Caso "Tabacco" nodo.gif (891 byte)
ovvero: processo all'industria del tabacco

(Percorso iniziato in Luglio 2000  --  Revisionato e Chiuso in Giugno 2001)

 Correlazione 

right.gif (841 byte)Una questione di... convenienzanodo.gif (891 byte)

Perché questo Percorso

Nella chiave dei v-red.gif (71 byte)«meccanismi di potere e di responsabilità che in una società capitalistica avanzata regolano l'attuazione dell'innovazione» (a riguardo si veda anche il percorso "Una questione di... convenienza"nodo.gif (891 byte)), l'intervento nel nostro Forum intitolato "The Man Who Knew Too Much" (maggio 2000) sceglieva di prendere in esame il caso dell'industria del tabacco, ritenendo che le vicende che avevano condotto alla condanna delle sette maggiori multinazionali dell'industria del tabacco (a seguito della causa intentata nel maggio del '94 dal Missisippi e da altri 49 Stati americani e finalizzata al rimborso delle spese mediche derivanti da malattie da fumo) avessero caratteristiche tali da offrire non pochi spunti al nostro dibattito.

(G.M. Borrello)

Nel Forum della Fondazione Bassetti

v-grigia.gif (82 byte) Piero Bassetti, 29 marzo 2000:

«(...) interessanti sarebbero rivelazioni di managers di imprese nei cui Boards si fosse dicusso sulla possibilità di investire per realizzare una determinata innovazione, cioè un nuovo prodotto o processo o servizio; fosse nata qualche obbiezione ispirata a preoccupazioni ecologiche, sanitarie o di qualunque altro tipo e il board avesse proceduto lo stesso a implementare l'innovazione di dubbia accettabilità» (right-sfondochiaro.gif (838 byte)testo integrale dell'intervento)

v-grigia.gif (82 byte) Gian Maria Borrello, 27 maggio 2000:

«Questa sollecitazione di Bassetti mi ha fatto pensare a un evento di cronaca che, in questi ultimi anni, ha goduto, negli Stati Uniti, della più ampia eco. Mi riferisco alla vicenda che ha portato l'ex direttore di ricerca della Brown & Williamson Tobacco, Jeffrey Wigand, a divenire il testimone chiave nella causa legale contro le sette maggiori multinazionali dell'industria del tabacco, intentata nel maggio del '94 dal Missisippi e da altri 49 Stati americani e finalizzata al rimborso delle spese mediche derivanti da malattie da fumo.» (right-sfondochiaro.gif (838 byte)testo integrale dell'intervento)

Documentazione e approfondimenti

wigand.jpg (13957 byte)v-grigia.gif (82 byte) L'articolo scritto da Marie Brenner per Vanity Fair

"The Man Who Knew Too Much" è il titolo dell'articoloDocumento scritto da Marie Brenner, nel maggio 1996 per Vanity Fair, su Jeffrey Wigand, ex direttore di ricerca della Brown & Williamson Tobacco e testimone chiave (in quanto "insider" rispetto all'azienda) nella causa legale contro le sette multinazionali.

 

insider.jpg (6349 byte)The Insider, (1999), Directed by Michael Mann. Vip Cast: Al Pacino, Russel Crowe.
[La vicenda dell'insider Jeffrey Wigand, che incarna il ruolo del perfetto informatore colpevole di verità aggravata riguardo alla manipolazione delle sostanze contenute nelle sigarette. Un film denuncia sulle multinazionali del tabacco]
The Insider - sito ufficiale.
The Insider - in IMDb (Internet Movie Database)

v-grigia.gif (82 byte) Il Film

La sceneggiatura del film "The Insider" (prodotto dalla Disney) ricalca l'articolo della Brenner.
Cliccando sul link seguente è possibile leggere la timeline degli avvenimenti raccontati dal film:

 

v-grigia.gif (82 byte) Altri riferimenti sul Web

Altri riferimenti che consentono di avere una visione a tutto tondo del caso "Wigand" e delle cause legali contro l'industria del tabacco sono i seguenti:

v-grigia.gif (82 byte) Le multinazionali del tabacco sono responsabili dei danni alla salute dei fumatori: la decisione dei giudici di Miami (Florida)

15 luglio 2000 - I giudici di Miami hanno deciso: le multinazionali del tabacco sono responsabili dei danni alla salute dei fumatori. E devono pagare la somma più alta mai concessa da un tribunale per un risarcimento: 145 miliardi di dollari, qualcosa come 300.000 miliardi di lire.

«Il film "The Insider" aveva già anticipato il duro verdetto. E ora è un "cult".
E' improbabile che dopo due anni passati ad ascoltare lunghe conferenze sugli effetti nocivi del fumo, sulla struttura chimica della nicotina, sui bilanci della Philip Morris e sulla strategia di marketing della Camel i sei giurati dello storico processo concluso ieri a Miami abbiano voglia di sentire ancora parlare di tabacco. Al contrario, perfino l'unico fumatore del gruppo avrà visto diminuire sensibilmente il suo desiderio di accendere una sigaretta. Ma ora che il processo è chiuso, se lo vorranno, i sei di Miami potranno finalmente vedere il film 'The Insider' [ndr: v. sopra] con Al Pacino, uscito lo scorso Natale sugli schermi. Perché finora un decreto del giudice Robert Kaye aveva impedito ai giurati di guardare 'The Insider' , "per non essere condizionati nella serenità di giudizio".
Il film non aveva forse bisogno della pubblicità indiretta del giudice Kaye: ma è diventato in questi mesi il simbolo della crociata americana - nei tribunali e nel costume - contro le sigarette. Perché racconta - pur con qualche 'licenza artistica' e un'inevitabile cautela imposta dal rischio di subire querele per diffamazione - la storia vera di Jeffrey Wigand, ricercatore della Brown & Williamson che nel 1996 uscì allo scoperto denunciando in uno storico programma tv mandato in onda dalla Cbs le tattiche scorrette (e dannose per la salute) dell'industria del tabacco.
Nei panni di Wigand (ribattezzato dalla rivista Vanity Fair 'l'uomo che sapeva troppo' [ndr: v. sopra]), goffo e sovrappeso, c'è il solitamente atletico Russell Crowe (ora sugli schermi in 'Gladiator'). Il coraggioso giornalista che porta in tv la storia di Wigand è Al Pacino. E le immagini del film - neanche fosse un documentario - hanno accompagnato quasi tutti i servizi dei telegiornali degli ultimi mesi dedicati alla lotta contro le sigarette.
Amato dai cinefili (miglior film secondo l'associazione dei critici di Los Angeles, pioggia di nomination agli Oscar anche se non ne ha vinto nessuno), 'The Insider' però non fa sconti. Demolisce l'industria del tabacco, certo: ma attacca anche la Cbs , che per paura di guai legali cercò di insabbiare la storia di Wigand. Il film non è tenero neppure con il suo protagonista: scienziato onesto, marito freddo e distante.
La più sorprendente medaglia al valore per 'The Insider' in ogni caso è venuta da Roger Ebert, il più famoso critico cinematografico americano. Sorridente conduttore d'un seguitissimo programma tv sui film in uscita, Ebert ha riservato al film una recensione-confessione che lo scorso Natale ha sorpreso i suoi milioni di spettatori. Ha spiegato che 'The Insider' lo aveva "colpito nel profondo, più di 'Tutti gli uomini del presidente': presenta un caso ancora più importante del Watergate. E sapete il motivo? I miei genitori non sono morti per colpa del Watergate, ma delle sigarette". »

v-grigia.gif (82 byte) Come si presentano sul Web due delle società condannate

v-grigia.gif (82 byte) Multinazionali del tabacco: strategie e tecniche di difesa

«Prendiamoli quando sono giovani, resteranno con noi tutta la vita»: questa è, come ha rivelato Jeffrey Wigand, la strategia delle multinazionali del tabacco: ne ha parlato un articolo di Repubblica del 31 maggio 2000, richiamato nell'intervento al nostro Forum intitolato "Un 'attacco all'inconscio'" (1 giugno 2000).
Nello stesso intervento viene citato anche un articolo dell'Espresso che, a proposito delle strategie delle multinazionali del tabacco parla di una loro tecnica difensiva contro le cause legali intentate dai consumatori. I produttori di sigarette avvertono i consumatori dei rischi, affinché nessuno tra quanti cominciano a fumare possa un giorno pretendere i risarcimenti miliardari che le vittime del fumo hanno imparato a chiedere ai produttori: i fumatori non potranno sostenere di non essere stati avvertiti dai produttori (per cui la logica sarebbe quella del "chi è causa del suo mal pianga se stesso"...)