RFID: uno studio italiano

Diversi tipi di dispositivi RFID passivi in commercio
Immagine da: Roy Want, Enabling Ubiquitous Sensing with RFID, IEEE Computer, April 2004

Si è tenuto recentemente a Firenze il convegno sui rischi della conservazione dei dati in era elettronica, già segnalato in un'altra rubrica del sito della Fondazione Bassetti.

In quest'occasione un'interessante rassegna delle applicazioni della telelocalizzazione è stata presentata dall'Ing. Gianni Bianchini, ricercatore universitario in Automatica presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Siena.
Dato l'interesse dell'argomento e la tempestività dello studio, abbiamo concordato con l'autore di pubblicare i materiali presentati a Firenze sul nostro sito.

Potete leggere qui lo studio: "RFID. Identificazione automatica a radiofrequenza: impatto sulla privacy" di Gianni Bianchini e potete scaricarne qui una versione stampabile in formato PDF.

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Massimo Bartoli | 28.05.04 09:00 | Commenti (3).
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Inter - Inter - net

                       +-------------------------+
| Earth's Internet |
| DTN Region: earth.sol |
| +---+ |
+-----------/ /|--------+
+---+ |
|G/W| +
+----------| 1 |/---------+
| +---+ |
| The "Backbone" |
| DTN Region: ipn.sol |
+---+ +---+ +---+
/ /|------/ /|-------/ /|
+---+ | +---+ | +---+ |
|G/W| + |G/W| + |G/W| +
+----------------| 3 |/ +---| 4 |/-----+ | 2 |/-------------------+
| +---+ | +---+ | +---+ |
| Venus's Internet | | Jupiter's | | Mars's Internet |
| DTN Region | | Internet | | DTN region: |
| venus.sol | | DTN Region | | mars.sol |
+------------------+ | jupiter.sol | +----------------------+
+--------------+

Figure 2. An Interplanetary Internet of Five IPN Regions

Figura da: V. Cerf et al., Delay-Tolerant Network Architecture: The Evolving Interplanetary Internet, INTERNET-DRAFT, August 2002

Siamo abituati a dare per acquisita l'esistenza dei sistemi globali di telecomunicazione, senza pensare quanto essi siano complessi e quanto la loro realizzazione abbia a suo tempo rasentato il miracolo.
Siamo ad esempio abituati al fatto che i nostri telefoni (fisso e mobile) sono connessi a miliardi di apparecchi analoghi in tutto il mondo e che possiamo parlare con numeri di Vladivostok o di Castelseprio con la stessa facilità. Ovviamente la rete telefonica è una sola, in quanto deve collegare tutti gli apparecchi esistenti tramite un sistema di numerazione mondiale.
Analogamente quindi anche Internet è un'unica rete, nata per collegare tutte le reti di computer esistenti attraverso un sistema universale di indirizzi (indirizzi IP) e diffusa in tutti i sei continenti attraverso circuiti in fibra, in rame e satellitari.

Oggi l'esplorazione spaziale rende necessario collegarsi alla rete anche da luoghi situati oltre i confini del nostro pianeta, ad esempio la stazione spaziale internazionale (che da Ottobre 2000 è divenuto il primo corpo spaziale permanentemente abitato dall'uomo), oppure gli shuttle in missione, o ancora Marte (per i robot esploratori).
Come sarà gestito in futuro questo tipo di collegamenti?
Estenderemo l'Internet terrestre per farla divenire solare (e poi extrasolare), come già accade per la posta elettronica degli astronauti?
Oppure creeremo una nuova Internet su ciascun pianeta raggiunto? In questo caso, dovranno le Internet di ciascun pianeta essere uguali? E come comunicheranno tra loro da un pianeta all'altro?

A queste domande comincia a dare le prime risposte il progetto della Internet interplanetaria, avviato dall'Internet Society sotto la spinta dell'inventore dei protocolli di Internet, Vint Cerf.

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Massimo Bartoli | 24.03.04 21:02 | Commenti (0).
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RFID: l'EPC ("Electronic Product Code")

Sulle etichette a radiofrequenza la rivista Internet News ha pubblicato nel Giugno 2003 un esauriente articolo di Moreno Soppelsa che, tra l'altro, contiene un diagramma (copyright Xplane.com) che mostra tutti i possibili utilizzi di un'etichetta a radiofrequenza all'interno di un negozio al dettaglio.

Cliccare sull'immagine per visualizzarla ingrandita

(cliccare sull'immagine per visualizzarla ingrandita)

Penso sia da mettere in rilievo ciò che Soppelsa riferisce a proposito del progetto del MIT che permetterà di rendere "inoffensive" le radiotag: l'Auto-ID Center (www.autoidcenter.org) ha annunciato che sta mettendo a punto uno strumento allo scopo.

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Gian Maria Borrello | 09.02.04 15:53 | Commenti (0).
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Hard o soft?

Dove finisce lo hardware e dove comincia il software?
Linux in ItalianoUn recente episodio che ha coinvolto un produttore di elettroniche (il taiwanese LG) ed un produttore di sistemi Linux (Mandrake) ripropone la domanda in nuovi termini, mettendo in dubbio l'assioma che un difetto del software non può danneggiare fisicamente lo hardware.
Numerosi tecnici ed utenti che hanno installato l'ultima versione della distribuzione Linux prodotta da Mandrake su PC dotati della comunissima unità lettore CD-ROM della LG hanno avuto una brutta sorpresa. Dopo l'installazione il lettore CD smetteva di funzionare ed era impossibile anche reinstallare sulla macchina altri sistemi o precedenti, innocue, versioni di Mandrake.
Il problema è stato identificato (errore di interpretazione delle specifiche hardware da parte di LG e mancato test esaustivo da parte di Mandrake) ed è stato risolto dalla LG.
Ma milioni di utenti nel mondo si sono posti dei dubbi sull'idea che sullo stesso hardware possa girare senza danni qualsiasi tipo di software.
Questa idea è talmente radicata in tutti noi, che sappiamo che l'azione estrema da fare in caso di guasto software è riavviare il sistema, magari staccando la spina. Così facendo ci affidiamo al fatto che lo hardware riparte sempre e ricarica il software da uno stato iniziale, noto e funzionante.
Adesso forse neanche questa operazione è più raccomandabile.

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Massimo Bartoli | 26.01.04 19:16 | Commenti (2).
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Non voglio essere marchiato

Piuttosto mi faccio crescere la barba Il filone aperto in questa rubrica sull'argomento della teleidentificazione ha già evidenziato come siano giustificate alcune preoccupazioni per la privacy. Tuttavia queste preoccupazioni non sarebbero più significative qualora fosse certa la delimitazione dell'ambito di uso dei radiochip (es.: "OK per il negozio, ma devi garantirmi che fuori viene spento" oppure "Tu non lo spengi ma mi dici dov'è ed io lo posso staccare dal prodotto").

Purtroppo uno dei primi esperimenti di adozione delle microetichette RFID nella grande distribuzione, quello della Gillette, ha creato un polverone e addirittura innescato una campagna di boicottaggio.
La gaffe della Gillette, che aveva annunciato l'acquisto di mezzo miliardo di microetichette, è consistita nello sperimentare dal vivo una discutibile applicazione di antifurto in cui ogni cliente che prendeva dallo scaffale un rasoio veniva a sua insaputa fotografato; al passaggio della cassa la foto veniva poi mostrata alla cassiera, che poteva quindi accorgersi se il prodotto veniva presentato per il pagamento oppure no.
Lo slogan della campagna anti-Gillette è stato "Piuttosto mi faccio crescere la barba" (I would rather grow a beard.).

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Massimo Bartoli | 20.11.03 12:00 | Commenti (0).
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RFID: quali timori per la privacy?

Un radiochip della Maxell da 2.5 mm2 antenna inclusa (da http://biz.maxell.co.jp/english/sl/slco_rt.htm)I timori si appuntano, in particolare, sulla possibilità che questi dispositivi non si disattivino in modo automatico (o quasi) una volta che il cliente lasci il perimetro del negozio --come invece viene dichiarato dalle aziende che li producono. In tal caso, essi consentirebbero di tenere traccia degli spostamenti della persona, soprattutto se quest'ultima avesse utilizzato per l'acquisto una carta di credito o uno strumento analogo, che permetta di associare le informazioni identificative del singolo oggetto etichettato col radiochip a una persona determinata.

A me sembra che l'allarme per la privacy non dovrebbe più di tanto essere legato al fatto che si possa venire a sapere che cosa è stato acquistato da una certa persona, perchè il problema è analogo a quello che si pone in innumerevoli altri casi già presi in esame in diverse sedi: a partire dalla carta di credito stessa-- anche uno scontrino o un codice a barre lo permetterebbero.
Pertanto è senza alcun falso pudore che la VISA ha reso noto di volere servirsi dell'identificativo RFID come carta di credito.

Un problema di riservatezza che mi pare invece più consistente emerge in quella conseguenza dell'utilizzo dei radiochip che già fa intendere Bartoli col titolo del suo primo post in argomento: Sapranno dove sei. Infatti un radiochip è un tracciatore di un preciso prodotto che se associato a una determinata persona diviene tracciatore di quel ben preciso individuo, dei suoi spostamenti. Per associarlo a dati identificativi basta che il prodotto al quale esso è associato venga acquistato con un mezzo che implichi l'utilizzo di dati personali: per esempio una carta di credito o un bancomat.

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Gian Maria Borrello | 27.09.03 19:35 | Commenti (0).
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Timori da RFID

Una volta letti gli articoli su Punto Informatico e l'efficace sintesi su Quinto Stato, mi chiedo: ma cos'è esattamente che preoccupa?
In altre parole: che cos'è che ha di davvero diverso un'etichetta con l'RFID rispetto a una con soltanto un normale codice a barre?
Non è un interrogativo banale, perché non basta elencare le differenze tra l'RFID e il codice a barre per innescare immediatamente preoccupazioni di violazione della privacy.
Sembra quasi, cioè, che dietro all'allarme suscitato dall'RFID vi sia una sua applicazione non detta (o non detta con precisione), o una sua modalità d'uso non chiarita, o qualcos'altro che motiverebbe l'allarme delle associazioni di consumatori.

Per focalizzare la discussione, ho pensato di partire dal sito del Garante della privacy italiano. Infatti su di esso c'è un riferimento preciso: è il testo trascritto qui sotto (cliccare su "Leggi il resto di").

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Gian Maria Borrello | 26.09.03 10:25 | Commenti (0).
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Ancora RFID: la visione tecnologica

Continuiamo la discussione sulla teleidentificazione a radiofrequenza avviata nella nota Sapranno dove sei, per vederne gli aspetti positivi.

Il guru per eccellenza delle nuove tecnologie, Esther Dyson, sta dedicando molta attenzione all'argomento RFID nel suo nuovo blog personale e nella sua newsletter, sostenendo che si è raggiunta già la massa critica per avviare usi concreti.

Già da anni è operante un consorzio, l'Auto-ID Center formato da cinque università di quattro continenti guidate dall'MIT e da un centinaio di imprese multinazionali.
Obiettivo di tale consorzio è "progettare, costruire, testare e diffondere un'infrastruttura globale, come strato al di sopra dell'Internet, che renda possibile ai computer l'identificazione di qualunque oggetto in qualunque luogo del mondo istantaneamente."
La visione è centrata su una rivoluzione logistica: fine delle verifiche di inventario, fine delle spedizioni perdute o errate, fine delle stime imprecise dei materiali sulla catena di fornitura, fine delle stime di quanto materiale è sugli scaffali di un punto vendita.
Possiamo immaginare supermercati senza cassiere in cui il computer della cassa analizza a distanza il contenuto del carrello e si fa pagare con la strisciata del Bancomat, oppure scaffali intelligenti che sanno da soli quando si stanno svuotando ed emettono l'ordine per il fornitore, realizzando il perfetto just-in-time.

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Massimo Bartoli | 25.09.03 09:50 | Commenti (0).
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Sapranno dove sei

IEEE Spectrum magazine - Luglio 2003Una famiglia va al supermercato e compra, fra l'altro, un rasoio Gillette Mach3.
Qualche giorno dopo, un membro maschile della famiglia ha il rasoio in valigia durante un viaggio che non richiede biglietto personale: es. treno o autostrada.
Nonostante la natura anonima dell'acquisto o del viaggio, quando costui passa in stazione o al casello, un dispositivo invisibile può informare la polizia di chi è e di dove si è recato.
Traduzione: addio privacy.

È una conseguenza già concretamente possibile dei nuovi utilizzi della tecnologia di RFID, ovvero l'identificazione a radiofrequenza, alla quale l'autorevole rivista IEEE Spectrum ha dedicato un approfondito articolo (Luglio 2003).

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Massimo Bartoli | 17.09.03 09:44 | Commenti (0).
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