Corriere della Sera, 11 luglio 2001 Edoardo Boncinelli LA FABBRICA DELLE IPERBOLI -------------------------- Sembra che un giorno si potrà avere una bambina nata da due donne, senza nessun intervento maschile. O addirittura da una sola donna, senza l'intervento di un altro qualsiasi individuo. Non ci stupiamo decisamente più di niente. E' qualche tempo che si assiste ad un continuo rimbalzare di notizie scientifiche, quasi-scientifiche o di natura decisamente bufalesca. Non è facile districarsi in questa selva di cose vere e concrete ma anche di supposizioni date per certezze o di prospettive a lungo termine date per realtà imminenti. L'ultima viene dall' Australia dove sembra di capire che si sia dato vita ad un embrione di roditore partendo da una cellula-uovo fecondata non da uno spermatozoo, come si usa normalmente, ma dal materiale genetico di una cellula qualsiasi. Questa scoperta potrebbe aprire, si dice, la strada alla fecondazione della cellula-uovo della mamma da parte di una cellula qualsiasi del papà, anche se questo ha seri problemi a produrre spermatozoi vivi e vitali. E' chiaro che questa scoperta, se di una scoperta si tratta, apre la strada a tantissime altre possibilità, comprese quelle cui accennavo all'inizio. Cerchiamo di capire, avendo chiarito che si tratta comunque di un roditore e che gli stessi sperimentatori non sanno ancora se dall'embrione che hanno ottenuto nasceranno degli individui e se questi saranno sani. Riuscire a fecondare una cellula-uovo con il materiale genetico di una cellula qualsiasi non è un'impresa da poco e se questo è stato effettivamente compiuto deve essere salutato come un evento, almeno sul piano teorico. Si presentano però almeno un paio di problemi. Il primo, più semplice, è quello di segnalare alla cellula-uovo che ha ricevuto questo materiale dall'esterno che va tutto bene e che può cominciare a produrre un embrione, anche se non ha visto in giro nessuno spermatozoo. Il secondo problema riguarda il numero dei cromosomi. La cellula-uovo umana ha 23 cromosomi, altrettanti ne ha uno spermatozoo. Tutti e due mettono insieme i 46 cromosomi che sono presenti in ogni nostra cellula. In questo caso però si mette insieme una cellula-uovo e una cellula normale che di cromosomi ne ha già 46. Si arriverebbe così a un totale di 69 cromosomi che sono obbiettivamente un po' troppi. Non nascerebbe proprio niente. Si possono fare allora alcune ipotesi. La più semplice è quella che alla cellula-uovo siano stati preventivamente tolti i suoi 23 cromosomi, cioè il nucleo. Così potrebbe funzionare, ma non si vede l'elemento di novità: così è nata Dolly e così sono nati i vari vitelli e topolini del dopo-Dolly. Se la cellula-uovo ha mantenuto i suoi 23 cromosomi, occorre che il materiale genetico che vi si inietta contenga solo 23 altri cromosomi. Non so immaginare al momento che cosa possano aver fatto alla cellula adulta per farle perdere esattamente 23 cromosomi. L'ultima possibilità è che la cellula-uovo riceva tutto il materiale esterno e sia in grado di espellere i cromosomi in eccesso, magari con un round aggiuntivo di replicazione cosiddetta divisionale, quella cioè che gli è propria. Con le informazioni disponibili, dal punto di vista scientifico non si può dire di più. O almeno io non riesco a dire di più. Probabilmente si tratta di un'altra conquista e di un altro passo versa la comprensione dei fenomeni biologici che hanno luogo nelle cellule germinali. Dal punto di vista pratico, però, direi che ne deve passare acqua sotto i ponti, in attesa di vedere come staranno questi animaletti e prima che dai roditori anche solo si possa pensare di passare all'uomo. Prima o poi, tuttavia, qualcosa di simile si potrà ottenere. E' già da qualche tempo che le organizzazioni omosessuali femminili americane si sono mobilitate sulla traccia della possibilità di ottenere, come si diceva all'inizio, una figlia da due donne o anche da una donna sola. Nel primo caso questa bimba avrebbe metà corredo cromosomico di una madre e metà dell' altra, mentre nel secondo caso avrebbe solo il corredo cromosomico della madre, sarebbe cioè un suo clone. Tutto questo non avverrà certamente prima di una decina di anni e forse non avverrà mai, ma indiscutibilmente fa pensare. Per fare un essere umano non basta metterlo al mondo.