Rassegna stampa sulla
Tecnoscienza
(Vittorio Bertolini [ * ] - Dicembre 2002)


Giorgio Agnisola, "Un microchip e saremo umanoidi", Avvenire, 19 novembre 2002

«Uno degli aspetti più affascinanti, ma anche inquietanti, del futuro tecnologico dell'uomo è l'utilizzo della macchina, elettronica e meccanica, non già come ausilio "esterno", come funzione suppletiva e integrativa della intelligenza e delle abilità dell'uomo, ma come potenziamento e surrogazione della stessa biologia umana».

«Diventeremo umanoidi?" è il titolo di una tavola rotonda tenutasi ieri a Napoli nell'ambito di "Futuro Remoto", a cui hanno partecipato Giovanni Berlinguer, professore di Igiene del lavoro alla Sapienza di Roma, Giuseppe O. Longo, professore di Teoria dell'Informazione presso l'università di Trieste e Vittorio Marchis, professore del Dipartimento di meccanica dell'Università di Torino».

Paolo Mastrolilli, "Intervista con il fondatore della microsoft: il futuro del computer nel decennio digitale", La Stampa, 19 novembre 2002

«Tra dieci anni il computer sparirà. Nel senso che la sua presenza diventerà così diffusa e impalpabile, da non ricordarci neppure che esiste. Proprio per questo si trasformerà in uno strumento sempre più indispensabile, non solo per rendere più facile la nostra vita quotidiana, ma anche per diffondere la conoscenza, la comunicazione e quindi il dialogo e la democrazia, nell'era del presunto scontro tra le civiltà e della lotta al terrorismo. È la promessa che si sente di fare Bill Gates, guardando in maniche di camicia il deserto di Las Vegas, dove è venuto per partecipare alla grande esposizione Comdex e lanciare quello che chiama "il decennio digitale"».

Claudio Magris, "Scienziati sotto il segno del dubbio", Il Corriere della Sera, 13 novembre 2002

«Resta tuttavia il fatto che certe condizioni della natura sono propizie alla nostra specie e altre no, che di inquinamento e di esplosioni atomiche si può morire e che, anche, ad essere minacciata non è la natura ma solo la nostra specie o molti suoi esemplari - ciò è sufficiente motivo di preoccupazione e a preoccuparsene dovrebbero essere anche - o grazie alla loro competenza e responsabilità, soprattutto - gli scienziati».

Derrick De Kerckhove, "I rischi dell’era digitale", Il Mattino, 10 novembre 2002

«Stiamo vivendo una congiuntura mondiale molto pericolosa, direi tragica, ma anche la problematica politico-sociale deriva dall’implosione elettronica (la forza dinamica dell’elettronica fa implodere il mondo su se stesso, come ha dimostrato l’attentato al World Trade Center), fa parte della transizione verso il mondo elettronico. Possiamo solo sperare che questo passaggio sarà breve. Anche nell’epoca di Erasmo, di Galileo e dei grandi pensatori del Rinascimento abbiamo assistito gradualmente allo sviluppo di un’etica civile, sociale, democratica, repubblicana. Noi non abbiamo sviluppato ancora un’etica elettronica. Al momento, ancora non sappiamo bene di cosa si tratta, ma è senz’altro questa la direzione verso cui dobbiamo andare».

Barbara Paltrinieri, "Chi ha paura delle nanotecnologie", L’Unità, 15 ottobre 2002

«Tecnologie del piccolissimo, che promettono grandi vantaggi per tutti, dunque, ma che da qualche tempo stanno suscitando anche diverse perplessità, riprese puntualmente dal New York Times che in un lungo articolo ha portato alla luce un dibattito sui possibili rischi derivanti dall'introduzione nella vita di tutti i giorni di oggetti di dimensioni molecolari. Secondo il quotidiano statunitense, chi potrebbe essere certo del comportamento di oggetti così piccoli da essere invisibili all'occhio umano?»

(20 dicembre 2002)

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[*]Vittorio Bertolini (right-sfondochiaro.gif (838 byte)Scheda biografica) collabora con la Fondazione Giannino Bassetti
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