2000
"E Veronesi nomina i saggi: «Ma la scelta inglese merita attenzione»"
di Margherita De Bac <mdebac@rcs.it>
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ROMA - Al documento anti-clonazione degli embrioni approvato
dall'Europarlamento il ministro della Sanità, Umberto Veronesi,
risponde con una nomina. Nasce una nuova commissione, ultima delle
tante che già esistono in Italia. Questa avrà compiti specifici:
«Studio sulle cellule staminali per finalità terapeutiche». Il gruppo
di saggi è coordinato dal premio Nobel per la medicina Renato
Dulbecco e avrà tre mesi (tempi più brevi del previsto) per elaborare
un parere-riferimento per una legge del Parlamento. La risoluzione
votata con poco scarto di voti a Strasburgo non segna lo stop al
dibattito in sede europea. Altro appuntamento lunedì, per la riunione
del gruppo di esperti di scienze della vita, istituito dall'Ue.

DOMANDE CHIAVE - Ai nostr i saggi è stato richiesto essenzialmente di
dare risposta ad alcune domande chiave. Innanzitutto se l'uso di
cellule staminali (cioè originarie, non ancora differenziate)
prelevate dall'ovulo fecondato sia da considerare una strada di
ricerca valida e accettabile sul piano scientifico ed etico. Inoltre
se possa essere ritenuta altrettanto efficace, se non addirittura
alternativa, la soluzione di impiegare per lo stesso scopo cellule
staminali prese dall'adulto (si trovano nel suo cordone ombelicale o
nel midollo). «Dobbiamo individuare una linea da dare al nostro Paese
per sviluppare la ricerca scientifica», spiega il ministro. La
commissione è stata annunciata due settimane fa, a pochi giorni dalla
diffusione del documento dell'inglese Donaldson, il maggiore tecnico
del primo ministro britannico Tony Blair, a favore degli esperimenti
di clonazione terapeutica che impiegano embrioni di pochi giorni
(blastocisti). Veronesi è l'unico ministro di Amato che ha
manifestato la sua posizione di apertura a questo tipo di ricerche,
condotte col fine di trovare cure per malattie degenerative come
Alzheimer, Parkinson, diabete, cirrosi epatica: «E' una svolta
storica», disse Veronesi in un contestato discorso pronunciato al
meeting di Cl, a Rimini.

LAICI E CATTOLICI - La scelta dei saggi è stata soppesata con
accortezza, miscelando cattolici e laici. Qualcuno è «saltato», come
il chirurgo dei trapianti Ignazio Marino, contattato e poi lasciato
da parte (ma lui non se la prende). Qualcun altro è stato inserito in
extremis, per meglio calibrare il gruppo che avvierà i lavori il 20
settembre. Ventitrè personaggi. C'è un altro Nobel, Rita Levi
Montalcini. Il campo della ricerca è rappresentato da Claudio
Bordignon, Silvio Garattini, E doardo Boncinelli, Riccardo Cortese,
Bruno Dallapiccola, Carlo Flamigni, Enrico Garaci, Lucio Luzzatto,
Giuseppe Novelli, Piergiuseppe Pellicci, Carlo Alberto Redi, Leonardo
Santi. Appartengono alla sfera della bioetica Adriano Bompiani,
Maurizio Mori, Demetrio Neri, Sergio Rostagno. Ci sono inoltre i
filosofi Umberto Galimberti e Giacomo Marramao, il teologo Luigi
Lorenzetti, un presidente del tribunale minorile (Livia Pomodoro), un
esperto di privacy e bioetica (Stefano Rodotà). Per finire col
cardinal Ersilio Tonini e Domenico Di Virgilio, medico cattolico.
Tutte le correnti di pensiero sono ugualmente coinvolte. Accanto a
figure onnipresenti, col dono dell'ubiquità in più commissioni, ce ne
sono altre solitamente tenute ai margini perché più scomode. Come
Mori, segretario della Consulta di bioetica, dalle posizioni molto
radicali. Da rilevare anche la presenza di Rostagno, del Sinodo
Valdese.

GLI OBIETTIVI - Veronesi non commenta il documento di Strasburgo. Non
vuole interferire con le decisioni dell'europarlamento, che comunque
non sono legge. Ogni Paese si regolerà come vuole. «Il nostro
obiettivo è quello di individuare con la commissione una direttrice
per l'Italia - dice il ministro in un comunicato -. Ci muoviamo in un
settore molto delicato che può offrire la guarigione e il trattamento
di diverse malattie oggi non curabili. La decisione della Gran
Bretagna è un atto che merita un approfondimento e un'analisi
attenta». Veronesi ribadisce le sue convinzioni: «La funzione della
scienza e in particolare della ricerca biomedica va indirizzata verso
i bisogni dell'uomo e non viceversa. Già 30 anni fa indicai come
premessa morale al primo comitato etico italiano il principio che
tutto è concesso all'uso della scienza per l'uomo, tutto è negato
all'uso dell'uomo per la scienza. Compito della commissione sarà
ridefinire i confini tra ricerca ed etica».