LA REPUBBLICA, 14 Gennaio 2001

"La nostra vendetta contro le illusioni - Parlano i due autori"

di Ernesto Assante

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Non conosco personalmente Lessard e Baldwin e se mi dovessi fidare
delle foto che hanno ironicamente messo accanto alle loro biografie
sul loro sito Internet dovrei dire che assomigliano pericolosamente a
Bill Gates e Steve Case, anzi sono proprio loro sotto mentite
spoglie. Ma proprio per questo, per il loro tranquillo e tagliente
approccio alle cose del Web, mi ispirano simpatia, soprattutto quando
confessano il motivo principale per il quale hanno scritto il libro:
«Vendetta, questa è la parola», dice Bill Lessard, «la vendetta
contro un mondo che conosciamo fin troppo bene, quello dei fallimenti
del Web, del lavoro in Rete, di cui nessuno parla. E non parliamo di
piccole aziende, noi abbiamo lavorato per colossi come Prodigy o
Pathfinder di Time Warner, ma il risultato è stato lo stesso di
quando abbiamo lavorato per piccole startup, ovvero sfruttamento. In
realtà la nostra esperienza non è stata tutta negativa, ed infatti le
storie che raccontiamo sono molto peggiori della nostra. I giornali
sono pieni di biografie di ragazzini che dalla sera alla mattina sono
diventati miliardari con Internet. Storie vere, come quella di Jerry
Yang o Marc Andreessen. Ma le storie di questo tipo sono qualche
decina, quelle degli schiavi della rete sono milioni». 
È anche vero che il revenge journalism in cui si esercitano Lessard e
Baldwin tende a far raccontar loro più le storie negative che quelle
positive del Web (che in questo momento dà lavoro a più di tre
milioni di persone negli Stati Uniti) e che in fondo, se qualcuno
avesse raccontato loro una storia positiva, non avrebbero avuto
motivo di scrivere il libro. «No, davvero», dice Baldwin, «non
crediamo che le storie che noi abbiamo raccontato siano tutte storie
tristi o brutte, anzi, alcune finiscono bene, con il "cattivo" punito
e il "buono" che trionfa. Crediamo che il nostro libro non serva a
parlar male del Web, piuttosto serva a celebrare le vite di eroi
oscuri del Web, vite che non hanno nulla a che vedere con quelle dei
miliardari della Silicon Valley, schiavi del Nuovo Ordine Economico
senza i quali l’intero universo del World Wide Web potrebbe andare in
rovina». Contrariamente a quanto si potrebbe pensare NetSlaves in
America è stato un successo, ha ricevuto segnalazioni positive da
tutta la stampa e ha venduto moltissime copie, facendo di Lessard e
Baldwin due autori di successo. «Il che ha sorpreso anche noi», dice
Lessard, «perché sapevamo che il nostro libro non avrebbe incontrato
i favori dei "guru" del web e dei media. Ma allo stesso tempo eravamo
certi che avrebbe incontrato l’interesse di molti. E poi il crollo
del Nasdaq degli ultimi tempi ci ha dato una mano, ha fatto in modo
che in molti aprissero gli occhi comprendendo che il lavoro in rete
non è fatto solo di rose e fiori, ma di fatica, orari assurdi,
manager rapaci e per nulla virtuali».