1. -- La Repubblica - 24 ottobre 2002
E l'università nascose a tutti il suo riso Ogm
di Luca Fazzo
Cascine, case basse, un buio che sa di nebbia incombente nella bassa che sta tra Novara
e Vercelli. Risale a perdita d'occhio. E in mezzo alle risaie un fazzoletto, uno sputo di
terra: cento metri quadrati, meno di un'area di rigore in un campo da pallone. Anche lì
c'è del riso. Solo che è riso geneticamente modificato, un esperimento condotto dai
ricercatori biotech dell'Università di Piacenza. E i contadini intorno non ne sapevano
niente. Fino alla sera di due giorni fa.
Il lato curioso della storia è che, alla fine, c'è dietro un dispettuccio involontario
tra scienziati, tra università. Perché i professori di Piacenza il loro esperimento se
lo facevano senza raccontarlo a nessuno. Avevano il via libera del governo, il ministero
della Salute aveva inserito in un link del suo sito il nome di Casalino tra i comuni
italiani interessati da esperimenti sugli Ogm. Ma, come si può immaginare non è che i
contadini passino le serate a navigare su Internet per vedere se il nome del loro paese
- millecinquecento anime sparse fra quattro frazioni - sia assurto agli onori del
web. Così da due anni la faccenda andava avanti, i chicchi manipolati crescevano in mezzo
ai chicchi del "crodo", il riso di qui, nessuno sapeva niente tranne il
contadino che aveva affittato il terreno all'università e stava zitto come sanno stare
zitti solo i contadini. A frugare su Internet ci si sono messi altri professori, quelli
dell'Università di Trieste che in un loro progetto si occupano di studiare come reagisce
la gente quando l'innovazione tecnologica gli piomba sulla testa. Hanno trovato, tra i
tanti, anche il nome di Casalino. Sono arrivati qui e hanno chiesto al sindaco: lo sa che
nel suo comune coltivano riso geneticamente modificato?
Non è la prima volta che i ricercatori di Trieste scoprono che la gente delle zone
interessate a manipolazioni di questo tipo non ne sa nulla. Ma a Casalino hanno trovato un
sindaco giovane e un po' no global, Massimo Rossi, che ha messo i manifesti sui muri, ha
fatto sapere a tutti quello che succedeva, ha convocato un'assemblea per l'altro ieri sera
nella sala consiliare. Sala piena. Sul palco i professori di Piacenza, quelli che da due
anni facevano la ricerca zitti zitti. Spiegano che il riso che stanno provando a Casalino
è un riso per resistere al chilo supressadis, un parassita che qui è quasi
sconosciuto ma in Francia e Spagna fa danni: e qui la gente crolla la testa , domandandosi
perché la ricerca non la facciano i francesi e gli spagnoli. Poi spiegano che il polline
del riso non sa spostarsi più di tre metri restando fertile, e siccome tra il riso Ogm e
quello naturale hanno messo uno spazio di dieci metri non c'è "quasi" pericolo
che un chicco scappi di mano e finisca chissà dove. Ma quel "quasi" non sfugge
alle orecchie attente della platea e parte un dibattito carico di diffidenze, con i
professori dell'Assobiotech che vanno giù pesanti («Potevate rifiutare anche la
meccanizzazione, sareste ancora qui con le mondine») e Piero Bassetti, che di abbattere
queste diffidenze s'è fatto una missione, sintetizza così: «Ormai gli scienziati si
sentono dei perseguitati, e fanno i "nascondoni"».
Si veda anche la lettera inviata a La Repubblica dal Prof. Corrado Fogher, che ha guidato la sperimentazione.
2. -- La Stampa - 24 ottobre 2002
Riso transgenico alle porte di Novara
di Gianfranco Quaglia
Riso transgenico alle porte di Novara. Si coltiva da tre anni ma nessuno (organizzazioni agricole, sindaco, Provincia) lo sapeva. Siamo a Casalino, nel cuore della risaia che si allarga verso il Vercellese. Qui il professor Corrado Fogher (Istituto di botanica vegetale dell´Università di Piacenza) con un gruppo di ricercatori ha sperimentato una «parcella» di cento metri quadri di riso geneticamente modificato con una piccola percentuale (10%) di seme di crodo, infestante ritenuta tra le più difficili da debellare. Lo scopo è quello di testare la possibilità di realizzare una pianta di cereale che resista e sia immune dagli attacchi del crodo. Iniziativa regolare sotto il profilo delle autorizzazioni, finanziato dalla Comunità europea e autorizzata dal Ministero della Sanità. Fogher ha comunicato il tutto all´assessorato agricoltura della Regione, ma evidentemente il meccanismo dell´informazione si è inceppato, perchè a Casalino e alla Provincia di Novara non è mai arrivata alcuna pratica. Insomma, una sperimentazione con tutti i crismi della regolarità ma «clandestina» sotto il profilo della conoscenza. Il sindaco del piccolo Comune della Bassa, Massimo Rossi, alla fine ha raccolto le voci che si stavano diffondendo ed è arrivato alla verità. Sì, il campo coltivato a riso Ogm c´era davvero. «A quel punto - dice il primo cittadino - ho immediatamente cercato e chiesto che l´iniziativa fosse portata a conoscenza dei cittadini e dibattuta». Così la sala consiliare è stata trasformata in un vertice-confronto (e ieri in un «focus group») cui hanno partecipato, oltre a Fogher, il presidente della Provincia, rappresentanti delle organizzazioni agricole, Piero Bassetti responsabile della Fondazione Bassetti di Milano che si occupa di temi relativi alla responsabilità dell´innovazione. Pagani: «Ben vengano le sperimentazioni, ma devo sottolineare con disappunto che ci siamo trovati di fronte al fatto compiuto, il che ha fatto sorgere qualche sospetto. La Provincia non sapeva, le organizzazioni neppure e nemmeno il sindaco». Claudio Martino, direttore Unione Agricoltori: «Sul tema degli Ogm c´è molto disorientamento. L´Italia è per la tolleranza zero, l´Unione europea invece è per una certa apertura e bisogna anche agigungere che la cultura del sospetto è enfatizzata». Assuero Zampini: «La Coldiretti sta effettuando sperimentazioni proprio qui a Casalino con pacciamatura Mater B (amido di mais), l´iniziativa è stata pubblicizzata in tutti i modi. Perchè non è stato fatto anche con il riso Ogm?». Sergio Suardi (Cia): «E´ grave che cittadini e agricoltori non sapessero. Si sta facendo sperimentazione o tentando di introdurre la tecnologia? La sperimentazione deve avvenire nella trasparenza». Franco Miserocchi, agronomo: «Alla base di tutto c´è una paura che nasce dall´ignoranza e dalla disinformazione. Tutto il cotone è transgenico, persino le mutande che indossiamo lo sono. Ci stiamo preoccupando di cose delle quali siamo già partecipi». Piero Bassetti: «L´Europa non può rimanere arretrata rispetto al resto del mondo che sta già sperimentando il transgenico. La tolleranza zero è la via più facile da seguire, ma assumersi il rischio dell´innovazione è imprescindibile. Il vero problema consiste nella distribuzione delle responsabilità». Fogher assicura: il pericolo di volatilità e trasporto dei semi di riso transgenico è minimo, il rischio è tra lo 0,9 e l´1%».
3. -- Il Sole 24 Ore - 25 ottobre 2002
Strategia unica per l'agroalimentare
di N.D.B.
Piccolo è bello, recita un famoso slogan degli anni Ottanta, quando il movimento anti
globalizzazione era ancora di là da venire. Piccolo è bello, sì, ma se i prodotti
che si fanno sono pure buoni è ancora meglio fa capire la folla di produttori,
trasformatori, artigiani di cibi e bevande nonché i visitatori giunti da mezzo mondo al
"Salone del Gusto", inaugurato ieri al Lingotto di Torino dal ministro delle
Politiche agricole, Gianni Alemanno. Che ha voluto dare una testimonianza forte del
Governo a favore di Torino, quale «capitale internazionale dei prodotti alimentari di
qualità», nonché ribadire il «valore strategico che ha per il Paese l'intero sistema
agroalimentare made in Italy».
Secondo il ministro questo valore è tanto più importante quanto più noi siamo in
grado di fare qualità e tutelarne origine e immagine. Ecco allora che la risposta deve
essere quella di «dare impulso e sostegno alle iniziative che permettano di produrre
qualità e di saperla comunicare». In questo senso Alemanno, rivolto al presidente
della Regione Piemonte, Enzo Ghigo, e all'animatore di Slow Food e del Salone del gusto,
Carlo Petrini, ha puntato il dito contro la politica della massificazione produttiva.
Per un Paese come il nostro, ricco di prodotti e tradizioni culinarie che tutti ci
invidiano, «è fondamentale - ha detto Alemanno - combattere l'omologazione, mentre è
indispensabile convogliare tutte le disponibilità per incentivare l'ancoraggio degli
agricoltori al proprio territorio, permettere di migliorare le qualità prodotte e
promuovere l'immagine stesa della tavola made in Italy nel mondo, evitando sprechi e
dispersioni di risorse». Per fare questo pero e necessario coordinare l'azione del
Governo.
L'occasione potrebbe essere quella di evitare che un ministero autorizzi ciò che un altro
vieta. Il riferimento è alla notizia della scoperta nel Novarese di campi
sperimentali di riso Ogm cioè geneticamente modificati, autorizzati sembra - dal
ministero della Sanità, -mentre Alemanno esclude la possibilità della sperimentazione in
pieno campo.
E' sempre in materia di coordinamento dell'azione politica, c'è la notizia dell'incontro
sollecitato al Governo dal Comitato promotore per la sede dell'Authority alimentare
europea a Parma. Incontro chiesto per chiarire il ruolo di Bruxelles, attualmente
sede provvisoria dell'Autorità. A questo proposito il ministro delle Politiche
agricole, nell'assicurare che il vertice si terrà a breve, ha ribadito l'impegno del
Governo nel portare avanti la candidatura della città italiana.
4. -- La Repubblica - 25 ottobre 2002
L'università e il riso geneticamente modificato
Intervento del Prof. Corrado Fogher dell'Università Cattolica di Piacenza e risposta di
Luca Fazzo
Nell'articolo del 24 ottobre "E l'università nascose a tutti il suo riso
Ogm" a firma di Luca Fazzo sono riportate erroneamente valutazioni su una
sperimentazione di riso geneticamente modificato condotta dal mio gruppo di ricerca nel
Novarese. L'articolo riferisce di un incontro avvenuto a Casalino dove si è
parlato di Ogm e si è discusso anche di come la stampa abbia contribuito, con
informazioni spesso imprecise, qualche volta false, alla confusione che regna nel
dibattito. Ritengo che nell'articolo in questione si sia dato un chiaro esempio in
questa direzione. In merito alla prova si tratta di una sperimentazione approvata
dal ministero della salute, come previsto dalla normativa. Sempre nel rispetto della
procedura è stato comunicato all'Assessorato all'Agricoltura del Piemonte il luogo in cui
si sarebbe svolta la prova. Inoltre - come i cittadini e il sindaco di Casalino
hanno riconosciuto, l'università non può essere giudicata responsabile della mancanza di
comunicazione tra i responsabili regionali e provinciali dell'Agricoltura. Non comprendo
pertanto perché l'articolo criminalizzi i cosiddetti "ricercatori biotech" che
vengono accusati di fare sperimentazione " di nascosto ". Che l'informazione sia
a suo tempo arrivata in Regione è dimostrato dal fatto che gli ispettori dell'Arpa hanno
eseguito i controlli previsti in data 11 settembre 2001 e 18 settembre 2002. Che la mia
università non sia abituata a "nascondere" gli Ogm lo dimostra il fatto che
un'analoga sperimentazione, condotta in Lombardia, sia stata portata a conoscenza dei
cittadini, sulla stampa locale, prima della esecuzione della stessa.
L'università di Piacenza non si è sentita in dovere di informare gli abitanti di
Casalino della sperimentazione Ogm in corso sul suo territorio, a differenza di quanto
avvenuto in Lombardia. (Era la sostanza del mio articolo, il professor Fogher, purtroppo
non la smentisce.)
5. -- Il Sole 24 Ore - 27 ottobre 2002
Ogm : esercizi di democrazia in risaia
di Sylvie Coyaud
Martedì scorso a Casalino (Novara), il sindaco Massimo Rossi ha invitato la
cittadinanza a discutere di un esperimento con riso transgenico che si svolge da due anni
sul territorio del Comune, anche se il fatto è diventato pubblico da due settimane
soltanto. Un contadino ha affittato cento metri quadrati all'Istituto di botanica vegetale
dell'università di Piacenza, i cui ricercatori devono verificare per conto della
Commissione europea che il polline del nuovo riso non trasmetta a piante sessualmente
compatibili il gene che li è stato aggiunto per renderlo resistente a un erbicida.
Accanto al sindaco siedono scienziati, politici, rappresentanti dei sindacati degli
agricoltori e dell'Associazione delle aziende biotecnologiche. La sala consiliare è
strapiena, con gente in piedi.
«La mia posizione è quella del cuore» esordisce il sindaco. «Spero che le
biotecnologie cambino il mondo, facciano crescere il grano nel deserto e curino le
malattie. Non so se gli Ogm facciano bene o male, e temo che le ragioni dell'economia ce
li impongano prima di aver fatto in tempo a scoprirlo». I suoi vicini riferiscono
brevemente ciò che hanno fatto e i propri pareri, sollecitati da domande e commenti del
pubblico. Nessuno mette in dubbio che la sperimentazione in campo aperto sia utile, anzi:
gradirebbe essere tenuto al corrente dei risultati. Tutti avrebbero voluto essere
consultati prima e non dopo che era partita. "La segretezza," dice una signora,
"induce al sospetto." Agli scienziati che giudicano l'ostilità agli Ogm poco
razionale, un'altra signora risponde: «non è vero, nasce dall'esperienza. Anche
l'amianto un tempo sembrava un'ottima soluzione, e invece ... ».
Ma se fuori dall'Europa tutti coltivano Ogm e li vendono meno cari, i contadini che
producono semi tradizionali ci rimetteranno, quindi smetteranno di lavorare la terra e non
ci resterà altro che Ogm, dice un agronomo. Il mondo è globale e complicato. Al rischio
d'inquinamento da flusso genico si contrappone quello di perdita economica. Allora chi
deve decidere quale rischio è meglio correre? I volontari di Casalino parteciperanno a un
focus group organizzato dalla Poster di Vicenza, con l'appoggio della fondazione Bassetti.
Il presidente di questa, Piero Bassetti, interviene per auspicare che la democrazia si
aggiorni e si doti di nuovi strumenti, per avvalersi della partecipazione di un popolo
ormai educato e consapevole che non ubbidisce ciecamente allo scienziato o al Principe.
Propone dibattiti processuali, affidati a una giuria scelta per rappresentare i vari
interessi e che, dopo aver ascoltato le parti, arrivi a una sentenza. Questa verrebbe
trasmessa all'autorità delegata a prendere decisioni. Qualcuno che lo faccia ci vuole.
«Come il pilota dell'aereo. Se c'è nebbia, mica gli diciamo: aspetta che adesso noi
passeggeri votiamo se devi atterrare o tornare indietro». L'autorità potrà eseguirla o
no, come i governatori degli Stati Uniti nel caso di condanne a morte, e ne risponderà
agli elettori.
A Casalino si parla per due ore di come dovrebbe circolare l'informazione fra ricercatori,
amministratori e abitanti, di quantificazione del rischio, di danni dovuti all'uso di
erbicidi e pesticidi di confrontare con quelli eventuali delle piante transgeniche, di
mercato e di potere dei consumatori. Gente attenta al parere altrui, anche quando è
minoritario o desta "sospetto", si scambia opinioni assennate con molta
cortesia. Dopo due ore, c'è chi non è pago e per strada, davanti al Municipio, prolunga
ancora un po' una bella serata di politica.