CORRIERE DELLA SERA 29 SETTEMBRE 2004

Articolo di Stefano Bucci

Il creativo Sordi batte Volta e Van Gogh

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Le sorprendenti opinioni dei nostri connazionali in un sondaggio
Eurisko presentato a Firenze

Creatività, la tua patria è l'Italia. Questa almeno è l'opinione della
maggior parte degli intervistati nell'ambito della ricerca Eurisko per
il convegno «Nuovo e utile», che si chiude oggi a Firenze (tra i
relatori annunciati Omar Calabrese, Stefano Boeri, Roger Silverstone,
Alison Abbott). Una ricerca «a due stadi» presentata ieri dal
presidente dell'istituto, Giuseppe Minoia, che riguarda un campione di
800 persone.
Gli italiani si vedono molto creativi (nella loro lista ideale
precederebbero Giappone, Usa, Cina e l'Europa in generale) anche se in
realtà l'ultimo indice dell'innovazione di The Economist Pocket
colloca il Belpaese ad un mediocre venticinquesimo posto (tra Slovenia
e Lettonia), assai lontano dalle prime posizioni dove si piazzano
nell'ordine Usa, Taiwan e Finlandia. Interrogato poi sui campi in cui
l'Italia dimostrerebbe la propria creatività, il campione dell'Eurisko
è caduto in quello che Minoia ha chiamato il «banal grande», citando
(in sequenza) arte, artigianato, cucina, moda, musica, cucina e
architettura. Agli ultimi posti troviamo industria, economia,
politica, stampa, finanza e solo leggermente meglio va a letteratura,
università e tecnologia.
Qualche sorpresa arriva dalle indicazioni sui «personaggi più
creativi» della storia: il primo nome è un classico, Leonardo, e
ancora classici nelle posizioni di immediato rincalzo (Einstein,
Buonarroti, Marconi, Picasso). Le sorprese arrivano con Totò,
Berlusconi e Sordi, inaspettatamente davanti a Rita Levi Montalcini,
Van Gogh e Volta. In lista anche Fiorello e Benigni, che precedono
Valentino, Giotto, Andy Warhol, Renzo Piano, Salvador Dalì e
Garibaldi. Preoccupante è invece che quasi il 30 per cento del
campione non abbia saputo individuare nessun creativo celebre.
Dalla ricerca risulta che per gli uomini la creatività si misura
soprattutto in termini di successo, mentre per le donne è invece più
legata all’autorealizzazione e addirittura alla soluzione di problemi
pratici. Gli anziani sembrano più consapevoli del valore della
creatività, mentre i giovani puntano sul lato spettacolare e su una
visione della creatività «come atto impulsivo e trasgressivo», ma non
(ha sottolineato Michele Serra) «come il risultato di errori e di
fatica».
Altri frammenti della ricerca portano elementi curiosi: con un Sud che
crede più del Nord nello «stellone creativo»; con i trentenni «in
apnea professionale» che vedono nella creatività uno strumento per
fare carriera; con le donne che sembrano volerla sfruttare più in
cucina e nell'abbigliamento; con un'idea di «vivere creativamente»,
che sembra esplodere tra i 25 e i 40 anni, mentre cade a picco alla
soglia della pensione. Ma com'è, alla fine, la creatività modello
Eurisko? E' più felicità che infelicità, è più innata che tutta da
imparare, è più del cuore che della mente, è più della velocità che
della lentezza, è più femmina che maschio, è più dell’Oriente che
dell'Occidente. E, mentre tornano alla memoria gli eroi di Nanni
Moretti, è più di sinistra che di destra. Anche se di poco.